Il ferro e la calamita

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"Comunque a me il nuovo de filosofia m'ha colpito" dice Aureliano al resto della classe mentre, all'uscita da scuola, raccolti tutti in gruppo davanti al chiosco, commentano la mattinata appena trascorsa. Tra le mani qualche birra, Coca, patatine.
"Sì, pure a me, me pare uno a posto" gli dà ragione Matteo. In mano un bicchiere di Negroni e Luna seduta sulle gambe.
"Ma a posto de che? Regà è un fanatico, è tutta scena" asserisce Chicca, andando contro tutti, come fa sempre.

Io e Laura, invece, ce ne stiamo in disparte, appoggiati al muretto. Gli unici del gruppo a rimanere sempre indietro. Lei non mi parla, ma mi dà baci leggeri e mi accarezza. Lo fa continuamente. A volte vorrei dirle di smetterla, che le sue continue attenzioni mi tolgono l'aria. Come adesso, che guardo Manuel, entrambi i gomiti appoggiati sul bancone alle sue spalle e una bottiglia di birra tra le mani. Se la porta alle labbra e la provo ancora una volta, quella sensazione nel petto. Mi sembra di morire. Poi però penso che sono io la sua aria, che senza di me Laura smetterebbe di respirare.

"Secondo me è uno che se la crede troppo" dice Giulio.

"No, secondo me è figo" conclude Luna, e Manuel le dà ragione.

È lei, poi, a richiamare la nostra attenzione. A distrarci, dalle parole sussurrate e dalle carezze di Laura.
"Regà" dice. E noi ci stacchiamo. "Secondo voi com'è quello nuovo di filosofia?"

Li raggiungo a passi lenti, le mani nelle tasche, Laura alle mie spalle.
"Secondo me, il nuovo prof di filosofia è un grandissimo stronzo"
Mi scappa, non posso farci niente.

"Ah regà, è arrivato il so tutto io, è arrivato" mi smonta Manuel... o almeno ci prova.

Lo sguardo puntato nel mio, la solita strafottenza nei gesti e nelle parole.

"Lo so perché è mio padre" gli dico guardando solo lui.

E così adesso, lo sanno anche loro.

"Cosa?!" esclamano le ragazze.
"Ma che stai a dì? Ma daai!" Matteo.
"No no, Simò, n'ce credo" Luna.

E Manuel, i gomiti ancora sul bancone, il petto in fuori, mi guarda e sorride appena.
"Manco io, siete troppo diversi" dice.

"Vai a leggere il cognome"
"Balestra?!" mi chiede conferma Chicca.
"Preciso. Dante Balestra"

"Perché non me l'hai detto?" mi domanda Laura, sottovoce. E io non le rispondo.

"Poi... padre per modo di dire. Quando avevo dieci anni più o meno ha deciso di andarsene e così l'ho visto... poco o niente. Comunque, cambiare argomento no?"

"Ce vuoi dà 'na lista d'argomenti che possiamo trattà, Simò?" interviene Manuel, venendo verso di me. Sfrontato e provocatorio come sempre.

"Perché, te dà fastidio?" gli rispondo con lo stesso atteggiamento.
"Che voi? Dimme che voi, Simò?"
E quasi mi viene addosso. Gli occhi puntati nei miei, le spalle larghe, l'aria spavalda.

Manuel mi guarda e mi fa sentire male.
Manuel mi provoca e quel fuoco dentro il petto sale.

E non so se è rabbia o paura, so solo che nessun altro mi fa questo effetto.

Stavolta sono Chicca e Laura a dividerci, a tenere lontani il ferro e la calamita.

Mi porta via, Laura. Mi strappa al suo sguardo, alle sue ciglia lunghe e bellissime.

E strappa lui al mio.

Indelebile || Simone e ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora