Sgamata

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Ebbene sì.
Non sono una di quelle normali ragazzine che non fanno altro che studiare, andare a scuola, in palestra e tutte quelle cose là.
Il perché? Semplice.
Quando avevo solo 6 anni, una mega esplosione distrusse la mia casa. Riesco ancora a sentire le urla di mia madre tra le pareti della mia testa...
Come sono sopravvissuta?
Perfino io sto ancora cercando di capirlo.
Dopo il devastante giorno del funerale di mia mamma, io e papà ci siamo trasferiti nell'appartamento della mia amata "abuela". No, non siamo di origini spagnole, mia nonna semplicemente ama le serie argentine e quindi mi ha chiesto di chiamarla così. Lei è sempre stata una tipa autonoma, fumentina e giovanile, infatti è difficile che riesca ancora a sopportarci in casa.
Comunque lasciate che mi presenti: il mio nome è Sofya (rigorosamente con la y) e, dopo quell'incidente, la mia vita ha completamente rivoltato pagina.

Sono sulla terrazza del palazzo del mio palazzo a mangiare un cheeseburger. Dopo scuola sono passata al Mc per un "pranzetto" al volo. La lezione di fisica mi aveva eliminato le energie. Guardo il mio hamburger con attenzione in tutti i suoi magnifici dettagli ma nemmeno il tempo di dargli un morso che, grazie ai miei riflessi, sposto la testa per non farmi travolgere da una sottospecie di frisbee gigante.
Mi giro sconvolta e noto dettagli su quel coso blu, rosso e bianco impiantato di netto nel muro. Mi rigiro e mi ritrovo faccia a faccia con una delle più grandi e potenti persone del Mondo. Captain America.
Solitamente una persona normale si sarebbe inchinata ad una magnificenza simile, o almeno avrebbe salutato con orgoglio una eroe nazionale ma, come ho detto precedentemente, io non sono una di quelle.
《È fuori di testa?! Stava per farmi cadere il cheeseburger!》 Urlo stravolta.
《Piacere mio, Sofya Black》dice il capitano facendomi l'occhiolino.
《Oh...io...dovrei tipo inchinarmi?》faccio confusa.
《Nahh, non credo ce ne sia bisogno. Come penso tu abbia capito, io sono Steve Rogers e... andiamo al punto: sono qui per regalarti un'opportunità》.
《La prego, non mi faccia uno di quei suoi discorsi che ci fanno ascoltare a lezione di motoria per motivarci!》Ironizzo io.
《Okok, va bene!》ride《 Ma per favore, dammi del tu, altrimenti mi sento più vecchio di quello che sono. Ma sono qui per un valido motivo. Sbaglio o tu sei quella dalle mani viola?》 Mi chiede.
Rimasi esterrefatta.
《Mani viola? Cavolo, è gia tanto se ho il pollice verde, così mi metti in difficoltà!》
Sì. Mi sto letteralmente arrampicando sugli specchi.
《Avanti! Lo so che sai che cosa intendo!》
《Ok ma seriamente! Penso che tu stia sbagliando person-》
Un attimo fuggente. Cap si piega davanti a me, mi sfila il cheeseburger dalle mani e lo lascia cadere dalla terrazza del mio palazzo (50 piani di struttura, amici carissimi).
D'impulso, mando le mani avanti con un sonoro e acuto "noooo" e, con un lampo violaceo, teletrasporto i resti scomposti del mio panino perfettamente ordinati e ancora più golosi sul tavolino della terrazza, direttamente nella confezione.
《Sì, sicuramente ho sbagliato persona.》dice lui facendo un cenno divertito con il capo.
"Diamine Sofya, ma puoi essere più deficente di così?!? Sei stata sgamata in un modo vergognoso."
Cap nota il mio sguardo arreso e afflitto, proprio per questo si protende leggermente verso di me e mi chiede 《I tuoi genitori lo sanno?》
Ovvio che no, mio padre mi avrebbe già mandato al manicomio!
《No...no no no, se lo sapessero sarebbe un casino totale. Mia mamma però lo avrebbe già capito probabilmente.》 Dico io sorridendo leggermente al pensiero di mia madre che indaga tra i miei segreti oscuri con il suo solo sguardo.
《Capisco...ma non hai nemmeno mai cercato di approfondire l'argomento o...usato in modo efficace i tuoi poteri?》
《Ho sempre cercato di tenerli nascosti o di usarli solo quando necessario...》dico io alquanto confusa.
Non mi era mai interessato particolarmente diventare una di quelle supereroine dai mantelli e i vestiti superfighi attillati, anche se devo ammettere di essermi guardata ogni tanto allo specchio immaginandomici dentro.
《Non ti ricordi qualche evento particolare che abbia potuto provocarteli o ci sei proprio nata?》
Cavolo quanto odio parlarne. Ma infondo è pur sempre Captain America.
《Quando ero piccola, una bomba è esplosa dentro la mia casa...le indagini non hanno rivelato né chi l'avesse innescata e nemmeno da cosa provenisse...il giorno del trasloco, abbiamo cercati di recuperare il più possibile. Ero riuscita a riempire una sola scatola con i pezzi dei miei giochi e qualche libro. Stavo facendo cadere uno di essi e mi si è teletrasportato nella scatola come ho fatto prima col cheeseburger, ma solo guardandolo. Poi credo di avere altri poteri ma non mi ci sono mai concentrata molto.》 Spiego io.
《Cavolo, Sofya...potresti esserci veramente utile, sai?》
《Aspetta...esserci? Che succede?》
CONFUSIONE.
《Beh ecco...io sono venuto qui per chiederti una cosa davvero importante. Ti spiego in breve. Io e Tony non siamo d'accordo sotto molti punti di vista, ma questa volta l'ago della bilancia è totalmente impazzito. Dopo la tragedia a Lagos, ci stanno imponendo limiti nel nostro lavoro, e firmare ed accettare una cosa simile sarebbe come disintegrare completamente la nostra libertà. Quello che è successo è assolutamente orribile e molte vite non possono essere riportate indietro. Ma è pur sempre una responsabilità che ognuno di noi è consapevole di portare dietro. Noi Avengers cerchiamo sempre di fare il meglio per salvare anche solo una piccola casetta nel bosco. Ma non sempre tutto va come vorremmo andasse. Toglierci tutte le nostre scelte sarebbe come non avere più nulla. Senza di noi adesso come presidente avremmo uno scellerato col mantello verde e il suo cubetto di ghiaccio luminoso. Se noi non avessimo la libertà, tutte quelle vite probabilmente si duplicherebbero, e noi ci ridurremmo ad invecchiare e giocare a carte mentre il mondo cadrebbe a pezzi. Senza fare nulla.》 Dice lui scandendo bene le ultime parole. 《Ma tutto ciò il caro "playboy filantropo" non riesce a capirlo, semplicemente perché vuole la pace tra tutti senza vedere le conseguenze. Detto ciò, ti invito ad unirti al mio piccolo gruppo di supereroi per riuscire a porre fine a tutto ciò. Cosa ne pensi?》 Continuò sorridendo lui.
《Accidenti, e tu questo lo chiami "spiegare in breve?"》.
Mi faccio ridere da sola certe volte. Ma io nascondo il mio disorientamento nell'ironia totale.
《Riesci mai ad essere seria?》 Ride.
《Ok. Ok ok penso che tutto ciò sia alquanto strano...tu hai ragione, la penso come te. La libertà dev'essere di tutti, soprattutto di voi supereroi che vi battete sempre per il bene. Mi sento davvero confusa... Da una parte vorrei un po' di "pepe" nella mia vita e fare tutto questo sarebbe incredibile, dalla parte razionale, invece, credo sia alquanto irresponsabile e non so come la prenderebbe mio padre se lo scoprisse...》
D'altronde, quando mai mi sono interessati i miei poteri? Anche se sarebbe perdere un'occasione irripetibile...
《Quindi è un no?》
Mi mordo un labbro con un'espressione corrucciata.
Non ero mai stata tanto indecisa nella mia vita. Però cosa ci perdo se provo?
《Lo farò.》finisco decisa.
《Ottimo! Sono contento. Ci vediamo domani al parcheggio del mall allora, cara Sofya Black. Ti farò conoscere gli altri. È stato un piacere...ah, prova ad aggiustare quel muro...non vorrei diventare un operaio!》dice lui facendomi l'occhiolino.
《D'accordo, prendo l'acqua e il gesso allora. A domani.》Rido io.
Cap se ne va. Appena sparisce mi avvento finalmente sul mio cheeseburger, che ovviamente era sparito, rapito da chissà chi...

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