Lui

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– Lui è diventato la ragione per cui cucino, per cui combatto. È la ragione dietro ogni singola azione che compio. È la ragione per cui vivo. – sospirò – Voglio che non sia più così. –

Che non fosse più ubriaco non era del tutto vero, se fosse stato del tutto sobrio non si sarebbe mai lasciato sfuggire una dichiarazione come quella, nemmeno con Law, ma nonostante l'alcol quelle parole erano vere. Zoro era diventato il baricentro della sua intera esistenza, ogni pensiero era rivolto a lui, ogni gesto era fatto in funzione di lui. Lui, lui, lui, tutto il tempo c'era solo lui.

Sanji si sentiva pervaso da emozioni contrastanti che lo stavano dilaniando.

Era furioso con Zoro per averlo lasciato in quel modo orribile e con quelle parole fredde, ma lo era anche con se stesso per non essersi accorto che il verde per lui in realtà non provava niente. Ma non appena la rabbia scemava si faceva largo l'amarezza per aver compreso troppo tardi i propri sentimenti e perché tutto quello che aveva scoperto lo facesse sentire vivo, a parte la cucina, era ad un soffio da lui, ma per quanto si sarebbe sforzato non l'avrebbe mai fatto suo. E poi eccola di nuovo, la rabbia, per quella che poco prima aveva avuto tutta l'aria di essere una scenata di gelosia di Zoro, se Law non l'avesse fermato in tempo. Come si permetteva di andare a ficcare ancora il naso nelle sue faccende dopo averlo liquidato definendolo "una distrazione"?

Sanji era troppo impegnato a rincorrere ogni pensiero per accorgersi che Law si era fatto più vicino a lui, e quando finalmente si ricordò di dove fosse e con chi, le labbra del chirurgo erano già sopra le sue. In un primo momento si sorprese della situazione, ma poi si rese conto che Law lo stava solo accontentando, era stato lui a chiedergli questo. Se l'unica strada per poter mettere più distanza possibile tra se e Zoro era quella di passare la notte con Law, allora l'avrebbe percorsa fino in fondo.

Sanji smise di essere solo spettatore e ricambiò il bacio di Law aprendo la bocca e permettendo alle lingue di cominciare una danza asettica, senza alcuna passione, dettata solo dalla volontà di dimenticare l'unico uomo, l'unica persona che avesse mai amato, anche solo per una notte.

Sentì le mani di Law scendere lungo la schiena fino ad arrivare ai suoi glutei e a quel punto si sentì sollevare dalle braccia del chirurgo che così facendo andò ad annullare quei 10 cm di statura che li separavano, trovandosi alla sua stessa altezza, bloccato tra la fredda porta di legno e il corpo sempre più bollente del moro.

Intrecciò le gambe intorno alla vita di Law e le mani dietro al collo, andando a stringere i suoi capelli corvini, si sorprese di sentirli morbidi al tatto.

Non erano ispidi come i capelli di Zoro.

Cacciò via dalla testa quel pensiero fuori luogo e cercò di concentrarsi solo su quello che stava succedendo in quegli istanti; Law sembrò però accorgersi del suo brevissimo momento di défaillance e decise che era il momento di staccarsi da quella porta per raggiungere il letto senza però mollare minimamente la presa sul suo fondoschiena e sulle sue labbra.

Si coricarono insieme sul letto, uno sopra l'altro, ancora avvinghiati, ancora impegnati in quel bacio mai interrotto che stava via via prendendo sempre più vita propria. Fu Law a staccarsi per primo, per riprendere fiato; Sanji lo vide mettersi in ginocchio sopra di lui, con le mani appoggiate al materasso ai lati della sua testa, si guardarono negli occhi per un momento, sembrava che Law cercasse nel suo sguardo un segnale di via libera per poter andare avanti. In risposta a quella tacita domanda, Sanji tornò a baciarlo con desiderio, portando le mani sotto la maglietta del chirurgo per sfilarla e rivelare il torace ricoperto da tatuaggi, la sua pelle era liscia.

Non era solcata da cicatrici come la pelle di Zoro.

Ancora una volta la sua mente lo riportò allo spadaccino, ma stavolta non ebbe il tempo di badarci perché Law portò la mano destra sul cavallo dei suoi pantaloni ad accarezzare l'erezione ormai incipiente, Sanji fu attraversato da una scarica di piacere che lo portò ad inarcare la schiena per cercare quanto più contatto possibile con Law. Sentì la mano di Law sbottonargli i pantaloni e insinuarsi sotto i boxer, quando poi cominciò ad accarezzarlo con vigore non riuscì più a trattenere gli ansiti, si staccò dalla bocca del chirurgo per cercare più ossigeno, portando indietro la testa ed esponendo il collo che venne subito addentato e succhiato dall'altro.

Le parole non detteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora