1.

107 5 2
                                    

Una settimana dopo

Quella mattina tirava una brutta aria nei corridoi dell'ospedale e i medici erano esausti della situazione critica che albergava ormai da diverse ore.

Dall'entrata principale arrivarono due figure adulte.

Un medico dal camice bianco andò ad accogliere entusiasta i due uomini all'ingresso.

-"Finalmente siete arrivati!"

-"Abbiamo fatto più in fretta che potevamo. Mi dica...è ancora lui?"

Fù l'uomo dai capelli biondi a parlare per primo.

-"Esatto signor Jeanist. Mi spiace di avervi disturbato nuovamente ma credetemi, la situazione è ingestibile. Non ne vuole proprio sapere"

-"Ci faccia strada" fu Aizawa a parlare questa volta.

Beast Jeanis e il professor Aizawa, responsabile della classe 1A del corso per eroi della Yuei, seguirono il medico fino al secondo piano e ad ogni passo potevano udire quelle che parevano delle urla in lontananza. Tutt'altro che di aiuto, erano per lo più lamenti, grida di rabbia. Entrambi sapevano chi fosse il matto che le producesse.

-"LASCIATEMI USCIRE BASTARDI!"

Quella voce non era affatto nuova per i due eroi che continuavano ad avanzare verso quel borbottio.

-"DITEMI DOV'È, GLI FARÒ ESPLODERE IL CULO!"

Il professor Aizawa e l'hero Beast Jeanist alla vista di un ragazzo dai capelli biondo cenere intento a lottare con gli infermieri del reparto, non si sorpresero affatto.

Due medici stavano cercando di tenerlo fermo dalle spalle dato che il suo corpo era pieno di bende, ma senza risultato poiché il più piccolo trovava sempre un nuovo metodo per ribellarsi. Nonostante ciò che aveva subito era rimasto agile e scattante, il guerriero inarrestabile di sempre. D'altronde lui era fatto così, non c'era nulla da fare.

La sua voce era rude, puntigliosa e potente, quasi esplosiva, si poteva benissimo percepire la sua costante rabbia crescere. Non si accorse neanche dell'entrata in scena dei due professori.

-"La prego di lasciarci soli con lui" disse Aizawa.

Il medico annui asciugandosi con un fazzoletto la fronte bagnata dal sudore ed invitò i colleghi a seguirlo. Erano esausti di tenerlo a bada e ne avevano abbastanza.

-"Bakugou"

Nel sentire il suo nome il ragazzo puntò lo sguardo infuocato e colmo di furore verso i due adulti. Ciò che voleva erano delle spiegazioni immediate, era passato un giorno da quando si era risvegliato e da allora nessuno in quel patetico ospedale gliele aveva concesse. Neanche una risposta, il nulla più assoluto. E le domande che gli offuscavano la mente erano tante, troppe.

-"Le tue condizioni non sono ancora del tutto stabili, mi spieghi cosa ci fai alzato? Dovresti restare nel let–"

-"DOV'È DEKU?"

Il tono che aveva usato non ammetteva repliche. Lui doveva sapere, altrimenti sarebbe di sicuro impazzito.

-"Cerca di capire, è passata solo una settimana dall'accaduto. Sei ancora molto fragile, le ferite potrebbero riaprirsi se non–"

-"NON ME NE FREGA UN CAZZO DI COSA MI SUCCEDERÀ. DITEMI PERCHÉ NON È IN QUESTA DISCARICA DI OSPEDALE COME LE ALTRE COMPARSE! RICORDO BENISSIMO CHE ERA FERITO ANCHE LUI!"

Aizawa e Beast Jeanist si scambiarono una veloce occhiata complice e colma di tristezza.

Quando Bakugou Katsuki si metteva in testa qualcosa la portava sempre a termine, poco importava il prezzo. E adesso aveva la necessità di incontrare l'amico d'infanzia. Doveva assolutamente chiarire questioni lasciate in sospeso per troppo tempo. Sentimenti sigillati per anni, emozioni represse, rigetto ed odio ingiustificato, colpe, rimpianti...tanti rimpianti. Oramai ne aveva la testa piena e voleva liberarsene al più presto.

Non era previsto [DekuBaku]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora