Capitolo 6

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Avrei accettato qualsiasi cosa da parte sua, che fosse stato un ringraziamento oppure un vaffanculo. Nel peggiore dei casi ero sicura di meritarlo. Accarezzai il raccoglitore con la punta delle dita, come intimorita dal poterlo rompere. La curiosità di scoprire cosa si celasse al suo interno mi divorava viva, lentamente. Volevo così tanto poterlo aprire. Volevo così tanto scoprire quali disegni la mente di Jungkook creasse. Bramavo di sapere cosa girasse per la testa di quel ragazzo. Sapevo fosse sbagliato spiare, ne ero consapevole ma senza accorgermene le mie mani agirono da sole.

Aprii il raccoglitore e sfogliai i mille disegni, ognuno con una data diversa in alto a destra. Mi stupii nel vedere quanto fosse bravo quel ragazzo, come i suoi disegni fossero perfetti e sembravano essere stati creati da un professionista. Sfogliai ancora, ma mi soffermai dopo poco su un disegno in particolare. Il ritratto di una ragazza mi si parò davanti. Sorriso timido e sguardo basso. La mano destra costringeva i capelli dietro l'orecchio e il rossore nelle guance era ben visibile e nonostante fosse stato riprodotto a matita rendeva perfettamente l'idea. Deglutii sonoramente.

Quella ragazza nel ritratto ero proprio io. Portai lo sguardo sulla data e ciò che lessi mi costrinse a spalancare gli occhi. Quella data risaliva a due anni prima. Aggrottai le sopracciglia, non riuscendo a capire. Due anni prima Jungkook non mi conosceva neanche. Sì, qualche volta ci eravamo visti in corridoio ma niente di più. Perché Jungkook mi disegnò due anni fa?
Sollevai il foglio per osservare gli altri disegni e rimasi ancora più a bocca aperta. Molti altri disegni raffiguravano me in diversi modi: mentre stavo sola a disegnare sotto il grande albero del cortile scolastico, mentre stavo di fronte al mio armadietto, un ritratto in cui mi mordevo le labbra, uno in cui mi legavo i capelli lunghi e molti altri ancora, tutti datati dai due ai tre anni prima.

Allora era quello a cui pensava Jungkook? Lui pensava a me? Perchè? Scossi il capo e rimisi tutto quanto al proprio posto. Così aspettai l'inizio del corso di arte. Purtroppo non riuscii a concentrarmi e a seguire bene quel giorno. Improvvisamente era come se anche il disegno non mi aiutasse a scaricare la tensione. Pensavo e ripensavo a quei disegni e a Jungkook. Non resistetti un attimo in più tra quelle mura. Era come se tutto intorno mi opprimesse, come se stare lì dentro mi soffocasse, allora semplicemente mi alzai e andai via. Il giorno dopo mi alzai di malavoglia e mi trascinai a scuola a forza. Entrai in classe e presi il mio posto come sempre.

Quel giorno avrei dovuto restituire i disegni a Jungkook e speravo con tutto il mio cuore che non mi negasse la parola. Dopo poco, il ragazzo arrivò e si sedette accanto a me senza guardarmi nemmeno. Si accomodò sulla sedia con un tonfo e sbuffò sonoramente. Lo osservai per un po' con il cuore in gola e il respiro affannato ma lui non mi guardò nemmeno una volta, nemmeno per sbaglio. Presi dei piccoli respiri per potermi calmare e facendomi coraggio parlai.
<<Jungkook?>>
lui non si voltò, semplicemente guardò di fronte a sé ma rimase in attesa con la schiena rigira e i pugni serrati sul banco.

Sapevo perché non si fosse girato: avevo pronunciato il suo nome. Sbuffai infastidita e continuai.
<<Jeon!>>
non appena pronuncia il suo cognome si voltò, in fondo era stato chiaro il giorno prima. Lui per me era "Jeon". Deglutii e continuai.
<<Devo... devo dart...>>
mi interruppe.
<<No, dovresti solo evitarmi. Mi faresti un favore.>>
rimasi a bocca aperta. Jungkook era arrabbiato con me e potevo capirlo ma ormai ogni parola di quel ragazzo mi feriva. Il vederlo così distante solo a causa mia mi uccideva. Il sapere che avesse alzato tra di noi una barriera mi frantumava il cuore. Voltai il capo e mi avvicinai di nuovo maggiormente al muro per potergli stare il più lontano possibile.

Così passarono le prime tre ore: io schiacciata contro il muro per non infastidire il ragazzo e lui con lo sguardo fisso davanti a sé, mentre si torturava le mani. Fu la ricreazione ad interrompere quella situazione. Non appena la campanella si fece udire, Jungkook scattò in piedi uscendo dall'aula come un fulmine, come se si trattasse di vita o di morte. Uscii anche io e cercai di seguirlo ma lo persi di vista. Presi il suo raccoglitore e lo osservai. Dovevo darglielo e anche in fretta, così mi sarei tolta il pensiero una volta per tutte. Mi avvicinai agli armadietti camminando lentamente. Il corridoio era quasi del tutto deserto.

Per la ricreazione i ragazzi stavano quasi tutti a mensa oppure in cortile, raramente qualcuno si fermava nei corridoi. Sospirai indecisa sul da farsi. Forse avrei dovuto cercare Jungkook o forse avrei dovuto aspettare di tornare in classe ma tanto sapevo che non mi avrebbe calcolata. Mi stavo letteralmente tormentando, mentre l'ansia mangiava le mie budella. Dopo un po', il rumore di passi però mi costrinse a risvegliarmi dai miei pensieri. Mi voltai nella speranza che fosse Jungkook ma quello che mi trovai di fronte fu Hyeong.

Lo guardai negli occhi mentre lui con un ghigno fastidioso parlò.
<<Che c'è? Il tuo fidanzatino ti ha abbandonata?>>
abbassai lo sguardo, Jungkook non era di certo il mio ragazzo e sicuramente non mi aveva abbandonata ma qualcosa di simile. Strinsi il raccoglitore al petto rimanendo in silenzio. Il ragazzo si fece più vicino con un sopracciglio alzato e un ghigno ancora più grande sulle labbra.
<<Che c'è, non fai più la spavalda? Hai capito finalmente che devi aver paura di me?>>

Disegno Il Mio Amore Per TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora