Capitolo Tre

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La mattina dopo aver dormito con addosso due maglioni, un cardigan e un fottuto scialle, Harry si presenta a colazione nella grande sala dal tavolo in mogano come se avesse passato la miglior nottata della sua intera vita. Louis, in jeans neri e maglione bianco dal collo alto, ha le guance e il naso rosa per il freddo e sta seduto tranquillamente a tavola con la sua colazione davanti, un libro sulle ginocchia, le Vans che dondolano e gli occhi azzurrissimi nascosti dalle ciglia. Con i capelli ancora scompigliati dal sonno Harry lo trova adorabile e confortevole da far male, ed è un vero peccato che il suo primario istinto sia togliere l'elegante porcellana da sopra l'apposito vassoio (non vorrebbe vederla sprecata, in caso la stesse acquistando insieme al castello) e schiaffargli quest'ultimo ripetutamente in faccia, fino a vedere il suo irresistibile naso alla francese sanguinare.

Il buongiorno si vede dal mattino e dall'impercettibile, fastidiosa contrazione del suo zigomo quando nota che quello che Louis sta leggendo è il primo libro di Hemingway Abbey. Il suo libro. Oh, il fremito che hanno i suoi polpastrelli bisognosi di concretizzare la sua fantasia sul vassoio è indescrivibile.

''Dove hai preso quello, Duca?'' domanda, tentando di tenere il suo tono colloquiale mentre si poggia al tavolo proprio davanti a lui. Vorrebbe essere come nei film, dove ci sono solo due sedie lontanissime a capotavola, e non un mucchio di sedute di mogano vicino a Louis, come se lo stessero sfidando nel sussurrare sì, siediti vicino a lui e prova a goderti il tuo thé senza versarglielo in faccia. Provaci.

''Zayn'' dice con sufficienza, girando una pagina prima di schiarirsi la voce ''Pagina uno: 'Credete nell'amore a prima vista? Perché Padre Winston no.' Ma dove posso averlo già sentito?'' si interroga, guardandolo apertamente. Dove cazzo sono le forchette di questo castello? Ha bisogno di ficcargliene una in gola. Velocemente. ''Oh, ecco. Quando mi hai fatto l'offerta di acquisto. Ti sei citato, Agatha Christie? Adorabile.''

''Lo intendevo sul serio'' concede, tentando di tenersi sempre educato, sempre superiore.

''Certo che lo intendevi'' liquida, per poi continuare nella lettura '' 'La prima volta che posò i suoi occhi sull'abbazia, si sentì a casa.'''

''Vuoi leggermelo tutto mentre ci intrecciamo i capelli sul tappeto o qualcosa del genere?'' sbotta, stringendo il pugno. Louis inarca le sopracciglia.

''Che immagine terrificante. No, la prima pagina mi basta.''

''Fantastico'' conclude, voltando piano la testa nel prendere una tazza ''Posso avere del thé, allora? O mi serve, non lo so, un timbro speciale dal Duca in persona? Se non è troppo impegnato a capire la struttura di una subordinata, chiaro.''

''Per favore, serviti'' risponde, fingendo di essere concentratissimo sulle pagine. Nel momento in cui prende la teiera, Harry è a un passo, un passo veramente breve, dal tirarla. O usarla come martello. O svuotagliela in faccia e poi usarla come martello.

La teiera è praticamente vuota: Harry osserva il patetico colare del liquido per meno di due secondi, prima che il becco goccioli inutilmente. Osserva la quantità ridicola sul fondo della sua tazza, poi Louis, che bevendo dalla tazza sua piena continua a leggere, se non fosse che i suoi occhi non si muovono. Almeno fingesse per bene.

''Se stai tentando di scoraggiarmi, Duca'' ipotizza, attirando due occhi color inverno su di lui. Vuole cavarglieli con un cucchiaino da dessert. ''Una camera gelida e una teiera vuota non basteranno.''

''Davvero?'' un piacevole scivolio della testa ''E cosa lo farà, allora?''

''Uhm. Diciamo pure niente.''

Louis annuisce, comprensivo, torna alla lettura, di nuovo a chiara ed alta voce, quasi solenne: '' 'Non si sarebbe scoraggiato, avrebbe preso quello che voleva.' Questa è roba da Pulitzer, Agatha Christie, dovresti farci un pensiero'' propone, mentre Harry lo supera rabbioso. Evita, in ordine, di dare un calcio alla sedia, strapparsi i capelli o rompergli uno dei costosissimi quadri appesi alla parete sulla testa, andandosene invece con la sua tazza. Sbatte la porta sulle risate del Duca.

A Castle For Christmas ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora