La fine dei tempi e la fine del mondo

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La festa stava andando avanti da ore, non importava che il giorno successivo si sarebbero scontrati con un imperatore, ma in quel momento erano tutti insieme, dopo gli eventi di Dressrosa e Tottoland, la ciurma si era riunita.

L'alcol scorreva e la musica faceva da sottofondo a balli, scherzi, risate, gioia, tutti stavano festeggiando, tutti tranne uno.

Zoro era seduto con il suo boccale di birra in mano, non stava in alcun modo partecipando ai festeggiamenti, anzi, aveva lo sguardo truce puntato sul cuoco che invece era allegro come non mai.

Quel dannato cuoco. "L'ultima notte" aveva detto.

Quella era stata davvero la loro ultima notte insieme, anche se Zoro era convinto che da lì a poco il cuoco si sarebbe convinto che dovevano stare insieme. Invece no. Invece una volta arrivato a Zou aveva scoperto con sgomento che Sanji se ne era andato davvero.

Se ne era andato. Lo aveva lasciato definitivamente. Stava addirittura per sposarsi!

Zoro si era tormentato fino al giorno in cui si ritrovarono tutti insieme, lì a Wano. Rivederlo gli aveva provocato un misto tra sollievo e rabbia, e adesso erano lì, il cuoco a festeggiare con gli altri e lui a guardarlo torvo.

Finì di scolarsi la birra rimasta nel boccale, si alzò in piedi e raggiunse il cuoco, lo prese per un braccio e lo trascinò via dalla festa, sotto gli sguardi attoniti dei compagni.

– Che cazzo ti prende Marimo! Lasciami! – si lamentò Sanji.

Zoro però continuò ad allontanarsi dalla festa fino a raggiungere una piccola costruzione che forse serviva da magazzino, abbastanza appartata per permettergli di urlare senza che il resto del gruppo sentisse niente.

Sfondò la porta con un calcio e lanciò dentro il cuoco che si stava ancora lagnando per la scenata; una volta entrati entrambi si chiuse la porta alle spalle.

Sanji lo guardava senza proferire parola, sapeva che questo momento sarebbe arrivato prima o poi, si sentiva colpevole, per questo non ebbe il coraggio di dire niente.

– Tu te ne sei andato! – cominciò il verde in preda alla furia.

– Ho dovuto. Non avevo scelta. – replicò il biondo non troppo convinto.

– Cazzate! Si ha sempre una scelta! E tu hai scelto di non credere in noi! Ma davvero pensavi che Rufy ti avrebbe lasciato andare via senza venirti a riprendere anche in capo al mondo! – Zoro cercò di calibrare le parole per non esporsi più del dovuto.

Sanji non seppe cosa rispondere perché col senno di poi anche lui si era reso conto che Rufy non lo avrebbe mai lasciato andare.

Zoro vide la delusione negli occhi del biondo e capì che non era così che dovevano affrontare anche questa situazione. Si erano mentiti fin troppe volte, dovevano essere onesti l'un l'altro se finalmente volevano stare insieme.

– Sarei venuto io stesso a riportare il tuo culo a casa e c'è mancato tanto così che disobbedissi agli ordini del nostro capitano di venire qua! – la rabbia nella voce di Zoro stava piano piano scemando. – Hai idea di cosa ho provato quando sono arrivato a Zou e tu non c'eri? Anzi, non solo non c'eri, te ne eri andato di tua iniziativa, lasciando intendere che non saresti più tornato. – continuò lo spadaccino, la rabbia se ne era andata del tutto lasciando il posto all'amarezza.

– Zoro mi dispiace. Quelli avevano minacciato voi, e Zeff, e lei era un'imperatrice, cazzo! Ho pensato fosse la soluzione più sicura per tutti, non avrei potuto sopportare se uno di voi fosse stato ammazzato per colpa mia. – Sanji rispose con sincerità, anche lui aveva ormai capito che l'unico modo per riavvicinarsi era non nascondersi dietro l'orgoglio o inutili scuse.

Le parole non detteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora