Capitolo 3

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La mia routine non era mai stata un granchè, solo che non facevo più le cose di un tempo.
Già a soli dodici anni iniziai a lavorare, non facevo chissà che cosa, mi dilettavo solamente nei lavoretti più semplici e che erano alla mia portata, riuscendo così da quel momento ad avere il giusto che mi serviva per le cose quotidiane e qualche risparmio che mi conservavo per delle occasioni o situazioni importanti.
Il tempo passava velocemente tra io che lavoravo e che dovevo comunque aiutare gli zii in casa, che nonostante tutto continuavano a screditarmi ed a ripetermi che per meritare di stare con loro avrei dovuto dare il mio contributo come minimo.
In quella casa non mi era permesso fare nulla, nel senso, non potevo fare alcun sport (non che io ne avessi la passione), non potevo uscire con gli amici (non che ne avessi così tanti) per fare in modo di non spendere troppi soldi, dovevo lavare i piatti, sistemare la casa ed inoltre lavare i bagni..
Conoscete per caso la storia di Harry Potter che viene affidato agli zii materni? Ecco sì, tipo così..
La cosa che mi aiutava ad affrontare il tutto? La musica..
Ogni volta che ne avevo l'occasione, mettevo le cuffiette nelle orecchie e con la musica a tutto volume quasi da diventare sorda, facevo praticamente qualsiasi cosa, dalla più semplice, come ad esempio una passeggiata, alla più "complicata", come fare i compiti.
Ogni tanto, quando ero sola in casa, mi chiudevo come al solito nella mia stanza e dopo aver premuto 'play' sulla mia solita playlist, iniziavo a cantare e ballare.
Sì lo so, vi avevo detto che ci avevo rinunciato, ma in realtà rinunciai solamente al sogno di raggiungere il palco e non alla musica vera e propria, anche perchè in quei pochi momenti dove facevo ciò che fin da piccola ero abituata a fare, riuscivo quasi a scordarmi di tutto quello che mi circondava e poi mi ricordava di quando mi divertivo con la mamma e quando ne avevo il tempo, guardavo tutti i video che il papà aveva girato con la sua fidatissima videocamera, inoltre ricordo che una volta da tanto che la guardai affascinata, lui promise che un giorno me l'avrebbe regalata in modo da continuare il suo "lavoro" di collezionare piccoli ricordi per i momenti in cui ne avessi avuto più bisogno.
E da lì capii che sì, sarebbe stato difficile e tutto, ma avrei comunque dovuto fare tutto al meglio come mi insegnarono loro.
Infondo erano partiti per aiutarmi ad affrontare il futuro, no?

Un sogno impossibile o quasiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora