𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 𝓹𝓻𝓲𝓶𝓸

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Il trascorrere del giorno era stato al contempo proficuo e confusionario. Avevo avuto la mente così impegnata, da non riuscire a focalizzare l'attenzione sulle tante cose di cui mi sarei dovuta occupare.

La data della partenza era stata fissata già da un po', perciò avrei dovuto avere tutto il tempo necessario per metabolizzare la cosa; invece, come al solito, ero arrivata, alla vigilia di quel momento tanto importante, con i nervi a fior di pelle. Con grande maestria, avrei fatto le scarpe persino a una pila elettrica.

Davanti allo specchio, avevo provato e riprovato le frasi che avrei poi utilizzato, considerando tutte le possibili risposte che mi sarebbero state date. Persino le movenze, le inevitabili strette di mano e le tempistiche dei miei sguardi: avrei dovuto guardarle quelle persone, non c'era alternativa, ma l'avrei fatto solo per pochi secondi, giusto il tempo di fissare nella memoria i loro volti e non essere più scontrosa di quanto, molto probabilmente, sarei risultata. Tutto doveva essere perfetto, così mi ero preoccupata di appuntare ciò che avrei detto su di un foglio, compresi gli ipotetici, quanto più che reali, margini di errore cui sarei potuta andare incontro. Tale strategia sarebbe stata la mia àncora di salvezza e avrei ripassato gli appunti come uno studente prima dell'interrogazione.

Terminato con le prove, ero rimasta impalata dinnanzi all'armadio per le due ore successive, guardando e rimestando tra i miei vestiti, alla ricerca di quelli più adatti all'occasione. Causa svilimento, nella valigia erano finiti, gettati alla rinfusa, anche quelli che abilmente avevo deciso di scartare all'inizio.



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Per fortuna era arrivata. L'occasione che attendevo da tutta la vita era lì, dietro la mia porta e attendeva solo di essere presa al volo, per essere vissuta al massimo delle mie potenzialità. Avevo sognato quell'istante per così tanto tempo che, non mi sembrava vero fosse giunto al mio cospetto. Era il magico portale da attraversare per accedere a un'altra dimensione, in cui l'aria limpida permette di tornare a respirare senza fatica.

Nella mia vita, si erano riversati eventi che per ovvie ragioni di obbedienza divina alla Regina Omertà e a Sua Maestà Menefreghismo di massa, parevano essere sfuggiti alla visuale di chi viveva la mia stessa quotidianità. Ero stata prigioniera di una inverosimile agonia che nessuno vedeva, il pasto prelibato di un temibile aguzzino conosciuto come Bullismo. Mi aveva tenuto stretta, nella sua morsa, in modo brutale, soffocandomi il respiro e tenendo in ostaggio il mio animo sensibile. Così, per cercare di proteggermi dalle sue grinfie, ero diventata ribelle.

Non riuscivo ad accettare i motivi per cui la vita avesse deciso di presentarmi il conto, ancor prima di iniziare il mio viaggio e forse, ciò che mi rendeva debole e indifesa agli occhi dei miei persecutori, non era altro che il mio sentirmi facile preda da cacciare. Alle prime armi, nel districarmi tra le ingiustizie del mondo, non avevo ancora avuto l'occasione di trovare la sorgente alla quale abbeverarmi, per assaporare il dolce gusto della pace interiore.

HO SENTITO IL CIELO ENTRARE DENTRO DI MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora