La luce gialla del pomeriggio rifletteva nell'ufficio di Newt, che non aveva tempo per curarsi di nulla intorno a lui. La scrivania totalmente incasinata, il pavimento, a pochi centimetri da lui, colmo di fogli accartocciati che erano volati a terra a causa dei suoi mille lanci verso il cestino della spazzatura. Continuava a disegnare da ore il nuovo progetto per la casa di una coppia dolcissima, che aveva richiesto la semplicità, e quella richiesta lo aveva mandato in tilt. Aveva il cervello pieno di vecchi disegni, immagini di altri progetti più complessi, dettagliati, che erano riusciti a fargli dimenticare cosa fosse la semplicità. Continuava a passare la matita sul foglio, tracciando le linee di un grigio sbiadito, per poi afferrare la gomma e cancellare con veemenza. Decise, dopo ore interminabili e dopo aver buttato l'ennesimo foglio accartocciato, di alzarsi per schiarirsi le idee e rilassarsi per qualche secondo. Si alzò e fece scontrare lo schienale della sedia girevole contro la scrivania, per quanta forza mise nell'alzarsi. Si abbassò per raccogliere tutte le palline di carta che aveva fatto, buttandole nel cestino, sentendo i jeans stretti comprimergli i polpacci. Dopo essere tornato in piedi, afferrò il telefono e uscì dal proprio ufficio.Si diresse verso il distributore, prendendo un caffè americano e una barretta energetica al burro d'arachidi, necessitando di zuccheri.
Il rumore del caffè scuro che veniva buttato all'interno del bicchiere adornò la stanza, e Newt non poté fare a meno di sospirare, esasperato da quella giornata. Prese il bicchiere, ormai colmo, per poi posarlo sul bancone della reception, davanti a Lucas, che era intento in una telefonata con un cliente, che si lamentava per qualche cosa riguardante un pagamento. Aprì la barretta energetica, mordendo il primo pezzo e sentendosi subito coccolato dal cioccolato fondente che ricopriva il caramello.
«Che succede Newt?» Sentì chiedere, da una voce alla sua destra, proveniente dal proprio migliore amico, che era appena uscito dalla sala delle stampanti, con in mano una quantità esorbitante di fogli ancora caldi.
«Non riesco a iniziare il progetto della famiglia Anderson. Come si fanno le cose semplici? Non riesco più a farle» disse, bevendo un lungo sorso di caffè, sentendo la bevanda calda riscaldargli la gola.
«Sei paranoico, come sempre. Prova a vedere qualche progetto vecchio, no?» Disse Minho, venendo sovrastato dal campanello, che suonò più volte.
«Aspetti qualcuno?» Chiese Minho.
«No, tu?»
«No» disse Minho, andando ad aprire, senza far scomodare Lucas che era ancora intento nella stessa telefonata.
Quando aprì la porta, Newt vide la chioma bionda di sua sorella entrare nell'ufficio, quasi correndo. Teneva la mano a Melissa, che era rimasta immobile accanto a lei, e a Caleb, che invece era corso incontro al padre, sorpassando Minho. Aveva ancora la divisa scolastica e lo zaino sulle spalle. Newt lo prese in braccio, posando nuovamente sul bancone della reception il bicchiere colmo di caffè bollente, per poi ingoiare un pezzo di barretta.
«Che succede Kate?» Chiese, mentre Caleb gli stringeva il collo amorevolmente.
«Mi hanno chiamato dalla sede centrale, devo andare lì oggi e non posso rifiutare. Cam è a lavoro e mamma e papà non possono tenerli. A lavoro mi hanno detto che posso portare solo Melissa, scusami Newt» disse Kate, con il volto mortificato, controllando ogni quattro secondi l'orologio.
«Kate io sono pieno di lavoro, come faccio?» disse Newt, accarezzando la chioma di Caleb, mentre cercava di non andare nel panico.
«Newt stai tranquillo, siamo in tre, puoi farlo stare qui senza problemi. Non preoccuparti Kate vai» disse Minho, interrompendo l'amico, per poi salutare Kate che uscì di corsa dallo studio.
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Lightning || Newtmas AU
FanfictionNella Londra odierna, Newt, un giovane padre, si ritrova a dover fare i conti con il destino che gli interpone davanti un ragazzo di nome Thomas, un avvocato molto saccente e provocatorio, che sconvolgerà la sua vita. In un primo momento il loro rap...