Forse un po' mi faceva piacere il gesto che aveva fatto.
Ora ho la sua felpa, ma cosa ne faccio?
Ci avrei pensato più tardi, ora l'avrei messa nel mio armadio, sopra la pila delle felpe e dei maglioni.Come ogni inizio Aprile nel mio quartiere si organizza una festa di fine inverno e partecipano tutte le famiglie del vicinato.
Questa volta si fa a casa di un signore di una certa età che abita in una villa con un grandissimo giardino.Mi sveglio alle 9.00 e per le 9.40 sono pronta.
Prendo il sacchetto con dentro una torta che ha fatto mia madre e cammino verso l'uscita.
Mia padre mi chiama e mi raggiunge con una bottiglia di vino tra le mani.
Arrivati, comincio a salutare tutti gli invitati che non vedo per tutto l'anno tranne che in queste festicciole dove ci riuniamo tutti assieme.Mi ritrovo con alcune amiche che avevo sin dalle elementari, ma a quanto pare preferiscono stare per conto loro perché mi lasciano seduta da sola ad un tavolo.
Mio padre si avvicina e comincia a commentare il loro abbigliamento e atteggiamento per consolarmi del fatto che mi avessero lasciata sola.
Rido e comincio a bere un bicchiere d'acqua.Un ragazzo con un cappuccio rosso bordeaux sta abbracciando una signora e poi un'altra e dalla faccia delle anziane intuisco che stiano facendo dei complimenti al giovane.
Continuo a guardare.
Appoggia il cellulare al tavolo e si alza i pantaloni.
Chiede di potersi sedere e controlla i messaggi, sempre di spalle a me.Il padrone di casa libera il suo cane che subito comincia a saltare per il giardino.
Il ragazzo allunga le mani come per chiamarlo, si alza e si gira.
È li che lo vedo.
Vedo i suoi capelli castani, vedo i suoi occhi marroni, vedo il suo sorriso, vedo il suo sguardo posarsi sul mio.Lascio il bicchiere che pieno si svuota sulla mia maglietta.
Prendo una felpa e me la metto davanti d'impulso.
Mi vede e mi sorride.
Io ho tutta la maglia bagnata dall'acqua e sembra mi stia nascondendo dietro una felpa.
Divento rossa, rido d'impulso per ricambiare il saluto ma una volta che lui ritorna a concentrarsi sul cane la mia risata diventa una risata isterica e comincio a cercare le chiavi di casa per tornare a cambiarmi, per rimediare qualcosa.
Non le trovo, quindi mi saranno cadute quando ho raccolto la felpa per coprirmi.
Cerco sopra il tavolo, vicino, sono sotto al tavolo con la testa quando le vedo.
Allungo il braccio per prenderle e qualcosa mi travolge.
Mi ritrovo per terra a pancia in sù.
Un cane comincia a salirmi sulla pancia, io mi agito e lo faccio allontanare, finché non arriva Cameron e me lo leva da addosso.
Ce l'ho lì davanti e sono conciata come una barbona, anzi, peggio.
Vedo le chiavi con una mano le prendo e le alzo quasi per mostrare a Cameron che era per quelle che mi trovavo sotto un tavolo.
Lui mi prende una mano e mi fa alzare, io quasi scivolo ancora, ma poi mi aggrappo alla panchina e riesco a tenermi su."Tutto bene vero?"
"Circa"
"Ogni volta che ti vedo succede qualcosa!" E ride.
"Perché non sai cosa succede il resto del tempo... Non cambia molto"
Ride, ancora. Non capisco se sta ridendo di me, o per me. In ogni caso preferisco la seconda.
"Io non sono meglio, credimi" sorride.
"Non si direbbe"
"Beh, solo perché i cani non mi travolgono a terra non significa che anche io non sia strano"Prende il cellulare, non ha codice, ed entra nella galleria. Scorre delle immagini e ne sceglie una.
Me la mostra e anche se non volevo scoppio a ridere.Era lui con un cappello schiacciato sulla testa e le orecchie a sventola.
Subito mi metto una mano sulla bocca e lo guardo per vedere la sua reazione, ma sta ridendo guardando la sua foto.
"È autoironico, bene" penso.
Comincio a credere che non sia come gli altri pensano.