capitolo 6 - nightmares and charms

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'Non toccarla, devi stare fottutamente lontano da lei!'
Urlo e l'uomo che sta davanti ai miei occhi sorride di un sorriso perverso e malvagio e continua ad avvicinarsi mentre la scena mi ripassa per la mente un'infinità di volte.
'Tranquillo amico, non le farò del male, solo una scopata e poi te la rendo'
Continua ad avvicinarsi e mi spinge così forte da farmi sbattere con le spalle al muro.
Poi la prende per i capelli mentre lei urla disperatamente il mio nome ma io non posso fare nulla...ho solo 8 anni.

'MAMMA! MAMMA!'

Mi risveglio da quell'incubo e davanti a me posso vedere un volto preoccupato, con due occhioni azzurri che lo illuminano.

'Hei Styles che ti è preso?'

Mi chiede Louis mentre si siede sul mio letto disfatto dai miei movimenti.

'Scusami se ti ho svegliato, è lo stesso stupido incubo di sempre'

Dico io giustifandomi.

'Beh, posso sapere perché urlavi mamma?'

Così gli raccontai dell'uomo che a 8 anni mi traumatizzò la vita. Gli raccontai di come lo vidi mentre stuprava mia madre e di come lei piangeva e mi fissava come per scusarsi di ciò che stava facendo. Gli raccontai di come scappò e di come la lasciò inerme sul pavimento del salotto di casa, come uno straccio di un vestito usato che ormai non serve più. Mia madre era stata stuprata da quel tizio, di cui ancora non so assolutamente niente, davanti agli occhi di un me piccolo e indifeso.

Louis mi guardava negli occhi, di tanto in tanto li serrava riaprendoli subito dopo, come quando si deve mettere a fuoco un qualcosa davanti a noi, come quando ci si concentra del tutto su di una cosa o su di una persona, lui era così, del tutto attento a tutto ciò che dicevo, a come lo dicevo e soprattutto a cosa dicevo.
Continuò a guardarmi, o meglio, a fissarmi per un lungo tempo anche quando avevo finito di dirgli tutto; le sue pupille si dilatavano e i suoi respiri diventavano sempre più corti ad ogni mia parola, per poi tornare ad essere normali non appena finivo il discorso.

'E questo è quanto'

Dissi per tagliare il silenzio e l'imbarazzo che stava nascendo in quella stanza.

'Mi dispiace'

Disse abbassando la testa verso le sue mani.

'Tranquillo oramai ci ho fatto l'abitudine, adesso è tutto finito'

Rialzò lo sguardo e mi fece un sorriso, uno di quei sorrisi carini e comprensivi, uno di quei sorrisi che si fanno a una persona quando non si sa che dire e le espressioni possono fare da se.

'Beh allora, ti va di andare a prendere un caffè al bar?'

Mi chiese alzandosi di scatto e guardandomi dall'alto in basso.

'Certo Lou, volentieri'

Mi guardò seriamente poi sbuffò sorridente e si avviò alla porta, forse per il 'Lou' o forse per il fatto che mi ero aperto con lui, un ragazzo che avevo conosciuto solo il giorno prima, ma mi fece rallegrare; presi la felpa sulla sedia ed uscii chiudendomi la porta alle spalle e lasciando i pensieri di mia madre all'interno della stanza, pronto ad affrontare il primo vero giorno al College.

Il bar era affollato, l'orario di punta in questo posto erano le 10:00 così facemmo la fila per poi riuscire ad arrivare al bancone e chiedere due caffè.
Fortunatamente c'era un tavolo libero così ci misimo a sedere a goderci la bevuta tra chiacchiere e risate.

'Comunque grazie per prima'

Disse Louis. Perché avrebbe dovuto ringraziarmi?

'Per cosa?'

Chiesi confuso.

'Beh per il fatto che tu abbia detto una cosa così importante per te, ad un ragazzo come me!'

'Perché come saresti?'

Chiesi appoggiando la tazzina sopra al piattino sul tavolo e appoggiandomi sullo schienale della poltrona mentre continuavo a fissarlo intensamente senza mai distogliere lo sguardo.

'Beh sono uno stronzo se non lo avessi capito, perché mi hai detto quelle cose?'

Mi chiese scuotendo il capo e guardandosi le scarpe.

'Non creo pregiudizi io, solo perché mi hai quasi tirato un pugno ieri non vuol dire che tu sia stronzo, magari eri solo incazzato'

Dissi sorridendogli.

Lui alzò la testa e mi sorrise di nuovo, la stessa identica espressione di qualche minuto fá, quando lo avevo chiamato 'Lou', la stessa identica espressione che mi aveva rapito.

Quel ragazzo in qualche modo, mi incantava.

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