capitolo 4

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Decido di fermare una persona a caso e chiedere dove fosse l'ufficio del preside, dopo tutto, non so dove andare. Ringrazio il tipo e mi dirigo dove mi è stato indicato. Busso alla porta e un uomo sulla quarantina mi fa cenno di entrare. Mi siedo e lui mi fa un gran sorriso che mi mette un po' a disagio. Non è facile mettermi a disagio dopotutto ho passato gli ultimi due anni della mia vita con Quill: è un tipo particolare, con pochi complessi e tanta simpatia, ormai mi trovo a mio agio con tutto e tutti. Evidentemente non proprio con tutti.

"cara tu devi essere la nuova arrivata, Stark, giusto?" dice sempre con quella faccia strana

"sì sono io" sento la mia voce

"bene, lei è Liz, è al quinto anno e ti farà fare un tour della scuola. Benvenuta signorina Stark" mi accorgo ora della ragazza seduta dietro di me. L'uomo si alza e io faccio lo stesso, mi porge la mano e gliela stringo

"è un piacere" ed esco dalla stanza insieme a Liz(?) è così che si chiama giusto? credo di si.

Ci incamminiamo e ad un certo punto si ferma, davanti ad un'infinita fila di armadietti

"questo è il tuo" dice, il numero 069, bello é? peccato che sia il mio numero sfortunato. Liz mi parla un po' degli eventi scolastici e mi presenta le aule, poi mi consegna un foglio con scritto il mio orario settimanale e l'elenco dei libri da comprare. In quel momento suona la campana e guardo l'orario, ora di pranzo. Liz è già sparita e io mi ricordo solo dove si trovano i bagni. Inizio a vagare poi decido di fare una mossa intelligente: seguo la mandria di studenti e bingo, sono in mensa. Non ho fame, decido di prendere solo una mela. In lontananza vedo il ragazzo di ieri e mi dirigo verso di lui, poi però vedo che si trova con un suo amico e quindi non voglio disturbare, giro i tacchi e mi siedo ad un tavolo vuoto.

Sento alle mie spalle chiamare il mio cognome e un gruppo di ragazzi ridere. Mi alzo e chiedo cosa avessero detto, dato che non stavo ascoltando
"Ho detto: allora è vero che la figlia del famosissimo Stark frequenta la nostra scuola" un ragazzo poco più basso di me mi è di fronte e ride con altri ragazzi
"Dovrebbe essere una brutta cosa?" Chiedo
"Certo" ghigna
"Senti coso non ho tempo da perdere"
"Come mi hai chiamato scusa?" Ribatte irritato. Cerco di mantenere la calma per non fare scenate
"Coso"
"Non ti permettere mai più, il mio nome è Flash e voglio che lo rispetti"
Un ghigno compiaciuto compare sul mio volto, faccio un passo avanti "altrimenti? Hai intenzione di picchiarmi, coso" lo provoco fino a vedere a che punto si spinge. Per fortuna la campana suona ed io non voglio fare tardi al mio primo giorno
"Ci vediamo in giro" prendo la roba è me ne vado.

Come Un Uragano |Peter Parker|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora