Come una piccola gang, compatti e attrezzati si dirigevano verso la loro meta finale. Il solito ritardo di alcuni membri del gruppo aveva posticipato i tempi sulla tabella di marcia ma era tutto regolare. Dopo essersi riuniti, primo punto fondamentale e non scontato, la seconda tappa volgeva verso l'ormai market di fiducia. Per dei ragazzi con pochi spicci nelle tasche, ma con tanta voglia di bere qualcosa, era il posto ideale! D'accompagnamento in quel caldo pomeriggio della prima settimana di Maggio, presero anche qualche snack salato e dolce. Le buste alla mano, gli zainetti in spalla ed eran pronti per il primo giorno di spiaggia insieme. Percorsa la discesa dal market, superato poi un piccolo parcheggio, sostarono davanti alle scale che portavano giù alla spiaggia. Portandosi una mano alla fronte per proteggere gli occhi dai forti raggi solari che picchiavano incessanti, si soffermò ad osservarla. Libera. Solitaria. La sua belezza naturale rispecchiava maggiormente nei giorni di sole.
Come due facce della stessa moneta.
D'inverno il cupo e grigio tempo le donavano un'aria nostalgica e malinconica. Il forte vento che alzava le onde invece l'abbelliva di intrigante mistero. I ramoscelli portati a riva insieme alle alghe e a qualche altro detrito trasportato dalle piogge. Le umide impronte lasciate sulla scura sabbia che tracciavano il percorso fatto. Un manto introspettivo, velato, c'era dietro questo lato della medaglia.
D'estate invece, solare sorrideva in cerca di compagni. Di compagnia. Il terso cielo lasciava spazio soltanto al sole di illuminare e riscaldare l'atmosfera. Un orizzonte infinito che brillava sulla superficie dell'acqua. Il tepore dell'aria che riscaldava non solo l'involucro del corpo umano.
Le piccole, e non, zampettine dei cagnolini che entusiasti eran a capo fila risuonavano sugli scalini di marmo e cemento. Arrivati di sotto andarono alla ricerca dell'abitudinaria privacy. Dietro uno scoglio che si univa alla piccola parete rocciosa alle spalle della spiaggia, trovarono il loro posto perfetto. Era quasi non visibile dalla strada sovrastante. Amavano stare tranquilli e in pace senza doversi sorbire terze persone o terze situazioni ingombranti causate dallo stare in pubblico.
«Ci voleva proprio!» Esclamò lasciando uscire il fumo della sigaretta dopo il primo tiro.
Con il braccio sinistro piegato si era coricato di mezzo profilo sull'asciugamano blu notte.
«Vieni Andrea, andiamo a vedere com'è l'acqua» Con l'abituale timbro di voce alto e squillante, quasi urlò Silvia tirandolo per un braccio. «Vengo anch'io, aspettatemi» Urlava con la sua voce da gallina ancora più stridula di quella di Silvia.
I due rimasti sulle asciugamani si guardarono complici negli occhi trattenendo una risata.
«Mi presti l'accendino?» Disse Melanie con la sigaretta gia in bocca. Ne era sempre sprovvista perché non le funzionavano o perché li perdeva di continuo.
«Si sta benissimo, non trovi?» Le chiese per poi aspirare un altro tiro. L'estate incombente iniziava ad allungare le giornate e a renderle sempre più calde. Non era ancora il tempo di restare con il costume però, non per i meno coraggiosi almeno. Era ancora piacevole avere i vestiti addosso. Una t-shirt leggera, un pantalone ed i piedi nudi; per il periodo corrente era la perfezione. Muovendo i piedi tra la calda sabbia si stava gustando il momento. La cosa che amava di più della spiaggia era proprio quella: la sabbia. Soffice e calda. Odiava le spiagge fatte di sassi e pietroline. Non le considerava nemmeno delle vere spiagge.
"Per me la spiaggia deve avere la sabbia, altrimenti non è una spiaggia!", diceva.
Cambiandoli di posizione, sotterrandoli per poi lasciarli venire su, si godeva il caldo sui piedi mentre fumava la sua sigaretta con il sottofondo degli altri che urlavano sul bagnasciuga.
«Ne prendo una anche a te?» Le chiese facendole vedere la Breezer fresca presa dalla borsa frigo.
«Sì grazie»
«Prendi una birra per me Dani?» Chiese Andrea passandosi una mano tra i capelli leggermente bagnati.
Come il via di una gara, scattò così il segnale di inizio per bere!
Ora tutti sulle proprie asciugamani si stavano rilassando cullati dal caldo del sole.
La Breezer che aveva preso per se stesso era al lime, risultava dissetante, quasi non sembrava un qualcosa di alcolico. Amava bere la birra, era il suo alcolico preferito, ma ogni tanto cambiare gusto era un toccasana per il palato. L'aspro del lime misto alle bollicine frizzanti della bevanda, scendevano che era una meraviglia da quella bottiglia di vetro.
Infilandola nella sabbia la fermò rendendola stabile. Stese le braccia all'indietro dove fece peso per inarcare un po' la schiena. Le gambe erano leggermente accavallate sull'asciugamano. Dalle caviglie scoperte dai risvolti sentiva il contatto con la sabbia. Insieme alla schiena aveva abbandonato anche il capo all'indietro. Ad occhi chiusi lasciava che il sole gli baciasse vivace il viso. La brezza marina invece giocava con i suoi fini capelli muovendoli leggeri. Come un rettile, godeva della sua ricarica giornaliera di sole traendo energia da esso. Le orecchie erano piene delle risate degli amici miste al rumore del mare. Risate e sorrisi contagiosi.
Ora si stavano rincorrendo in riva al mare. Mery scappava dal diabolico duo per la paura di esser lanciata in acqua o bagnata. La spuma del mare veniva lanciata in aria dalla frenetica corsa.
Decise di accendersi un'altra sigaretta che si sarebbe mischiata perfettamente con il sapore del lime nella bocca mentre divertito osservava lo spettacolo.
Ma una pausa snack, e un secondo giro di alcolici, era necessaria adesso dopo le energie consumate facendo avanti e indietro inseguendo la pazza scimmia urlatrice.
Coccolati dalla meravigliosa giornata si lasciarono trasportare tra chiacchiere, birre, musica, risate e sigarette. Tale trasporto li ingannò sul numero di alcolici bevuti. Sembrava come se delle ore fossero passate letteralmente nel tempo di una risata, di uno scherzo, di una pipì rapida e furtiva dietro uno scoglio.
«Ma tu ce la fai ad alzarti?» Quasi ridendo domandò alla migliore amica. «Non mi sento le gambe» Rispose lei provandoci.
«Ma perché non facciamo una partita a sette si schiaccia?» Esordì il genio incompreso indicando il pallone portato per tale motivo.
«Così ci riprendiamo anche un po'» Continuò afferrando il pallone. «Eeeeh!» Dissero all'unisono sventolando una mano in aria, dopo essersi alzati dalle asciugamani dandosi una mano a vicenda. Coinvolti dall'idea, anche se alticci, iniziarono a giocare. A stento si raggiungeva il numero sette di palleggi per la schiacciata finale.
Si perdeva più tempo a scegliere chi dovesse andare a riprendere il pallone che inesorabilmente rotolava verso la riva.
A spingersi gridando "Mia!", convinti di prendere il pallone per poi fallire miserabilmente.
A prendere palle in faccia incolpando il sole e non i movimenti rallentati e poco reattivi causa alcol.
Ad aiutare chi inciampava da solo, pur restando fermo sul posto, intanto che rideva impossibilitato dal fermarsi.
A ridere con le lacrime agli occhi per tutto questo.
Stare in compagnia, stare insieme, era sempre bello. Si rideva sempre un sacco. Ci si divertiva sempre tanto. Si tornava poi a casa sempre con un sorriso, sempre con gioia.
Le cose belle durano sempre poco e la tinta che stava assumendo il cielo ne era la prova. La giornata volgeva al termine con uno splendido inizio di tramonto. Un vivo arancione, possente, prepotente, si impadronì di tutto il firmamento. Le sfumature erano molteplici ed incantati le stavano osservando dalle loro asciugamani. Osservavano il sole che lento, ma non troppo, si nascondeva dietro l'orizzonte. Dietro la fine dell'infinito mare. Calava sempre di più nascondendo la sua forma ma proiettando delle bellissime sfumature di colori sopra di lui.
«Che bello!» Disse espirando il tiro della sigaretta insieme alle parole.#MySpace
È successo qualcosa di ASSURDO con questa storia!
Stavo cercando il link da mettere a questo capitolo, quindi la canzone, e scopro che c'è una versione "estesa" di quest'ultima. IO NON NE ERO MINIMAMENTE A CONOSCENZA! Dalla copertina rimangono sbigottito, vedendo che c'era un gruppo di ragazzi al mare. Guardo rapidamente il video e scopro che alcune cose che ho descritto io in questa storia -ripeto di mia totale fantasia senza prendere spunto da nessuna parte, da nessun video e da nessuna situazione se non quello che dettava la mia fantasia- coincidono. Si somigliano ecco.
Giuro che sono spiazzatissimo.A pensarci bene neanche poi così tanto perché è proprio questo di cui parlavo nella biografia di questa raccolta di storie e nella premessa iniziale, ovvero del fatto delle vibes emanate dalle canzoni, dalle melodie, che possono essere anche comuni.
In questo caso, quindi non in totale meraviglia, ci sono state delle congruenze.
Assurdo...Fatemi sapere comunque se la storia è stata di vostro gradimento con una stellina ed un commento.
È importante per me.
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Evadere dalla Realtà
Short StoryQuesta raccolta di storie è basata sulla musica. È ispirata dalla musica. Sulle sensazioni che essa provoca. Un viaggio in diversi mondi trascinati da note e melodie. Una raccolta di storie brevi assecondate, accompagnate da un un'unica colonna sono...