tra me e me

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Sono sopravvissuto ai miei occhi spaventati ,

alle radici del mio essere, alle mie mani gelate.

Vedevo la paura, l'annusavo, l'immaginavo soprattutto

ma immaginare e cosa potente e pericolosa.

Mi sembrava che il mondo ,crudo, giocasse al suo processo

di eliminazione, spezzando il respiro del più debole, 

non potevo parlare col silenzio , ne ero sordo.

Ho lottato ,ho reso la mia imperfezione bellezza ,

la mia ribellione , come un ruggito ,che tremava dentro le mie vene

come un furore cieco.

Non sopportavo gabbie ipocrite museruole asfissianti.

Ho spezzato un macigno spietato, liberando le mie emozioni fino alla pelle

con una spaventosa naturalezza,

l'insufficenza del superfluo svaniva.

Ora l'ombra mi ricalca fedele, non ha occhi,

il ticchettio del tempo scandito dal mio cuore

maestro di mutevolezza, nelle distanze abissali

tra me e me.

(contest di poesia giochi para olimpionici) 

Pea Giuseppe

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