𝐈𝐈𝐈:𝐥𝐨𝐯𝐞𝐛𝐢𝐫𝐝𝐬

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"𝐈 𝐩𝐫𝐨𝐦𝐢𝐬𝐞 𝐲𝐨𝐮, 𝐥𝐨𝐯𝐞"
|𝐒𝐎𝐍𝐆 𝐅𝐎𝐑 𝐓𝐇𝐄 𝐂𝐇𝐀𝐏𝐓𝐄𝐑:|
|𝐁𝐎𝐔𝐍𝐃 𝟐 𝐁𝐘|
|𝐊𝐀𝐍𝐘𝐄 𝐖𝐄𝐒𝐓|

𝐎𝐜𝐭𝐨𝐛𝐞𝐫 𝟗𝐭𝐡 𝟐𝟎𝟏𝟕
𝟏:𝟐𝟑 𝐏.𝐌.
𝐒𝐚𝐧𝐭𝐚 𝐁𝐚𝐫𝐛𝐚𝐫𝐚, 𝐂𝐚𝐥𝐢𝐟𝐨𝐫𝐧𝐢𝐚, 𝐔𝐒𝐀

𝐉𝐔𝐒𝐓𝐈𝐍'𝐒 𝐏𝐎𝐈𝐍𝐓 𝐎𝐅 𝐓𝐇𝐄 𝐕𝐈𝐄𝐖 "Tu non hai sentito nulla" dissi freddo, ancora con il telefono tra le mani

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𝐉𝐔𝐒𝐓𝐈𝐍'𝐒 𝐏𝐎𝐈𝐍𝐓 𝐎𝐅 𝐓𝐇𝐄 𝐕𝐈𝐄𝐖
"Tu non hai sentito nulla" dissi freddo, ancora con il telefono tra le mani. "Justin, non farò finta di nulla, o mi dici che succede o ti denuncerò, perché so che quello che mi hai fatto vedere non è un vero certificato dell'affidamento" strillò più di quanto credessi che le fosse possibile.
"Ah davvero?" mi alzai dal letto.
"So che in realtà io ti faccio paura, i miei genitori erano amici dei tuoi e dissero che ti avrebbero affidato a me, qualunque cosa succedesse, come tuo fidanzato" mi avvicinai a lei, fino a scontrarmi contro il suo petto, privo di reggiseno, la vidi arrossire.
"Tu non mi fai paura, anzi. Io penso che tu sia una persona fantastica" mi avvicinai con il capo verso di lei. "Allora perché quando ti abbraccio, ti cerco di baciare o ti sfioro soltanto, tu cambi sempre argomento? Siamo fidanzati" il mio fiato era sul suo viso, precisamente sulle sue labbra.
"Perché voglio andarci piano Justin, perché devi capire che sono una ragazzina e che per se te tutte le attenzioni che mi dai sono normali, per me sono del tutto nuove. Nessuno mi ha mai sfiorata come fai tu. Mi stai facendo provare delle emozioni nuove e confesso che mi sono sentita presa in giro quando pochi minuti fa te ne sei andato, volevo che il nostro primo pranzo fosse unico" lei mi amava, ne ero certo. "Tu...mi ami?"speravo in una risposta affermativa. "Non ne ho idea. Non ho mai provato emozioni simili, non so distinguerle...ti prego, comprendi"le toccai il labbro inferiore, lei dolcemente sussultò. "Lo capisco, scusa. Beh, io sono...ti amo, Isabelle" rimase scioccata, stringendo i denti. "Tu..mi conosci si e no da un giorno e, già mi ami?" era piuttosto confusa. "Io ti conosco..." mi resi conto di ciò che stavo per rivelarle, mi corressi prima del tempo.
"È come se ti conoscessi da sempre, già te l'ho detto e mi hai fatto innamorare. Quando questa mattina a colazione abbiamo parlato...amo come sei" la strinsi a me, cingendola con le braccia appena sopra il fondoschiena. "Come sono?" chiese stranita, sapevo fosse sbagliato e che lei fosse ancora una ragazzina, ma davvero ero innamorato.
"Sei la persona più bella al mondo, sei bellissima sia dentro che fuori e...sei la donna più dolce del mondo, sei molto intelligente per la tua età e sei perfetta, per me" non le sapevo resistere...

𝐈𝐒𝐀𝐁𝐄𝐋𝐋𝐄'𝐒 𝐏𝐎𝐈𝐍𝐓 𝐎𝐅 𝐓𝐇𝐄 𝐕𝐈𝐄𝐖

Indossai la veste rosa, simile a tutti quei pigiami di cui era colmo il nostro armadio.
Feci uno chignon mal riuscito, le ciocche più corte andarono a finire sul mio volto, facendomi provare un fastidio alla pelle bianco latte.
Guardai per l'ultima volta il mio viso, stanco di quell'assurda giornata, iniziata nel migliore dei modi e finita non si sa ancora come.
Quando incrociai lo sguardo del biondo, mi soffermai molto di più su quel bel volto che aveva sempre, in ogni momento, quando provava qualsiasi emozione la sua bellezza non si distorceva di un secondo.
Probabilmente non è era neanche consapevole, il che lo rendeva ancora più affascinante.
Batté con sorprendente forza la mano sulla sua gamba, due o tre volte, facendomi segno di sedermici sopra.
Sorprendentemente ci andai, facendo attenzione a non dargli troppo fastidio.
"Mettiti meglio, puoi tenerti se vuoi" capii che starmene con le gambe divaricate non era la cosa migliore, mi sedetti a sirena e quando mi aggrappai al suo collo, dalla vergogna della nostra vicinanza, arricciai le punte dei piedi, una mia abitudine.
"Sei tesa per caso?" mentii, scuotendo la testa, mi faceva dire tante bugie e purtroppo lo sapeva bene, sono una pessima bugiarda.
"Dimmi la verità. Voglio che tu ti senta libera di parlare" senza accorgermene, fui stregata da quel viso così perfetto e quelle parole così dolci, non so in quale sindrome di Stoccolma ero coinvolta, ma ero certa che in due giorni ero letteralmente impazzita.
Presi ad accarezzargli la radice dei capelli, dove era depositato un po' più giù, un tatuaggio.
Delle ali, non avevo la minima idea di cosa avessero potuto significare per lui.
L'avevo notato quella stessa mattina, quando arrivai in cucina.
"Vorrei anch'io lo stesso, ma se non mi dici cosa fai con la droga, non funzionerà" usai parole povere, per fargli capire che davvero me ne importava di ciò che gli stava succedendo.
"Ok...ma, ti dico che sei l'unica a cui racconterò la storia" in quel momento mi sentii davvero importante per lui, ho capito che era pronto ed io gli sarei stata accanto.
"Quando avevo circa...sedici o diciassette anni, mamma e papà morirono. Dovetti scappare, i miei zii mi volevano in un collegio maschile in Austria e...comprendimi" ridacchiai un po', facendolo sorridere.
"La notte era gelida e mi riparai in questo nightclub, dove incontrai un paio di uomini. Ascoltai la loro conversazione, dicevano che con quella roba si facevano un sacco di soldi a Baltimora. Mi trovavo lì vicino e logicamente, li seguii di nascosto" socchiusi per un attimo le labbra, pensando a quella lunga notte che Justin aveva passato. "Poi...mentre erano a fare una consegna, rubai quanta più droga trovai e mi nascosi in una casa a qualche isolato più avanti. Era abbandonata" sospirò con gli occhi abbassati per poi continuare. "E quindi quando ci entri non ne puoi più uscire, parecchi sanno il tuo nome e.." cercò di giustificarsi, a me non importava. "Justin, non ti giudicherò ma promettimi, su tutto quello che ti sta più a cuore, che non cadrai anche tu in questo giro...promettimi che non ti drogherai" lo guardai per l'ennesima volta in quelle 48 ore e ogni volta percepivo che quelle splendide iridi nocciola toccassero ogni particella del mio corpo.
"Te lo prometto, amore" era la prima volta dopo anni che qualcuno mi chiamava con questo appellativo. E io sapevo che provavo qualcosa nei suoi confronti, avevo un disperato bisogno di dirglielo.
"Penso di essere anch'io innamorata, l'ho capito da quando oggi ho sentito quella tua frase, da quando te ne sei andato all'improvviso, so che sembra folle.." mi baciò con un'incredibile capacità e una straziante lentezza che allo stesso tempo erano il miscuglio perfetto. Era il secondo quel giorno. Quando discutemmo, quasi sul punto di morte, era desideroso di quel contatto. Ma era il
mio primo bacio, doveva capirlo.
Furono entrambi baci a stampo, lo appezzai, non si era spinto oltre.
"Ti ringrazio" gli dissi avvicinandomi di nuovo, se due giorni fa mi avessero detto che la situazione sarebbe finita così, probabilmente sarei corsa via.
"Per cosa?" ero persa nei suoi occhi, il modo in cui mi sorrise mi fece ritornare alla realtà.
"Per esserti fidato" avvampai, quando accarezzò la mia gamba e mi fece spostare, tenendo le ginocchia accanto ai suoi fianchi.
"Ti amo da morire, piccola" cadette all'indietro facendomi scoppiare dal ridere.
Quella notte ci addormentammo abbracciati, era la nostra prima notte insieme e fu speciale più che mai. Lo amavo, si...ma infondo, avevo fatto ciò che mamma mi aveva chiesto.

𝐮𝐧𝐝𝐞𝐫 𝐫𝐞𝐯𝐢𝐞𝐰✔︎
𝟏𝟏𝟖𝟔 𝐰𝐨𝐫𝐝𝐬

𝐦𝐲 𝐬𝐩𝐚𝐜𝐞:
Sono una bugiarda, lo so. Finalmente il punto di vista di Justin. Spero che il capitolo sia piaciuto, un bacio...ciao♥︎!

il quarto capitolo lo trovi qui ☟︎

 𝑾𝒉𝒂𝒕 𝒍𝒐𝒗𝒆 𝒅𝒐𝒆𝒔- 𝒋𝒃Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora