Capitolo 2

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Il freddo di Novembre aveva fatto appannare la finestre dell'ufficio e, Newt, guardava fuori sperando che non iniziasse a piovere. Era tornato da un'ora dopo il pranzo fuori con Minho, e si preparava per l'incontro con i nuovi clienti. Aveva ultimato un progetto la mattina, e aveva inviato una mail al cliente per avvisarlo che avrebbe dovuto prendere un appuntamento per andare a vederlo. Prese poi il necessario per il colloquio che avrebbe avuto di li a poco, e si diresse verso l'ufficio di Minho, trovandolo indaffarato a disegnare uno dei suoi tanti progetti.

«Come procede?» Gli chiese, avvicinandosi e spostando la sedia, levandogli dalla scrivania le cose che gli toglievano spazio, per poi sistemare il foglio in modo tale che non fosse piegato.

«È uno dei progetti più grandi che abbiamo mai fatto, sto provando a disegnarlo a mano come facevamo all'università, perché almeno avrò le idee più chiare quando lo farò in digitale» disse Minho, alzando lo sguardo dal foglio, cercando la gomma, che Newt gli passò immediatamente, come se gli avesse letto nel pensiero.

«Sono gli Harrison giusto? A me non hanno ancora risposto alla mail dove gli dicevo di prendere appuntamento con me per gli interni. Dovremmo dire a Lucas di chiamarli» disse Newt, mentre aiutava Minho a girare il foglio nella direzione corretta, cancellandogli le parti che sapeva fossero inutili, dato che Minho aveva l'abitudine di disegnare una x su ciò che, ultimato il disegno, avrebbe cancellato.

«Che ore sono?» Chiese Minho, guardandosi il polso, per poi osservare la porta, lasciata aperta, che mostrava la reception in modo perfetto.

«Lucas, chiama gli Harrison, prendigli un appuntamento con Newt, entro la settimana» urlò, attirando l'attenzione del ragazzo, che si girò verso di loro, per poi annuire e prendere l'agenda dove aveva segnato tutti i loro clienti, con i loro contatti.

Vide poi Minho prendere una cartellina, con un cognome scritto sopra, infilando all'interno il disegno che stava facendo e i fogli con le indicazioni che aveva ricevuto per la costruzione del progetto. La posò nel cassetto, per poi alzarsi e dirigersi verso la macchinetta del caffè, facendosene uno, bisognoso di caffeina.

«Quando arrivano?» Chiese Newt, continuando a liberare la scrivania, in modo tale da avere più spazio.

«A breve, vuoi un caffè?» Disse Minho, bevendo il suo come se fosse uno shottino di vodka, per poi buttare il bicchierino di carta nel secchio. Newt annuì, e vide l'amico inserire una cialda anche per lui, portandogli il bicchierino poco dopo.

Newt lo ringraziò, per poi prendere il telefono dalla tasca dei pantaloni, aprendo i pochi messaggi che aveva ricevuto. La sorella gli aveva mandato le foto della sua nipotina e di Caleb, mentre camminavano mano nella mano, con la divisa delle rispettive scuole e le calosce da pioggia giallo fluorescente.

«Guarda Caleb» disse, con voce divertita, facendo vedere la foto a Minho.

«Quanto è buffo con quegli stivali» rise Minho, con lo sguardo addolcito dall'immagine appena vista.

Minho e Caleb avevano un rapporto bellissimo. Caleb lo considerava suo zio, e amava passare il tempo con lui e con la fidanzata di Minho, una ragazza di nome Brenda che aveva conosciuto all'università. Amava giocare con loro, sfidarli ai video giochi o ai giochi da tavolo, perché la maggior parte delle volte lo facevano vincere e lui amava vincere. Molto spesso, Minho li invitava a cena da loro, e passavano la serata a giocare mentre Caleb cantava le sue canzoni preferite.

Il campanello suonò, segno che i nuovi clienti fossero arrivati. Lucas si affrettò ad aprire, e Minho e Newt si alzarono pronti ad accoglierli per la prima volta. Si sistemarono le camice e aspettarono che Lucas gli mostrasse la stanza dove dirigersi, per poi scorgere due figure entrare all'interno della stanza. Il primo era un ragazzo alto, biondo e sul viso aveva uno sguardo sorridente e felice. Entrò, chiedendo permesso, mentre si osservava intorno. Dietro di lui, un ragazzo dai capelli color cioccolato entrò nella stanza. Indossava una camicia nera e aveva il colletto aperto che lasciava intravedere il collo e le clavicole sporgenti. I jeans neri gli fasciavano le gambe, mostrando le cosce muscolose. Portò le mano sul viso, scostando dagli occhi gli occhiali da sole che indossava, nonostante fuori il sole non fosse presente. Li agganciò alla camicia, guardandosi intorno, per poi posare lo sguardo su di loro. Guardò prima Minho, osservandolo con curiosità, con un leggero sorrisino sghembo sul viso. Posò poi lo sguardo su Newt, e in quel momento il sorrisetto si fece più largo, e Newt vide un sopracciglio alzarsi e lo sguardo farsi quasi di sfida.

Lightning || Newtmas AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora