35. Braccialetto bianco e blu

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Niccolò trattiene il fiato.
Il mondo attorno a lui si ferma ma il dolore non arriva mai.
L'aria continua ad essere fredda e April continua a stringersi a lui.
Le sue guance sono ancora bagnate dalle lacrime e il vento settembrino le rende sempre più fredde.

Senza muovere nessun altro muscolo Niccolò socchiude gli occhi e incontra subito quelli di April, lucidi e terrorizzati.
Lei è lì. La vede. La sente.

Sotto i loro piedi, lo stesso asfalto crepato.
Le stesse ombre, lo stesso odore di erba secca e di gomma bruciata.

Non è successo nulla.
Sono ancora vivi.

In contemporanea e con lo stesso terrore di sentirsi attraversare da una pallottola da un momento all'altro Niccolò e April si voltano impercettibilmente verso la provenienza dei colpi di pistola.

Il sole li acceca per un attimo, prima che possano distinguere le sagome di due uomini accasciati a terra.
Uno è di fronte a loro, nello stesso luogo in cui prima si trovava la loro coppia di assassini, mentre l'altro è riverso una ventina di metri più in là, accanto al furgone.

Con l'adrenalina che scorre in ogni fibra del suo corpo April si separa da Niccolò e corre verso il corpo più vicino, seguita da lui.
Sanno entrambi che, qualsiasi cosa sia successa, uno dei due assassini dev'essere scappato, prima che il loro salvatore misterioso potesse uccidere anche lui.

Tremando da capo a piedi la castana si abbassa sulle ginocchia e posa due dita sul collo dell'uomo, avvertendo sotto ai polpastrelli solo una pelle fredda e totalmente immobile.
È stato colpito al petto.

Senza dire nulla, ancora incapace di formulare qualsiasi pensiero, lo volta sulla schiena ed incomincia a frugargli nelle tasche, cercando disperatamente qualcosa - qualunque cosa - che li possa mettere in salvo.

Niccolò, sapendo di non poter perdere nemmeno un istante di quel tempo preziosissimo e mai sperato, si incammina sconvolto verso l'altro corpo.
Le sue gambe sono pesanti, e gli sembra che i suoi muscoli rispondano ai comandi di qualcuno che non è lui.
In testa ha solo una densa nebbia di terrore e di pensieri confusi e sgomenti.

A prima occhiata la figura riversa sull'asfalto sembra appartenere ad un ragazzo, un uomo come lui. Nel rosso del sangue che si allarga a vista d'occhio sull'asfalto, Niccolò distingue subito un ciuffo di capelli biondi che spunta dal cappuccio bagnato.

E poi, accanto alla pistola precipitata a terra, sul polso di un braccio pallido e senza vita, risalta un braccialetto di stoffa che il moro conosce fin troppo bene.

Abbandonato da qualunque sentimento o razionalità Niccolò si precipita verso il corpo e afferra quel viso insanguinato tra le mani, voltandolo nella sua direzione nella disperata speranza di stare sbagliando tutto.
Ma non è così.

Su quel volto sporco di sangue, gli occhi azzurri che lo guardano da un mondo ormai lontano sono quelli del suo migliore amico.
Sono quelli di Liam.

Liam che li ha seguiti fino a lì ed è rimasto nascosto, con la pistola carica e il cuore pronto a tutto pur di salvare Niccolò.
Liam che ha pianto, soffocato da un dolore indescrivibile, nel vedere i gesti spaventati del moro e nel percepire l'amore che vi si cela. Un amore che non potrà mai, mai e poi mai essere suo.

E poi Liam che ha aspettato il momento giusto, dando a Niccolò la possibilità di ammettere ad April tutto il suo amore, prima di distrarre i due assassini e di sparare.
Liam che si è sacrificato, che ha dato la sua stessa vita senza esitazione, pur di permettere all'uomo che ama di respirare ancora su questa Terra.

"Niccolò! Muoviti!" il sussurro terrorizzato e impaziente di April  raggiunge Niccolò più forte di una coltellata nello stomaco.
Lo riporta alla realtà, a una realtà che non può e non vuole e non avrà mai la forza di accettare.

𝐀𝐠𝐚𝐢𝐧𝐬𝐭 𝐭𝐡𝐞 𝐰𝐨𝐫𝐥𝐝Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora