♬ 𝑅𝑖ℎ𝑎𝑛𝑛𝑎 - 𝑊𝑒 𝐹𝑜𝑢𝑛𝑑 𝐿𝑜𝑣𝑒 𝑓𝑡. 𝐶𝑎𝑙𝑣𝑖𝑛 𝐻𝑎𝑟𝑟𝑖𝑠

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«Ma che fai?» Lievemente sorpreso lo scosse da una spalla.
«Che fa scusa?» Rispose sorridendo. «Va bene. Offro io il prossimo giro allora» Gli stampò un bacio sulla guancia mentre l'altro stava prendendo il resto dalla ragazza dietro il bancone.
I baffi di lui gli solleticarono leggermente la guancia sfiorata. In pubblico, da sobrio, si meravigliava sempre dei suoi gesti spontanei nonostante stessero insieme da ormai quasi un anno. Era come se il tempo tornasse indietro alla prima volta che uscirono insieme. A quell'imbarazzo e a quell'ingenuità del primo fatidico appuntamento.
«E ora dove si va?» Chiese il baffuto, novizio di quell'ambiente, di quel locale, alzando la voce per sovrastare la forte musica.
«Dobbiamo fare il giro per di là», indicò con l'indice la direzione, «arrivando al retro dove c'è il barista» Alzandosi leggermente sulle punte, per raggiungere l'orecchio del più grande, replicò allo stesso tono.
Prendendolo per mano iniziò ad incamminarsi verso la destinazione dettata dal fidanzato. Si facevano spazio tra la folla serpeggiando tra di essa e schivando persone già brille, o forse più. Il buio regnava l'atmosfera smorzata dai raggi di luce artificiale di diversi colori che ad intermittenza si alternavano tra loro. Nell'aria invece vi era presente un misto di odori tra la macchina del fumo artificiale e quello delle sigarette dei presenti. Era un locale al coperto sì, ma non del tutto. Non c'erano pareti a chiudere o delineare le aree circostanti, il che lo rendeva un posto non al chiuso se non per via del tetto al di sopra della pista da ballo principale. Ovvero proprio di fronte al bancone dove si pagavano le consumazioni. La seconda pista da ballo invece non aveva limiti sopra di essa. Si poteva guardare il cielo ascoltando la musica e ballando sotto la console per poi ammirare, alle sue spalle, in lontananza il mare.
Dopo aver fatto la fila, ballando e muovendosi un po' rigidi e scricchiolanti per il tasso alcolemico decisamente basso, era finalmente arrivato il loro turno.
«Cosa prendi?» Poggiando le sue grandi mani sui suoi esili fianchi chiese sporgendo e abbassandosi verso il suo orecchio da dietro.
«Io un Gin Tonic!» Affermò al fidanzato e al barista allo stesso tempo.
Insieme ad un altro paio di drink, era un suo grande classico.
Nonostante la mole fisica, magra ed esile, gli piaceva molto bere e reggeva anche discretamente l'alcol. A differenza del suo partner che anche essendo robusto, forte e muscoloso, non era poi così tanto abituato a bere. «Cheers!» Affermò facendo scontrare i bicchieri avvicinandosi al muscoloso Adone.
Il tocco delle mani rigorosamente per non lasciare toccare i bicchieri di plastica, perché si sa che porta sfortuna, suggellò di seguito un bacio. «Cos'hai preso tu invece?»
«Assaggia» Ribadì passandosi la lingua sui baffi lievemente intrisi del cocktail preso.
«A parte il fatto che a te piace solo il whisky ho sentito chiaramente l'odore quando ci siamo avvicinati. Sicuro è qualcosa al whisky» Fece la sua ipotesi.
«Assaggia allora» Invece di porgergli il cocktail stavolta si pose davanti a lui alzandogli il mento con l'indice, indirizzandolo verso la sua bocca.
Il sapore di whisky prepotente entrò in quel bacio a labbra schiuse dominando di poco il sapore di Gin che aveva già in bocca.
«Lo sapevo che era whisky!» Esclamò contento.
«Non è aspro, quindi non credo sia un Whisky Sour. Non è nemmeno dolce, quindi escludiamo anche un classico Whisky e Cola. Mmmh...» Ragionava sotto lo sguardo attento e divertito dell'altro. «Secondo me è un Old Fashioned o qualcosa di simile» Dichiarò infine Sherlock. «Indovinato!» Disse avvolgendogli un braccio lungo le spalle diretti verso la pista da ballo.
Le lancette dell'orologio, lente ma inesorabilmente sempre pronte a non perdere un rintocco, girarono velocemente. Insieme al passare veloce del tempo anche il numero dei cocktail aumentò esponenzialmente. L'alcol che fluiva nei loro corpi. La musica che pompava forte rimbombando nell'aria. Le luci che a tratti accecavano la vista. Il divertimento nato dal ballo in mezzo alla folla di persone.
