Capitolo 5

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La settimana finì piuttosto in fretta e decisi di uscire un po' di piú.
Cosí sabato stesso me ne andai ad una festa a casa di un'amica di Anna e Agnese.
Appena arrivata vidi una grande casa abbastanza moderna.
Luci e casse erano appese ovunque.
Entrammo e percorremmo il lungo viale che separa la casa dal cancello.
Devo dire che amavo come eravamo vestite.
Avevo dei pantaloncini neri che sembravano legati ad una canottiera altrettanto nera, Dr Martins.
Ci accolse la padrona di casa, che immaginavo completamente diversa.
Non sono abituata a bere, cosí non bevvi quasi nulla.
Ballammo per ora, per tutta la casa.
Un gruppo di quattro i cinque ragazzi ci guardava da un po' e non sapevo che fare perché erano molto, ma molto belli.
Cosí mi avvicinai solo un po', le altre mi seguirono.
Facevamo finta di non averci visti a vicenda.

La musica si fermó di colpo.

Tutti cominciarono a guardarsi intorno in cerca di spiegazione, ma nulla finché non ci fu un rumore sordo dell'accensione di un microfono.
La padrona di casa, Francesca, cominció a dire cose come "il bagno è da quella parte" e "spostiamoci tutti in giardino".
Noi fummo uno tra gli ultimi gruppi ad uscire.

Congelavo.
Avevano rimesso la musica, quindi cercai di compattarmi al gruppo e muovermi.
Peró dopo una decina di minuti io e Agnese ci andammo a sedere e a berci qualcosa.

Finalmente mi sedevo.
C'erano i divanetti pieni di felpe e giubbotti.
Dato che Anna e Agnese erano molto amiche di Francesca siamo rimaste piú degli altri da lei.
Un paio di felpe erano rimaste lì e nessuno tornava a prendersele così, morente per il freddo ne raccolsi una nera e decisi che se ci sarebbero stati problemi l'avrebbe subito ridata al proprietario.

Arrivata a casa, mi addormentai vestita.

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