♪ 𝐷𝑜𝑗𝑎 𝐶𝑎𝑡 - 𝑆𝑡𝑟𝑒𝑒𝑡𝑠

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Una volta perso l'uso di uno dei sensi automaticamente ed inevitabilmente aumenta la percezione degli altri. Una volta privato di uno dei sensi il discorso è il medesimo.
«Ti fidi di me?» Gli chiese poggiando delicatamente una benda scura sui suoi occhi verdi.
Tenendo le due estremità iniziò a intrecciarle dietro la nuca.
«Sì!» Rispose fermo, deciso, convinto. Completò il fiocco della benda lasciando scivolare le lunghezze su quella sua schiena nuda e possente. La sensazione gli provocò un immediato brivido che percorse tutta la sua spina dorsale fino a scaricare a terra dai piedi. Come ad esser stato colpito da un fulmine. La pelle d'oca correva e drizzava i piccoli e chiari peletti sul suo dorso.
«Lasciati guidare dalle mie mani», disse in tono sommesso poggiandole sulle sue spalle larghe, «lasciati guidare dalla mia voce» Continuò con la stessa intonazione sensuale impostata nella voce bassa. Chiudendo gli occhi, anche se vedeva già nero di suo, si lasciò scappare un sospiro provocato dalla voce udita all'orecchio. Voce provocatoria e stuzzicante, ma allo stesso tempo calma e pacifica. Il pavimento assaporava i lenti passi dei piedi scoperti, caldi a contatto con la sua freddezza. Lo stava indirizzando verso una meta già conosciuta dal bendato eppure gli sembrava come di non esser mai stato prima in quella casa vedendo tutto nero.
Spalancando la porta della loro camera fu l'olfatto il primo senso ad attivarsi. Un particolare aroma gli stava inebriando le narici e non solo. Gli odori che sentiva erano molteplici e questo gli piaceva molto. Aveva l'odore di romanticismo. L'odore della passione. L'odore della lussuria!
Delle candele ai frutti di bosco dall'odore dolce-amaro riempivano la stanza sprigionando il loro caldo profumo. Sulle mensole, sui comodini, sui vari mobili, illuminavano fioche la camera. Ma un altro odore, proveniente quasi dal basso, si mescolava alla perfezione con esso. Ai suoi piedi avvertiva un leggero solletico che poi tramutava in una soffice carezza. Il pavimento, ed anche parte del letto matrimoniale, era stato spolverato con petali di rosa rossa e di viola. Un odore dolce ed innocente quasi in contrapposizione con quello precedente. Infine nell'aria sentiva qualcos'altro di presente ma nom capiva nel concreto cosa fosse. Come da collante, un incenso al sandalo vibrava nella stanza mescolandosi agli altri profumi presenti. Da una mensola in alto una figura in terracotta artigianale sorvegliava i due. Un drago, posto su di una roccia con entrambe le quattro zampe poggiate e le ali leggermente spiegate, liberava dalle narici l'incenso al sandalo. Questo mix di aromi aveva dato vita a qualcosa di nuovo, di inebriante, di piacevole.
«Hai messo delle luci rosse vedo» Parlava sotto voce, stando al gioco, cercando di avvicinarsi voglioso alle sue labbra.
Delle luci al led di quest'ultimo colore erano state impostate nella stanza per un'atmosfera ancora più suggestiva ed unica! Si univano con quella delle candele rendendo l'ambiente un posto del tutto nuovo, nonostante fosse la loro camera da più di un anno. Il rosso sulle pareti si legava alle fiamme come a dare vita ad un dolce girone dell'inferno.
«Non sbirciare cattivone!» Lo rimproverò avvicinandosi alle sue labbra per baciarlo per poi sottrarsi all'improvviso poco prima che potesse accadere.
«Mmmh... ho solo percepito il colore ma non vedo nulla, giuro» Disse stimolato da quel gesto allungando le mani, poggiandole sul fondoschiena per poi dare una strattone verso di sé. «Dammi un bacio, adesso!» Uscirono dalla sua bocca affannosi respiri a forma di parole.
Si chiuse tra le sue forti braccia accarezzandogli le ispide guance guidando le labbra verso le proprie. Dopo quel bacio a labbra schiuse prese a spingerlo dal suo gonfio petto verso un ignoto apparente. Cadendo per qualche secondo in un infinito oblio oscuro, atterrando poi sul morbido materasso. Un altro pesante respiro fuoriuscì dalla sua bocca accompagnato da un battito cardiaco accelerato. Quel piccolo brivido di perdita dell'equilibrio, di caduta libera verso chissà dove.
Un sorrisetto divertito si impadronì del suo volto seguito da un'altrettanta divertita risata.
Accomodandosi sulle ginocchia di lui stava prendendo posizione sul suo corpo quando... contraendo gli addominali si levò in posizione eretta puntando in una sola direzione. Leggermente con il capo verso l'alto con la lingua cercava la parte interessata. Chinandosi verso di lui, con le mani dietro la nuca, accompagnava le labbra verso la loro destinazione. Una volta arrivate sul collo, fameliche, iniziarono a testare il sapore della sua pelle. Con la lingua amplificava il piacere. Con le labbra ne accentuava i brividi. Con i denti aumentava quel piacevole e sopportabile dolore. Mentre le labbra erano impegnate lo erano anche le mani, a strisciare sentendo ogni singolo centimetro della sua schiena. Spalmandosi contro di essa, i palmi totalmente aperti sembravano volessero ogni piccola parte di pelle per sé. Ruvidi, maschi, vissuti, provocavano sensazioni uniche su quella pelle liscia e delicata. Il petto villoso che premeva veemente contro la sua pancia per la strettissima vicinanza. Il bacino sottostante che scalpitava dal piacere in quegli slip ormai decisamente stretti color blu notte.
All'apice del piacere ancora una volta lo respinse lasciandolo cadere all'indietro. Era tutto un gioco di avere e poi di non avere più. Di desiderare, di ottenere, per poi perdere e tornare a desiderare ardentemente e doppiamente di intensità!
Adagiato di schiena adesso le luci soffuse delle candele lasciavano brillare, luccicare fievolmente la sua pelle sudata dall'eccitazione. Portando entrambe le braccia all'indietro, distese sul materasso mostrando i bicipiti in tensione ed i peli ascellari, respirava appena appena a bocca aperta per accumulare più ossigeno. Il sangue fluiva veloce sotto una pelle bollente.
Ancora sulle quelle gambe robuste ammirava il suo splendido ragazzo in tutta la sua maestosità! Scolpito da un marmo pregiato con uno scalpello divino. Portandosi verso di lui, piegandosi sensuale, iniziò a sfiorargli il collo con le labbra. Dei piccoli baci stampati che gli provocavano goduria ad ognuno di esso. Con la lingua testava la sua perlacea pelle. Gemiti nati dal piacere impossibilitati dall'essere trattenuti! Scendendo, ora stava baciando sotto la clavicola mentre lasciava strisciare le mani su quel possente corpo. Tracciando una linea retta con la lingua passò a baciargli il gonfio e grande pettorale. Giocando attorno all'areola il capezzolo inizio ad diventar turgido sotto i lamenti di piacere di lui che a tratti bloccava in bocca a labbra serrate. Continuando a scendere ampliando la scia di calda e leggera saliva dalla pancia balzò all'inguine. Ansimamdo lasciava trasparire il suo piacere. Le sensazioni che stava avvertendo erano uno scoppio tra adrenalina ed ormoni a mille.
La mente era vuota. Le percezioni corporee invece amplificate da tutta la situazione circostante.
Sotto l'inguine poteva avvertire chiaramente la forte erezione che a stento rimaneva rinchiusa in quello straccio di indumento che aveva indosso.
«Vieni qui!» Disse sommesso quasi in un gemito piegando le dita della mano verso di sé per far capire maggiormente il concetto.
Aveva un estremo bisogno di sentire disteso quel corpo sul proprio. Ripercorrendo a ritroso la scia di caldi baci risalì verso l'alto.
«Mi stai facendo impazzire!» Esclamò afferando a tentoni il capo desideroso di un bacio.
«Ti sta piacendo avere la benda?» «Sì!»
Parlavano, gemevano, tra un bacio e l'altro.
In un rapido e pericoloso scatto rotolò tra le lenzuola disfatte invertendo così i ruoli e le posizioni. Si ripresero a baciare con ancora più passione e desiderio.
Con le gambe si cingeva alla sua vita avvertendo la dura erezione che premeva dai movimenti dettati da lui al di sopra.
«Ti voglio!» Disse su quelle labbra consumate dai baci.
«Ti desidero!» Rispose allungando il capo verso l'orecchio per poi mordicchiarlo.
Con le forti braccia stava sostenendo il suo peso mentre si baciavano. I muscoli tesi risaltavano maggiormente. Sollevando le braccia dietro la sua nuca stava adesso sciogliendo il nodo che fino ad ora gli aveva privato della vista. Strizzando un po' gli occhi li fece abituare alle luci. Sorridendo si stavano guardando con complicità e amore. Lasciandosi trasportare da quello appena nato, da quell'accumulo di piacere, tornarono nuovamente a baciarsi aiutandosi a togliere la biancheria intima reciprocamente.

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