Serrando dietro la nuca del più alto le mani, teneva stretta la vicinanza mentre ballavano e il fidanzato lo teneva per la vita insieme a qualche palpata ai glutei sfuggita per puro caso. Arrivò il ritornello della canzone e tutti iniziarono a saltare e a scatenarsi. Loro non erano da meno! «Amo mi fai cadere» Tra le urla miste più alle risate che alle parole, cercava di avvertirlo.
Imperterrito lo continuava a far girare, a farlo andare da una parte all'altra tenendolo per mano. I drink avevano decisamente colpito e forte. «Dai salta» Disse spalancando le braccia.
«Ma sei impazzito!? No, no, no...» Tirandolo a sé, con la forza che aveva fu relativamente semplice, lo prese in braccio lasciandogli avvolgere la gambe alla propria vita. Appoggiandolo ad uno dei pilastri di legno del locale, che sorreggeva il tetto sulla pista da ballo principale, si stavano baciando appassionatamente. «Ti amo lo sai?» Disse guardandolo leggermente verso l'alto, vista la posizione, fissandolo in quei occhi azzurri in cui si era perso tempo fa. «Io ti amo ancora di più!» Replicò prendendolo per le guance con entrambe le mani, avvertendo la ricrescita della barba, portandosi la bocca verso la propria.
Lasciandosi trasportare dal bacio, dal momento, dalle sensazioni e dalla musica, si stavano godendo quel magico momento. Dalle guance lasciava scivolare le sua lunghe e delicate dita dentro i suoi mossi capelli. Sentiva l'intero corpo di lui, possente, premerlo contro il palo di legno. Sentiva il suo cuore battere veloce e rumoroso in quel grosso petto per poi unirsi all'unisono con il proprio in una sola, unica e speciale canzone.
«Io vado al bancone vuoi un altro drink?» Chiese dopo aver toccato di nuovo con i piedi per terra.
«No, no, grazie. Mi gira un po' la testa. Non voglio esagerare» Replicò l'altro per poi frugarsi nelle tasche.
«Va bene» Sorridendo divertito gli stampò un bacio furtivo sulle labbra prima di andare via.
Dopo aver pagato e aver fatto la solita fila, ora più scorrevole vista la meno affluenza di persone, si incamminò per tornare da lui. In un momento che quasi non sembrava reale, in un momento in cui sembrava andasse tutto a rallentatore, lo vide da lontano in tutto il suo splendore. Se ne stava lì, appoggiato con un piede al medesimo palo di legno che poco prima era stato partecipe del loro amore. La mano sinistra in tasca mentre nell'altra una sigaretta accesa occupava il suo spazio. Lo sguardo fisso sul mare in lontananza. Quel profilo perfetto da dipingere su una tela pregiata. Quei jeans che per la gamba che fletteva ponendo resistenza sembravan così pieni di muscoli, sembrava quasi troppo stretto il tessuto incapace di contenere tale pienezza. Quelle Vans scure che tanto gli piaceva vedergli indosso. La schiena dritta che in una linea automatica mostrava il gonfiore del muscoloso petto. Lo ammirava da lontano, immobile. Una visione quasi celestiale che gli ricordava quanto fosse fortunato ad averlo nella sua vita. Quanto fosse fortunato ad averlo al suo fianco. Quanto fosse grato alla vita per l'occasione che gli era stata concessa. Quella di aver finalmente trovato il vero amore!
Alzando una mano sfoggiando un sorriso, lo stava chiamando convinto che non l'avesse visto da lontano quando invece era rimasto soltanto a contemplare il suo uomo.
«Non mi avevi visto?» Continuando a sorridere lo accolse tra le braccia. «Potrei riconoscerti in mezzo ad una folla di un milione di persone!» Esclamò guardandolo intensamente negli occhi.
Automaticamente scattò un bacio all'amaro gusto di nicotina misto a quello del Gin Tonic.
«Io non so come fai a bere 'sta roba» «Ma se non l'hai nemmeno assaggiato qui. Prova. Non sono male i cocktail in questo posto, non trovi?» Avvicinandosi alla cannuccia fece un primo sorso ma la reazione fu la stessa di prima data solo a parole. «No, non mi piace proprio» Ribadì scuotendo la testa.
«Mi fai fare un tiro?»
«Tieni prenditi una sigare-»
«No, no, non mi va intera», lo fermò subito mentre si stava frugando di nuovo nelle tasche con la sigaretta tra le labbra serrate,
«voglio giusto un tiro dalla tua sigaretta» Puntualizzò allungando le labbra verso di essa.
Accostando la mano alle sue labbra gli lasciò fare un tiro tenendo lui stesso la sigaretta tra le dita.
Sentendo una bella canzone in arrivo iniziò a ballare portando le braccia, con annesso il drink in mano, verso l'alto. Finita la sigaretta, gettandola in un apposito reparto, iniziò a ballare accanto a lui.
«Credo di essere un po' ubriaco» Confessò ridendo all'orecchio del fidanzato.
«Lo sento dalla voce» Rise di riflesso dopo un sorso del drink.
«Dai, fai un sorso che ti passa. Dai bevi» Lo incoraggiava a fare un bel sorso ponendogli la cannuccia davanti le labbra.
Senza dover insistere troppo la sua richiesta fu ascoltata.
Un sorso di lì, un sorso di là e del drink non rimaneva che solo del ghiaccio.
Vedendo il fidanzato che iniziava a sentire maggiormente l'effetto dell'alcol iniziò ad animarlo a suon di musica, di balli e di giravolte. Gli tirava le braccia avanti e indietro portandolo ed allontanandolo da sé.
Si intrecciò le mani, le braccia di lui alla vita azzerando le distanze. «Amo... t-ttutto bene?» Non riusciva quasi a trattenere le risate.
«Sì, certo!» Affermò entusiasta dal ritornello della canzone in arrivo. Iniziarono così a scatenarsi ancora. «Amore... okay che sono un po'... un po' ubriaco, ma non sono fatto di legno. Smettila!» Gli disse sommesso all'orecchio mentre il fidanzato gli ballava spalmato addosso di schiena. Imperterrito, divertito e provocatorio continuò con i suoi movimenti di bacino.
«Va bene» Disse il robusto ragazzo ora incaponito sull'argomento.
Lo afferrò con entrambe le braccia da quello stesso bacino che si muoveva sul cavallo dei suoi pantaloni e sollevandolo da terra iniziò a girare su se stesso un paio di volte. Inutili furono le grida, miste a risate, chiedendo di smetterla. In un vortice che si abbatté inesorabile anche contro chi lo aveva generato, stavano adesso ridendo fragorosamente cercando di rimanere in piedi, di non cadere aiutandosi a vicenda.
«Sei un pazzo!» Affermò sulle labbra di lui, tirandosi leggermente all'insù con la punta dei piedi, accarezzandogli entrambi i lati dei capelli.
«Sono pazzo di te, è diverso!» Replicò appoggiando la fronte su quella dell'altro.
«Vorrei urlare al mondo intero quanto ti amo... IO AMO QUESTO RAGA-»
«Zitto! Zitto!» Gli tappò veloce la bocca con i palmi delle mani mentre lui ancora parlava anche a labbra chiuse.
«Ssh!» Cercava inutilmente di zittirlo mentre a stento tratteneva le forti risate causate dal fidanzato.
In un lungo bacio pieno di gioia e di quello che provavano intenso l'uno per l'altro, si lasciarono trasportare dalla musica godendosi il resto della serata. Godendosi l'uno l'amore scaturito per l'altro. Godendosi le risate nate un po' dall'alcol un po' per le situazioni imbarazzati create da esso. Godendosi la felicità che la vita gli aveva donato. Godendosi quei sentimenti che non potevano essere negati e nascosti a nessuno. Godendosi l'allegria di quella spensierata serata insieme. Godendosi semplicemente loro!

#MySpace
Piccolo fun fact su questa storia.
Più che altro sulla partenza e l'idea di questa. Tutto partito da una storia IG repostata da Sascha (Anima), o da Christina Bertevello non ricordo con precisione perché ormai ne è passato di tempo, dove ritraeva entrambi molto brilli diciamo così a "ballare" sulle note di questa canzone. Il loro entusiasmo, la loro felicità, la loro contentezza e spensieratezza mi ha colpito e influenzato in modo tale appunto da creare nei miei pensieri la storia che avete appena letto.

Spero tanto che vi sia piaciuta. Mi raccomando fatemelo sapere con una stellina e/o un commento, è molto importante per me.

A presto con la prossima storia! (:

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