Capitolo 2

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New Jersey  2017

«Jess io non so più cosa fare con te!» borbottò il riccio, vedendo che suo nipote non voleva svolgere i compiti che la maestra gli aveva assegnato «dai tio li faccio dopo! Perché devo farlo ola?» sbuffò

«ora Jess, impara bene la r. E si da il caso che ieri, signorino hai mangiato tante schifezze, quindi ora fai i tuoi compiti, e lo zio non si arrabbia» il bambino sbuffò, e riprese il quaderno, finalmente avrebbe dovuto finire il turno a breve, il cambio doveva darglielo Louis, che proprio in quel momento entrò

«visto Jess, sei intelligente! Ora che andiamo a casa, anche lo zio studia» il bambino battette le mani «oh si! Tio quelle cose con tutte quelle case, e tutti i palazzi stlani» Harry rise di gusto, perché Jess molto spesso, quando doveva studiare, era lì ad ascoltarlo o ad osservare il suo libro «si Jess, proprio quelle cose strane» ridacchiò, Louis si schiarì la voce

«ciao Lou!» salutò il bambino, con la manina

«lou?» alzò un sopracciglio Louis «a Jess piacciono i soprannomi» spiegò il più piccolo «a me no, quindi chiamami Louis» disse spazientito

«Jess su andiamo a casa,» disse Harry, non curandosi del tono utilizzato da Louis «scusami ma non hai anche tu il turno fino a questa sera?» quella domanda lo lasciò pensieroso e forse con molti dubbi «ho fatto cambio» disse velocemente, sistemandosi il cappotto nero

«capisco, meglio così» alzò le spalle «infatti chi avrebbe sopportato la tua faccia Louis» il maggiore si girò di scatto, vedendo la faccia seria del riccio















«c'è questo Toby,» borbottò Liam «che secondo me nasconde qualcosa, troppo scaltro nei movimenti» a quella considerazione si aggiunse anche il moro «e poi usa un cellulare diverso per alcune telefonate»

Louis rifletteva, rifletteva e rimuginava, ma era dannatamente difficile.

«Louis, tu che ne pensi?» gli chiese Zayn «avvicinatevi, ma non troppo. Perché caro il mio Zayn non te lo salvo il culo» e quest'affermazione fece ridacchiare il moro «ricevuto» disse mentre si allontanava per raggiungere il bagno

«mio Dio smettila di guardargli il culo!» sbuffò il liscio, e Liam rispose «smettila tu! Ultimamente sei non lo so, sei distante. Che succede? Problemi a casa?» Liam sapeva, sapeva tutto. Ecco perché si fidava, lo amava come un fratello

«a casa tutto ok» disse prendendo dalla tasca dei suoi jeans un pacchetto di sigarette «c'è questa persona, a lavoro» accese la sigaretta con il suo accendino «non riesco a decifrarla. A capirla»

«è pericoloso per te, o per la missione?» chiese

«come—come-» provò «come so? Caro Louis mi offendi, cosa credi abbia fatto dopo che ti sei allontanato e ci hai lasciato parlare con i nostri colleghi? Insomma!» louis annuì, non c'era cosa che potesse nascondere a Liam

«credo per entrambi. Devo stare attento.» decretò

È con questi pensieri che scese alle otto di sera per svolgere il suo turno notturno, fortunatamente quella sera non vi era nessuno, nessun cliente abituale, o clienti in generale. Avrebbe avuto la mente tranquilla, solo dopo si accorse che non sarebbe stato così, poiché vide la figura del più piccolo, con i capelli raccolti, intento a leggere.

Non aveva detto che non ci sarebbe stato?

«ciao» suonò come un saluto freddo, gelido «ciao Louis» disse agitando la mano Harry senza distogliere l'attenzione dal suo libro

Il tempo di un Bacio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora