Capitolo 7

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Finalmente la mia testa si svuota un po' da tutti i pensieri e riesco a concentrami sui ragazzi e sulla puntata, vedo Dario che si gira verso di me e mi guarda quasi preoccupato, cerco di sorridergli ma so bene che capisce quando fingo.

I ragazzi hanno appena finito di registrare e sono le 13:00 per cui Dario decide di preparare qualcosa da mangiare per tutti, o meglio per loro mentre io li guardo ed evito il mio piatto con la scusa della colazione abbondante, nessuno ci ha creduto ma apprezzo il fatto che non abbiano chiesto, parlare dei miei problemi e più che altro ammetterli a me stessa è molto difficile.

Finito il pranzo aiuto a sistemare e poi Cesare mi chiama per andare a casa, in macchina il silenzio è imbarazzante e vedo che sta pensando intensamente a qualcosa ma no voglio disturbarlo quindi mi chiudo anche io nei miei pensieri. Mi sono talmente estraniata da non essermi accorta che la macchina si è fermata sotto casa... CHE IMBARAZZO!

Dopo aver aperto la porta di casa mi volto verso Cesare per salutarlo, ma con mia sorpresa lui entra e si dirige in cucina e sono costretta a seguirlo, appena arrivati si siede e...

C: "Rebecca vorrei chiederti una cosa e mi pacerebbe che la tua risposta fosse il più sincera possibile"

R: "Certo dimmi"

C: "Come stai? Oggi ti ho vista strana e spenta e non ridevi davvero, almeno non come facevi sul terrazzo l'altra sera e sono preoccupato"

R: "Beh, è una domanda molto difficile, o meglio, la risposta lo è... diciamo che per me questi giorni non sono mai facili, 4 anni fa ho perso una persona importante e questo mi ha causato molti problemi diciamo, per farla breve in questi giorni non riesco a far finta di star bene come negli altri ecco."

Lui non risponde, sembra stupito e quasi spaventato da questa mia confessione, non capisco perché io abbia detto così tanto

R: "Scusami non volevo annoiarti con le mie paranoie, ora dovrei farmi una doccia – dico spingendolo fuori casa – ci vediamo Cesi"

Dico prima di chiudergli la porta quasi in faccia, chiudo a chiave e vado in bagno magari una bella doccia mi farà davvero bene. Mentre sono sotto il getto caldo rifletto e non mi spiego tutto questo interessamento, magari Dario gli avrà detto qualcosa o l'avrà spinto a chiedermi di più, mi sa che Dario mi capisce fin troppo.

Finita la doccia mi dirigo verso la cucina, ora ci vuole una bella tisana con un bel film, però appena arrivata al divano urlo e la tazza mi cade a terra.

**POV CESARE**

Appena mi ha sbattuto fuori casa, letteralmente, sono corso di sopra ricordandomi che Rebecca aveva lasciato ad Ale una copia delle sue chiavi per le emergenze, questa di sicuro lo era, non mi ha nemmeno lasciato parlare, ecco forse se non mi fossi bloccato sarebbe stato meglio pero andiamo poteva aspettare un secondo. Con tutte queste cose in testa non mi accorgo di avere Ale davanti e mi scontro rovinosamente con lui

A: "Cesi ma che cavolo fai?!" urla mio cugino

C: "Scusami Ale non ti avevo visto"

A: "Si grazie l'avevo notato" dice ironico

C: "Però arrivi proprio al momento giusto, mi servono le chiavi di casa di Rebecca"

A: "E per quale motivo di grazia?" dice con tono quasi infastidito

C: "Cose mie e anche molto importanti, quindi dove sono?"

A: "All'entrata, hanno il porta chiavi a forma di scudo di Captain America, però ti prego dimmi che non vuoi portartela a letto, non lei, è la mia migliore amica per favore non distruggerla ancora di più... ti prego" ha le lacrime agli occhi e intuisco che lui sa cosa c'è che non va e dal suo sguardo non sembra affatto bello.

C: "Grazie Ale e tranquillo non voglio farla soffrire o altro, solo aiutarla" dico sorridendo per poi aggiungere sotto voce "Sempre se me lo lascerà fare" e nel mentre prendo le chiavi e torno di sotto.

Alla fine la doccia se la sta facendo sul serio per cui decido di aspettarla sul divano però, non so come, dopo un paio di minuti mi addormento.

Mi sveglio di soprassalto a causa di un urlo seguito da un rumore sordo

C: "Che cavolo è successo?!"

R: "Le domande le faccio io, come diamine sei entrato in casa mia?!" urla tipo banshee la ragazza di fronte a me, solo ora noto che trema e sembra davvero terrorizzata quindi mi alzo e la stringo forte

C: "Scusami, prima non abbiamo finito il discorso perché mi hai buttato fuori quindi ho deciso di chiedere le chiavi ad Ale e venire ad aspettarti, solo che il tuo divano è davvero comodo e mi sono addormentato, non volevo spaventarti davvero perdonami" mentre parlo sento che piano piano si calma e solo ora mi accorgo che è in accappatoio, accappatoio che si è un po' aperto in tutto il trambusto, lei probabilmente accorgendosi di dove sto guardando si copre

R: "Tranquillo è che pensavo di essere sola e di aver detto che quelle chiavi fossero solo per le emergenze, va be tu aspettami qui io vado a mettermi qualcosa di un po' più... coprente" dice arrossendo -beh se è arrossita vuol dire che la metto in imbarazzo, mi sembra davvero ottimo- penso mentre si dirige verso la sua stanza, in tanto io mi riaccomodo sul divano, questa volta senza addormentarmi.

**POV REBECCA**

Corro in camera super imbarazzata, appena chiudo la porta indosso velocemente l'intimo, un paio di leggins e la prima felpa che mi capita sotto mano poi torno in salotto e lo trovo ad aspettarmi, questa volta sveglio.

C: "Vedo che ti sei proprio affezionata a quella felpa" dice sorridendo, io abbasso lo sguardo e mi accorgo con non poco imbarazzo che è la felpa che mi ha dato la prima volta che ci siamo conosciuti

R: "In realtà non me ne sono neanche resa conto però si mi piace molto, soprattutto perché è gigante" dico sorridendo

C: "Ci credo che è gigante quella la mettevo io, avrei voluto dartela della taglia giusta solo che tutto il merch lo teniamo in studio e quindi ti ho dato la mia, ora che mi ricordo la prossima volta che vado in studio me ne devo prendere un'altra" lo vedo imbarazzato mentre dice queste cose infatti si gratta la nuca abbassando gli occhi

R: "Beh non pensavo fosse tua, se vuoi te la restituisco e me la compro per me"

C: "No no assolutamente, tienila... e poi ti sta molto bene" arrossisco e lo ringrazio

C: "Senti per quanto riguarda il discorso in sospeso volevo solo dirti che lo vedo che non stai bene al 100% e se mai volessi parlare delle cose che ti fanno male io ci sono e di me puoi fidarti" dopo queste parole mi torna in mente tutto e mi scende una lacrima, vedo che allarga le braccia e mi ci fiondo dentro, ne avevo davvero bisogno

R: "Grazie davvero, per ora non sono ancora pronta ma ti giuro che prima o poi te ne parlerò" dico alzando lo sguardo, non l'avessi mai fatto... solo ora mi accorgo che siamo davvero vicini, MOLTO vicini, i nostri respiri si uniscono e piano piano ci avviciniamo.

Beautiful mistake||Cesare CantelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora