A Castle For Christmas ||L.S.||

Capitolo Sette

Ed ha questa particolare ma salutare abitudine di dormire il pomeriggio, soprattutto durante le vacanze. Forse è il clima di calma placida misto alla frenesia dei regali, che dopo pranzo gli fa sempre sbattere gli occhi e raggomitolare sul suo letto per qualche ora. E quando qualcuno lo chiama, cosa che sta succedendo adesso, Ed tende, per quanto gentile e coerente con la sua stessa personalità, a rigirarsi nel suo bozzolo e ignorare la chiamata.

Solo che è Harry, nota da un'occhiata assonnata, quindi si raddrizza senza togliersi la coperta dalle spalle e si passa una mano tra i capelli, sbadigliando mentre si prepara a rispondere, facendo schiocchi assonnati con le labbra.

Lui ed Harry si sono conosciuti quando né lui né lo scrittore erano particolarmente influenti nel loro campo, e sono cresciuti in contemporanea, cosa che assicura al cantante quanto il riccio stia vicino a lui non perché è Ed Sheeran il cantante, ma Ed quello che non mangia le patatine alla paprika perché lo fanno starnutire. E' il suo migliore amico e la prima persona che chiamerebbe se fosse nei guai o di pessimo umore, e sa, dall'ultimo anno della vita dello scrittore, che proprio quest'ultimo farebbe esattamente lo stesso. Era al funerale, ha ascoltato con Gemma le urla contro suo padre, ha assicurato che il suo ultimo libro era comunque fantastico, fanculo Winston e fanculo chi diceva che aveva rovinato la saga. Harry non è il tipo di amico che incontra agli eventi eleganti eccetera, è il tipo di amico con cui puoi sederti sul divano in tuta con birra e piadina al tonno mentre parli di qualsiasi cosa con di sottofondo National Geographic sulla televisione (lo sfondo di molte sue serate con Harry, ma anche delle sue serate migliori in generale). Insomma, si sente quasi fortunato nell'avere quella visione così privata della personalità di Harry, che segue con entusiasmo la sua carriera ed è quasi sempre negli studi di registrazione e legge i testi con attenzione, ridendo per allusioni alla sua vita che solo lui, privilegiato stronzo, potrebbe capire. Insomma, una volta Harry gli ha biascicato che voleva tatuarsi con lui e sono finiti a tatuarsi lui Pingu, il pinguino, ed Harry la parola Pingu, vicino alla stella sulla parte alta del braccio. Storia divertentissima.

In sunto, non sa dire di no al faccino da fata confusa di Harry Styles. Quindi, prende il telefono e si accoccola al suo letto morbido, ancora sbattendo le palpebre: ''Ehi, scrittore. Mi stai per invitare al tuo matrimonio? Voglio anche io un titolo nobiliare. Magari barone? Viscon-''

''Posso'' sente, ed è roco e in lacrime mentre la voce di Harry traballa ''Posso passare il Natale da te, se prendo un aereo tra qualche ora? O una macchina, non lo so. Io- Io non voglio- Non voglio stare con la mia famiglia, è il primo Natale senza nonno e quello stronzo di pa- Di Des si sposa e non so come- Non voglio stare solo'' pigola, facendo piccoli singhiozzi che gli fanno drizzare la schiena, svegliandolo di botto.

''Harry. Ehi, Harry, che succede? Perché stai piangendo? E dov'è il tuo amico?''

''Non parlare di lui'' sente, scattante, ed Ed ha già capito cosa è successo, cosa per cui sbuffa dal naso e si sistema sul materasso ''Non parlarne mai. E' un fottuto- Ho aspettato per più di un'ora che- Perché sono il solito idiota che aspetta sempre anche se la gente non viene mai? Perché la gente non torna mai da me, Ed?'' domanda, e sembra di nuovo scoppiare a piangere, incontrollato mentre abbassa la voce e tira furiosamente su col naso.

''Harry- Harry, cazzo, piano'' impone, passandosi una mano tra i capelli ''Ma che stronzate dici? Non è vero che nessuno vuole mai tornare da te. Non pensarlo mai. E' successo, chiaro? Ora dimmi cosa ha fatto lo stronzo reale. Possiamo parlarne male, sì?''

''Sono innamorato di lui'' sente, sfatto, poi la sua voce trema ''Ed è inutile, perché lui è un cazzo di idiota che non ricambierà mai, mai. O non avrebbe fatto quello che ha fatto. E io non- Non l'avrei mai detto, capisci? Mai. Però lui ha- E forse l'ho sempre presa più seriamente, forse io-''