"Ti va di stare con me, Anna e Agnese in camera?" Mi chiedeva Daniela.
"Si certo!" Risposi senza pensarci molto dato che erano le prime persone con cui avevo fatto amicizia quasi subito.Dopo 45 minuti di corriera, rieccomi davanti al cancello di casa mia dove solo pochi giorni fa mi ero completamente rovinata la reputazione.
"Mamma?"
"Ah eccoti! Ci hai messo più del solito"
"La corriera è arrivata tardi"
"Sai per caso di chi è questa felpa?"
"Che felpa? Ah.. No"
Aspetta, certo che lo sapevo. Cioè, sapevo di averla presa io ma non di chi fosse veramente.
"Ah si, scusa mamma, è che me l'ha regalata Agnese qualche giorno fa e me n'ero già dimenticata"
"Ma.. Agnese sa che è da uomo?"
"Bah, non ha mai avuto un gran gusto per la moda"
"Comunque non te l'ho mai vista addosso"
Me la infilai.
"Ecco, ora mi hai visto"
Sfrecciai in cucina accecata dalla fame.
Mi feci per pranzo la prima cosa che mi capitó davanti:
Sgombro e grissini.
Non ho mai avuto voglia di prepararmi da mangiare da quando torno da scuola alle 14.30 .Mia mamma era in lavanderia a stendere quando il suo cellulare squilló.
Provai a chiamarla ma sentii comunque che non riusciva a capire cosa dicevo, così decisi di rispondere al posto suo."Pronto, Paola?"
"No, sono Teresa, mia mamma ora è impegnata"
"Ah Teresa, traquilla, sono Gina, volevo ricordare a tua mamma che ho lasciato la copia delle mie chiavi di casa a casa tua e che ho la sua pirofila già lavata qui da me, quindi tra poco mando mio figlio o mio marito a portarti tutto!"
"Va bene, grazie"
Non avevo capito molto, comunque avrei aspettato chiunque dovesse arrivare.Di lì a qualche minuto suonó il citofono, senza guardare chi era aprii il cancello dato che sarebbe dovuto arrivare il marito di Gina.
Aprii la porta e me lo ritrovai davanti.
D'impulso dissi "Ma cosa ci fai qui, te?"
"Tieni la pirofila, ho bisogno delle chiavi, grazie."
Gli strappai la pirofila dalle mani, la portai dentro e gli porsi le chiavi. Lui mi stava ancora squadrando dalla testa ai piedi così feci un movimento brusco per fargli capire che la doveva smettere.
Alla fine disse solamente
"Bella felpa" e girandosi verso il cancello sorrise.
Non si voltó, così io, ancora con un espressione sconvolta mi chiusi la porta alle spalle e chiusi gli occhi.
La felpa era la sua, ci mancava solo questa.
Portai entrambe le mani alla testa e mia madre salì le scale.
"Chi era?"