capitolo 15.

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una buona piadina calda. 8 dicembre 2023.

t/n's pov.

"vecchio amico?" chiedo.

"PIADINA?!?!?" urlano alex e cico. abbiamo trovato un wgf?

"scusate il ritardo, ragazzi! e, auguri, cichito!" sorride lui. "ma chi è questa bella ragazza?" chiede poi. io mi imbarazzo, cico risponde "è t/n, fa parte della nostra squadra, lyon e anna già la conoscevano e ce la stavano presentando poco prima di...questa situazione...comunque io già la conosco da molto tempo" mi sorride.

"ohh, capisco. bene! piacere! mi chiamo piadina! faccio parte dei wgf da un bel po' di tempo!"

"piacere, t/n" gli sorrido, ricordandomi adesso del fatto che l'ho sentito tante volte nei video.

"comunque, piada, spiegaci sta cosa del militare" dice cico.

"oh ecco, si. ci siamo già visti questa notte, quando eravamo attorno ad anna. sono un militare al servizio del generale, e sarò franco, lui non è un vostro amico, anzi, vuole solo sbarazzarsi di tutte le persone all'interno dell'accampamento, e lo farà al più presto. io sono abbastanza vicino a lui, ma sono un buono, eh! appena ho incontrato lyon, gli ho subito parlato e lui mi ha informato di anna e della missione di oggi, quindi ho aiutato anna e l'ho fatta portare da un medico e ho deciso di accompagnarvi" ci spiega.

"wow, piadina, sembri proprio uno di quei militari americani super fighi!" dice alex.

"ehehehhe!" ride piadina.

continuiamo a camminare finché non ci troviamo davanti al molo, piadina ha un bel po' di armi, e usa un cecchino silenziato per uccidere le prime guardie di quel luogo.

uccise tutte le guardie, riusciamo ad entrare dentro un luogo strano, una casa, che dentro è piccola e sembra... un laboratorio? uno studio medico?

 alla sinistra ci sono delle scale a chiocciola, le saliamo e ci troviamo di fronte a una porta. piadina è il primo della fila e prova a sfondarla, dato che non si apre, ma non ci riesce.

"vabbè ragazzi, la prossima volta torniamo con l'artiglieria pesante, ora scendiamo" 

"ARTEGLIERIA CHE???" impazzisce alex.

"si dice artiglieria, idiota" lo insulto, poi dico "scendiamo".

sotto osserviamo una scrivania con vari aggeggi da dottori, delle cartelle, dei poster riguardanti alcune strane malattie mai sentite, poi a un certo punto alex dice:

"guardate qua! una botola, e delle scale!"

scendiamo subito, e ci troviamo di fronte un lungo corridoio con tante stanze, ogni stanza aveva letti, tavoli, armadi, e tutto ciò che serviva per una normale stanza da letto.

 mi fermo un attimo, cico si gira e mi chiede "che succede?". rispondo "cico, questo posto è familiare..." gli tengo il braccio, come per proteggermi. 

"ci stavo pensando anche io...che fosse...quello?" mi abbraccia.

"andiamo" dico. continuiamo a camminare, le stanze erano aperte ma dentro non c'era nulla di interessante. poi entriamo in una stanza, con di fronte un cartello con su scritto "soggetti 720, 753" sotto è stato poi aggiunto "836, 879".

cico è totalmente sbiancato, "t-t/n..." dice.

"che succede?" chiedono piadina e alex, ovviamente curiosi.

io lo so. lo sapevo da quando sono entrata, che questo posto è il bunker in cui siamo stati rinchiusi.

"cico, lo so"

"ragazzi?" dice alex.

"alex...è una cosa lunga da spiegare" dice cico.

"no, non è vero, quando siamo nati, siamo stati portati entrambi in questo bunker, non si sa perché, eravamo con le nostre madri, c'erano degli scienziati che ogni giorno ci portavano del cibo, stavamo in questa stanza tutto il giorno e tutti i giorni, poi siamo stati liberati, e anche di questo non si sa il motivo. ecco come io e cico ci siamo conosciuti, appena sono nata. cico è il soggetto 753, io l'879."

mi guardavano straniti. 

"oddio, capisco" conclude alex.

"allora dobbiamo per forza tornare qui, e aprire quella porta sulle scale!" esclama piadina. ha ragione.

"andiamo lontani da questa stanza" dice cico.

continuiamo ad andare per il lungo corridoio, esploriamo alcune stanze, e poi, una porta si chiude.

"c-che?!" urla alex.

"come è possibile? c'è una guardia?" chiedo.

"e perché dovrebbe chiudersi?" dice piadina, che prova a distruggere la porta, forse ancora più robusta di quella del piano di sopra.

"piadina, potresti darmi il fucile?" gli chiedo, ottengo un "si, ma perché?" come risposta. 

"ora lo vedi".

prendo il fucile e sparo al vetro che faceva vedere una parte della stanza, e lo distruggo totalmente, poi entro.

sembra non esserci nessuno nella stanza, ma poi vedo un ragazzo nascosto dietro all'armadio. non sembra un militare o qualcosa del genere, nemmeno un infetto.

"hey tu! non vogliamo farti del male" dico.

"s-sicura?" chiede.

gli altri ragazzi entrano e lo vedono, alex però spalanca gli occhi e inizia a piangere.

epidemia. cicotobbi×reader!!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora