Come Un Uragano |Peter Parker|

capitolo 11

forse ho avuto una reazione un tantino eccessiva ma sentivo che in quel momento avevo bisogno di sfogarmi. Respiro e guardo l'ultimo pancake rimasto nel piatto. Dopo averlo divorato mi alzo dalla sedia per riportare il piatto al piano inferiore. Mentre scendo le scale lentamente sento la testa girare, le gambe deboli, il piatto mi cade di mano e in un attimo lo raggiungo sul pavimento. L'ultima cosa che ricordo è mio padre che corre nella mia direzione, poi nulla. Il buio più totale mi avvolge.

Sento la voce di Bruce rimbombarmi nella testa. Apro gli occhi e mi ritrovo sul divano con gli occhi di tutti puntati addosso "è tutto ok, tranquilla" cerca di rassicurarmi lui "sono più che tranquilla" rispondo acida, perchè devono rivolgermi così tante attenzioni? non le voglio, non ne ho bisogno, non ora. mi alzo e mi dirigo verso Peter "scusa per lo schiaffo, ma mi hai chiuso il cellulare in faccia e mi ha dato fastidio" Peter sembra indignato "come scusa? tu mi hai praticamente detto che non potevo avere impegni, scusa ma non esisti solo tu"

bene io provo a scusarmi e lui mi aggredisce. Guardo mio padre poi torno su Peter "se devi fare così, mi rimangio quello che ho detto, non mi dispiace di averti tirato uno schiaffo, anzi lo rifarei proprio ora"

"ok basta ragazzi" Thor si intromette proprio mentre stavo per alzare le mani "Anna effettivamente la gente ha altri impegni oltre che stare dietro a te, ma dopotutto sei figlia di tuo padre quindi posso capire la tua reazione. Mentre tu, non chiuderle il cellulare in faccia per così poco" lo guardo infastidita poi sposto lo sguardo su Peter e sorrido. Lui pare confuso, non credo che abbia capito il perchè del mio gesto, quindi nel dubbio sorride anche lui.

Saluto tutti e torno in camera. Non ho chiesto a mio padre il motivo della sua chiamata di oggi ma se fosse stato importante me lo avrebbe detto lui.