capitolo 6

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Sto piangendo. È un normalissimo domenica mattina ed è mezzanotte. Perché sto piangendo? Bella domanda. Scendo dal letto e alzo le serrande. Mi affaccio alla finestra e guardo le stelle. Ora mi sento nostalgica, mi manca la mia seconda famiglia.
Vorrei chiamare Quill, sapere come sta Gamora o se Groot ha iniziato a mettere le foglie. Scendo piano piano fino al piano del laboratorio. Appoggio la mano al sensore e 'accesso negato' incredibile, papà mi ha levato l'accesso. Mi butto sul divano, ora sono più giù di prima.
Mi risveglio che sono le 10:30. Gli altri hanno fatto colazione. Mi alzo trascinando i piedi e mi preparo un caffè.

"Tesoro, hai pianto? Hai gli occhi tutti rossi" dice Nat alzandosi e dirigendosi verso di me. Mi prende il viso tra le mani e vedo la preoccupazione nei suoi occhi. Mi focalizzo sugli altri alle sue spalle e ci stanno guardando.

"Mi mancano gli altri" strizzò gli occhi, non voglio piangere davanti a tutti. Nat mi abbraccia e mi sussurra che va tutto bene

"Posso provare a contattarli" dice mio padre lo guardo e mi precipito su di lui.

Papà va in laboratorio e io corro in camera per vedere di fare i compiti per domani.

Sono in crisi, non ci capisco nulla di Algebra
"Jarvis, chiama Peter" magari saprà aiutarmi
"Mi scusi signorina Stark, non conosco nessun Peter" mi sono scordata che mio padre chiama Peter o bimbo ragno o per cognome
"Scusa, chiama Parker" rimetto la testa sui libri ma non è cambiato nulla, non ci sto capendo niente.

"Pronto?" Sento la voce di Peter dagli altoparlanti

"Ei, sono Anna, ti disturbo?"

"No certo dimmi"

"Sto andando in crisi con algebra, volevo sapere se potevi darmi una mano"

"Certo, ma per telefono è un po' complicato, ti va se vengo lì?"

"O si, ti prego mi salveresti la vita"

"Ahah ok arrivo"

Scendo al piano di sotto e busso al laboratorio

"Ei papà tra poco arriva Peter per darmi una mano con i compiti, tu a che punto sei?" Chiedo mentre lui mi apre la porta

"Ci sono quasi. Vuoi due non mi piacete, mantenete una certa distanza" sorrido

Torno in camera e poco dopo bussano alla mia porta
"È aperto"

"Ei" mi ritrovo davanti un Peter super in imbarazzo

"Vieni vieni, sto diventando pazza" sorride e si avvicina. Ha portato i suoi libri e i suoi appunti, questo è un bene.

Si è fatto tardi e abbiamo appena finito. Mi butto sul letto imprecando e Peter sorride

"Davvero non so come non ti vengano" dice

"Se per caso non l'hai notato, ho saltato gli ultimi due anni" dico ironica "è tardi, rimani a cena?" Mi tiro su e lo guardo

"Se non è un problema"

"Tu avvisa tua zia, io dico a mio padre che stai qui, ti va la pizza?" Sorride e annuisce. Corro giù e trovo papà sul divano che si sta preparando, è molto elegante

"Esci?" Gli chiedo curiosa

"Ho una cena di lavoro"

"Ok, Peter rimane a cena, ordiniamo una pizza" non scorderò mai lo sguardo di mio padre in quel momento. In poche parole diceva: non ti lascerò a casa sola con un ragazzo. Allora gli faccio lo sguardo da: fidati di me, non faremo nulla e non romperemo nulla.

Non è vero. Abbiamo rotto qualcosa. Ma torniamo indietro. Stavano giocando a Just Dance mentre mangiavamo pizza in salotto e, beh, Peter mi è venuto addosso e mi è partito il telecomando dalla mano e ho rotto il vaso di mio padre, ecco a cosa servono quei fottitissimi laccetti. Ora sono nella merda. Mio padre sta per tornare e io sto guardando i pezzi sul pavimento mentre Peter sta borbottando qualcosa andando avanti e indietro per la stanza, crede che mio padre darà tutta la colpa a lui e lo ucciderà, tutto con in sottofondo Gentleman che continua ad andare. Prendo il telecomando e spengo la tv, inizio a pensare cosa fare ma proprio in quel momento sento l'ascensore arrivare al nostro piano. Mi volto verso il ragazzo al mio fianco e leggo il terrore nei suoi occhi.
Ci ucciderà.

Mio padre entra nella stanza, sembra già abbastanza incazzato: la cena di lavoro deve essere andata male. Passa lo sguardo da me a Peter al vaso a terra. Sta per urlare, me lo sento. Decido di batterlo sul tempo

"È colpa mia, è stato un incidente" faccio un passo avanti e provo a convincerlo.

"No signor Stark è colpa mia" Peter mi raggiunge

"Che fai?" Sussurro

"Oh non mi interessa chi è stato o chi no. A casa c'eravate solo voi due. Avete idea del valore di qual vaso, ne avete la minima idea!" Inizia a sbraitare "mi ero fidato, ti ho lasciato qui sola, per solo due ore e tu hai fatto danni" sta barcollando, ubriaco fradicio, ora mi fa veramente paura "sai, forse questo non sarebbe successo se tu non fossi tornata" mi si mozza il fiato. Non l'ha detto sul serio, non non l'ha fatto. Sento che sto per scoppiare a piangere.

"Forse hai ragione, forse non sarei dovuta tornare!" Urlo. Corro in camera. Sento papà che dice a Peter di tornare a casa.

Sono stesa sul letto, immobile, quando sento bussare alla finestra; è Spider-Man? Apro e lo lascio entrare. Si toglie la maschera e nei suoi occhi leggo un minimo di preoccupazione

"Stai bene?" Mi chiede "tuo padre è stato piuttosto duro"

"Si, solo, non voglio parlarne. Vorrei solo allontanarmi da qui" mi siedo sul letto e metto la testa tra le mani

"Vieni con me" Peter mi porge la mano. Io non capisco "ti porto a fare un giro" gli do la mano, lui mi abbraccia e mi dice di stringermi forte. Ci buttiamo dalla finestra. È una sensazione stupenda. Il vento tra i capelli, le luci della notte. È bellissimo.

Passiamo dalla sua finestra per prendere dei vestiti e subito dopo ci presentiamo a casa sua come se nulla fosse. Ci apre una signora abbastanza giovane con capelli lunghi e degli occhiali neri

"May, lei è Anna, una mia amica. Anna lei è mia zia, May"

"Piacere cara" sembra gentile. Entriamo e ci dirigiamo in camera di Peter. Una volta seduti, io sul letto e lui su una sedia gli chiedo se potessi rimanere lì, solo per quasta notte, intanto che mio padre non si sarebbe calmato.

"Certo, ovviamente. Sperando che il signor Stark non mi uccida dopo" dice con fare ironico, ma io non sono in vena di scherzare. May mi porta un cuscino e delle coperte e poco dopo ci mettiamo a dormire.

Come Un Uragano |Peter Parker|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora