Sull'uscio di una stanza vuota mi attendeva una fanciulla. Il suo volto era familiare, ma stentai a riconoscerla. Nel silenzio prese la mia mano e mi accompagnò al centro di quel luogo inospitale, invitandomi, con un gesto, a sedere su una piccola sedia in legno e metallo. Si sedette sulle mie ginocchia e fece cenno di abbracciarla. Poi sussurrò
«Hai paura?»
risposi
«Di cosa dovrei aver paura?»
continuò
«Guarda... Hai paura?»
Mi guardai intorno e la stanza, dapprima vuota, era colma di ombre indefinite. Circondate da una folla di cui non riuscii a vedere nulla, all'infuori di sagome scure che pian piano si avvicinavano minacciose, ci guardammo come avessimo l'una i pensieri dell'altra. Neanche un volto tra tutte. Solo strafottenti risate e un vociare confuso che dopo qualche minuto si fece ben distinto
«Ehi, ma perché non te ne torni nella giungla, tra i tuoi simili, o anche le scimmie non ti vogliono?!? Posso provare a chiedere a mio padre se ha un posto tra i suoi asini. Vuoi?»
e ancora risa, versi di animali e ovazioni per quell'affermazione.
La ragazzina tornò a ripetere
«Possibile che non hai paura!? Eppure ho dodici anni, dovresti averne. Hai visto quanti sono? Ti distruggeranno alla fine, lo sai, vero!?»
D'un tratto la riconobbi e mentre lei implorava
«Stringimi forte, ti prego, non lasciarmi»
la tranquillizzai dicendo
«Sta tranquilla Sonia. Non hai più dodici anni. È finita, siamo cresciute ormai.
Adesso tappati le orecchie e chiudi gli occhi. Non devi temere, non possono farti nulla. Ce l'hai fatta Sonia, sei diventata grande»Consegnandole la Maschera le dissi
«Ora indossala e nessuno potrà farti del male. Questi anni passeranno e lei ti salverà! Sopravvivrai, te lo prometto. Ora devo andare, domani è un giorno importante e devo riposare. Tu esci da qui, trova i tuoi alberi e rifugiati da loro. Ho già combattuto io per entrambe. Tu puoi star tranquilla, non devi più aver paura»
Con un bacio sulla fronte, mi svegliai.
Gli occhi guardavano il bianco soffitto che mi aveva riportato alla realtà, ma nella mente un pesante pensiero persisteva ingombrante
"Di nuovo lei in sogno a cercare conforto. Quando riuscirò a farle capire che è finita? Certo che sto messa proprio male. Lo so che devo curare le tue ferite, Sonia, ma non so perché ti ostini a ricordarmi il passato ogni volta che c'è qualcosa di nuovo nell' aria; la Maschera è qui, non ti devi preoccupare, ti aiuterà anche questa volta".
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Era stata una notte movimentata ma non potevo di certo tornare a dormire. Così, alzandomi ancora intontita, avevo aperto la porta della mia camera sbirciando furtivamente qua e là, tendendo l'orecchio per riuscire a capire se qualcuna delle ragazze fosse già arrivata.
Rassicurata dal fatto di essere ancora sola in casa, ero uscita piuttosto rilassata dalla mia stanza, per dirigermi in cucina e prepararmi la mia solita colazione fatta di caffè, latte e biscotti. Avevo ancora due ore di tempo prima di dovermi recare all'università, ma mentre mi preparavo per il grande giorno, oltre a pensare a quante figuracce avrei fatto in facoltà, tenevo ancora l'orecchio teso verso la porta, per evitare di essere presa alla sprovvista dall'arrivo improvviso delle mie coinquiline.
La casa era davvero troppo silenziosa e con l'ansia a fior di pelle, avevo bisogno della mia musica, così aprendo il cassetto nel quale avevo sistemato i miei cd, il mio indice aveva sfiorato più e più volte tutte le custodie, fino a fermarsi su quella perfetta per il momento. Quello del polpastrello che batteva due volte sull'involucro prescelto era diventato un gesto del tutto autonomo della mano, come se le mie dita conoscessero la maniera migliore di coccolare il mio cuore in qualsiasi momento. Con un movimento lento e delicato avevo sfilato l'involucro dalla pila e una volta aperta la custodia, con estrema attenzione avevo estratto il cd dei Black Eyed Peas per inserirlo delicatamente nello stereo e ascoltare la mia traccia preferita "Where is the love?".
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HO SENTITO IL CIELO ENTRARE DENTRO DI ME
SpiritualUn romanzo psicologico - spirituale in cui brandelli di vita vissuta saranno tessuti mediante i fili dell'immaginazione, mescolando così realtà e fantasia. Sonia, una ragazza timida, impacciata e insicura di sé stessa, sceglie di nascondersi dietro...