Capitolo 3

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Suona la sveglia per la terza volta.
Non voglio alzarmi.

Guardo la sveglia, 6.10 è già tardi.
Mi alzo in piedi, apro la finestra, scendo.
Le scale sembrano non finire più, poi mi butto sulla credenza e mi prendo una tazza.
Mi giro per accendere il microonde e trovo mia mamma seduta a tavola con la mia e la sua colazione.
"Sta mattina l'ho preparata io"
"Non è il mio compleanno"
"Basterebbe un grazie, sai?"
Sto zitta, altrimenti non finisce piú.
Comincio a sorseggiare il mio thé che non è già più caldo.
Ci sono un sacco dj cose da mangiare sul tavolo, ma alla mattina il mio stomaco rifiuta tutto quindi evito e mi dirigo veloce in bagno per lavarmi i denti e vestirmi per la scuola.
"Tra 10 minuti passa la corriera, te lo dico"
Mia mamma sbuca da dietro alla porta per avvisarmi che sto facendo tardi, come se non lo sapessi.
Trovo sulla mensola del bagnonun profumo nuovo, lo metto.

Tossisco, è fortissimo.
Appena il tempo di salutare e mi trovo a metà strada, a piedi, al freddo per andare alla fermata della corriera.
Le tante voci dei miei compagni mi innondano la testa con i loro pensieri o sogni che hanno fatto la sera prima, se non preoccupazioni della giornata, come se tutti non ne avessimo.

Ancora una volta mi zittisco e annuisco.
La strada non è lunghissima ma il giro che fa la corriera per arrivare a scuola la allunga molto.
Dopo 40 minuti sono scesa.

Ancora una volta mi trovo en mezzo alla baraonda e decido di mettermi le cuffie per non ascoltare i loro discorsi.

Da dove ci fa scendere l'autista alla mia scuola bisogna fare un po' di strada a piedi quindi trovo una panchina per prima riposarmi un po'.

Misi via cuffie e cellulare.

"Scusa, ti seguivo da un po'"

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Un paio di giorni e aggiorneró il capitolo 4
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