Capitolo 4

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Il ragazzo si voltò lentamente ad osservarmi ma io ancora incredula sbottai.
<<Che cazzo ti è saltato in mente??>> Jungkook battè le palpebre confuso.
<<Come, scusa?>>
mi avvicinai a lui puntandogli il dito contro.
<<Sei impazzito? Perché gli hai detto che siamo fidanzati? Cazzo. Dovevi farti gli affari tuoi!>>
lui scosse la testa.
<<Che avrei dovuto fare? Stare a guardare? Io volevo aiutarti!>>

Sorrisi sarcasticamente a quella affermazione.
<<Io non voglio il tuo aiuto. So cavarmela da sola, Jeon.>>
non appena pronuncia il suo cognome lui si incupì.
<<Jeon?? Che fine ha fatto "Jungkook"? Sono Jeon adesso?>>
deglutii, poi parlai.
<<Pensavo che non fossi come ti descrivono.>>
abbassai il capo delusa, e Jungkook parlò.
<<Tu... credi a quello che dicono di me?>>
lo guardai di nuovo negli occhi.
<<Non volevo crederci ma... adesso ne ho avuto la conferma. Ti sei comportato con Hyeong proprio come lui si comporta con tutti gli altri. Sei un prepotente e... stammi lontano.>>

Mi voltai inginocchiandomi per terra e posando il mio taccuino nello zaino. Una volta conservato il tutto, misi lo zaino in spalla e cominciai ad allontanarmi, ma Jungkook mi bloccò afferrando il mio polso.
<<Io... l'ho fatto per te. Perdonami... volevo... non fa nulla, ti starò lontano proprio come desideri.>>
detto quello, girò la mia mano verso l'alto e vi posò la mela, poi lasciò il mio polso e se ne andò. Rimasi lì immobile ad osservare la mela ripensando al suo discorso.

Ma nonostante tutto ciò che avesse detto, una sola parola mi ronzava in testa continuamente: "perdonami". Jeon Jungkook, il ragazzo più temuto della scuola, aveva chiesto a me di perdonarlo. Tornai in classe delusa e presi posto sulla mia sedie sbuffando sonoramente e abbandonando lo zaino sul banco. Apparentemente, però non ero l'unica ad essere amareggiata. Jungkook entrò in classe e nonappena varcò la soglia si fermò, guardandosi intorno. L'aula era ancora deserta, quindi non poté fare a meno di incontrare il mio sguardo.

Posò gli occhi delusi e spenti sui miei, ma non mantenne il contatto visivo a lungo. Distolse l'attenzione e senza dire niente, prese posto al mio fianco sussurrando.
<<So che ti ho detto che ti sarei stato lontano ma... purtroppo dovrò sedere accanto a te.>>
io non gli risposi. Non sapevo perché ma il vederlo così deluso, come se le mie parole di poco prima in giardino lo avessero ferito nel profondo, mi rendeva triste e non potei farci nulla, solamente deglutire il magone e stringermi nelle spalle, facendomi piccola e schiacciandomi sempre più verso il muro, nella speranza che quest'ultimo mi inglobasse facendomi sparire e sottraendomi a quella tortura.

Volevo veramente evaporare come dell'acqua al sole, stare accanto a lui mi agitava soprattutto dopo la nostra discussione. Jungkook però continuava ad apparirmi in modo innocuo, non sembrava un tipo violento, il mio istinto me lo urlava, e la voce della mia coscienza mi rimbombava in testa dicendomi che lui non fosse cattivo. Il suo aspetto così innocente faceva letteralmente a botte con il suo carattere. La violenza che aveva mostrato nei confronti di quei ragazzi mi preoccupava.

Anche se si trattava dei bulli della scuola lui non poteva e soprattutto non avrebbe dovuto usare la prepotenza. Sentivo che fosse diverso da come lo descrivevano, ma se il mio istinto non si sbagliava nemmeno quella volta allora Jungkook perché si abbassava al livello di quei bulli? Perché non si dimostra superiore?
Ammettevo che gli ero grata per avermi aiutata, ma ero fermamente convinta che le minacce che aveva usato contro i tre ragazzi non erano un buon segno. L'aggressività non era mai una buona arma o almeno non dovrebbe essere usata come tale.

Il giorno dopo finalmente, sarebbe iniziato il club di disegno. Non vedevo l'ora di prendervi di nuovo parte, avevo già completato l'iscrizione e consegnato i moduli, mi restava soltanto affrontare quella lunga giornata di scuola e aspettare il pomeriggio per potervi partecipare. La giornata passò molto lentamente, per mia sfortuna. Cercai di evitare Jungkook al mio fianco per tutto il giorno ma naturalmente non ci scambiammo menneno una parola. Quando l'ultima ora finì mi fiondai fuori dalla classe e mi diresse nell'aula in cui il club di disegno si sarebbe svolto.

Volevo arrivare prima degli altri per rilassarmi un po'. Come sempre l'aula presentava degli sgabelli, ognuno fronteggiato da un cavalletto e una tela da disegno, posti a cerchio. Scelsi il posto da occupare e posai la mia roba, tirando anche fuori il mio solito taccuino da disegno, per poter sfruttare il tempo libero per fare ciò che più mi piacesse fare: disegnare. Cominciai a sfogare la mia fantasia, mi immersi totalmente nei miei pensieri e disegnai tutto ciò che mi passasse in testa. Dopo aver finito osservai il disegno e sgranai gli occhi nel rendermi conto cosa effettivamente avessi fatto.

Disegno Il Mio Amore Per TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora