18. Contro al mondo

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"E come si chiama?" Niccolò si separa a malavoglia dall'abbraccio e indica con un cenno del capo la finestra di fronte a loro, senza però riuscire a staccare le mani dal corpo di April.

Le tiene ben salde sui suoi fianchi, facendole battere il cuore molto più velocemente del normale.

"Ryan." risponde lei qualche istante più tardi, cercando di distrarsi da quelle sensazioni del tutto nuove.

Niccolò non fa fatica ad immaginare il perché di quel nome, e sorride.

"Ora che lo guardo bene...ti assomiglia tanto" dice poi lui, lasciando scorrere per l'ennesima volta lo sguardo attraverso le lenti del binocolo ed accorgendosi di quanta April ci sia in Ryan.

I capelli castani e lisci, gli occhi scuri ma svegli, il modo in cui tiene lo sguardo concentrato su altro mentre racconta qualcosa alla donna bionda.

April sorride a quelle parole, ma c'è ancora qualcosa che deve dirgli.
Più che dirgli, chiedergli.

"Non dire a nessuno della sua esistenza..per favore."

"Certo che no." la rassicura immediatamente Niccolò, andando ad appoggiare nuovamente il binocolo a terra e rendendosi conto troppo tardi di come quel gesto lo abbia separato definitivamente da lei.

April, però, sospira e gli torna vicina, sistemandogli distrattamente i lacci della felpa.

"Sei il primo che lo sa, io...avevo tanto bisogno di parlarne con qualcuno" ammette poi a bassa voce, accorgendosi del suo sorriso senza nemmeno avere bisogno di alzare gli occhi nei suoi.
Lo percepisce, sa che sta sorridendo.

"E come ti senti adesso che me l'hai detto?" la voce leggermente roca di Niccolò la riporta alla realtà, ponendole una domanda tanto semplice quanto complessa.

Lei ci pensa su qualche istante, ma non ce n'è bisogno: la risposta è solo e soltanto una.

"Molto più leggera."

È come se il peso che portava da anni sulle spalle adesso sia scivolato via, forse fuggendo chissà dove o forse, più probabilmente, accomodandosi sulla schiena del moro.

"April?" la chiama lui qualche istante più tardi, distogliendola dai suoi pensieri.

"Tu non sei più da sola." sussurra poi, avvicinandosi di un passo e lasciando scontrare impercettibilmente loro petti.
Non sa cosa gli è preso, sa solo che stasera vuole andare fino in fondo.
Deve aprirle il suo cuore, deve farle capire che, finché lui sarà lì, lei non ha nulla da temere.

"So che ti sembra sempre che il mondo giri al contrario, e...e forse è anche vero. Ma adesso siamo in due."

"In due." ripete April con un filo di voce, mentre nella sua testa si rincorrono incessanti le parole del moro.

È la prima volta che qualcuno le parla così dolcemente, e l'idea che quel qualcuno sia Niccolò la porta a pensare, anche se solo per un attimo, di non essere l'unica a provare certe cose.

"Almeno magari in due è più facile andare contro al mondo." sussurra di rimando Niccolò, posandole piano una mano sulla guancia; è calda e leggermente ruvida, come sempre.

A quel contatto April socchiude gli occhi e lo lascia fare, mentre lui, colto da un bisogno improvviso e innegabile, abbassa di poco il viso e indugia per un attimo sulle sue labbra.
Esitazione che, in un millesimo di secondo, si trasforma in qualcosa di più.

Le loro labbra che si scontrano in bacio veloce, dato di sfuggita, seguito immediatamente dalle mani di April che gli premono sul petto, obbligandolo a staccarsi da lei.

Niccolò lo fa e, con il cuore che gli martella nelle tempie, si rende conto tutto di un colpo del suo gesto irrazionale.
È stato troppo frettoloso, non avrebbe dovuto nemmeno provarci.

April, però, non sta pensando a questo: lo ha allontanato per paura, non per mancato desiderio.
Semplicemente non aveva mai preso in considerazione l'idea che, forse, anche Niccolò ha passato notti insonni a guardarla dormire, a percorrere con gli occhi tutti i suoi particolari e a desiderare ardentemente qualcosa in più rispetto a quello che già avevano.

Con il fiato corto gli torna vicino e gli posa entrambe le mani sul collo, per poi alzare timidamente lo sguardo nel suo.
Niccolò accenna un sorriso e le accarezza dolcemente i capelli, ma non osa andare oltre: non vuole rovinare ancora tutto.

E allora trascorrono qualche altro secondo così, con gli occhi incatenati tra di loro e due tonalità di castano che si mischiano a formarne una completamente nuova, finché April non ce la fa più.
Piano gli allaccia le braccia dietro alla nuca e si tira in punta di piedi, attirandolo a sé fino a quando non avverte le sue labbra morbide premere contro le sue.

A quel tocco stacca completamente i pensieri, mentre con gli occhi chiusi incomincia a baciarlo dolcemente, assecondata dai suoi movimenti lenti e decisi.
È la prima volta per entrambi, ma è come se lo facessero da una vita.

Le loro labbra si cercano con una fame sempre più intensa di aversi, mentre le loro mani, all'inizio impacciate, ora si muovono sicure.

Più passano i secondi e più April sente le gambe farsi molli, fino a che non piega le ginocchia, portando anche Niccolò a fare lo stesso.
In men che non si dica si ritrovano seduti a terra, lei con la schiena aderente al muro e lui seduto a cavalcioni sulle sue gambe.

Si potrebbe dire che nessuno dei due sappia quello che sta facendo, ma sarebbe una menzogna bella e buona.
Lo sanno benissimo, ma non hanno alcuna intenzione di fermarsi.

Continuano a baciarsi e a respirarsi sotto al sole che lentamente tramonta dietro ai palazzi, fino a che non gli resta più un briciolo di fiato nei polmoni.
A quel punto Niccolò si stacca piano da April e le lascia modo di respirare di nuovo, posando la fronte contro la sua spalla.

Ascolta con gli occhi chiusi tutti i dettagli del suo corpo, avvertendo chiaramente il battito accelerato del cuore, le labbra arrossate e umide, e i brividi che gli percorrono incessantemente la schiena.

April, dal canto suo, ha un bisogno tremendo di confessargli a parole quello che la ha spinto a farlo, ma non è semplice.
Non è nemmeno sicura che sia davvero così.

Sa solo che aspettava quel bacio da troppo tempo e che adesso, con il viso a pochi centimetri da quello di Niccolò e il suo respiro che le riscalda piano le labbra, si sente nel posto giusto.
Nel posto più giusto e più bello del mondo, con il suo primo amore stretto a lei e con suo figlio che sorride a pochi metri da loro.

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Nel caso ve lo siate perso l'altro giorno ho pubblicato una nuova storia, "Almeno tu". Se vi va è sul profilo :)

𝐀𝐠𝐚𝐢𝐧𝐬𝐭 𝐭𝐡𝐞 𝐰𝐨𝐫𝐥𝐝Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora