La sua motivazione, la sua distrazione

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Era già mattina inoltrata quando Sanji sbarcò a Sabaody, il paesaggio era rimasto etereo come l'ultima volta che lo vide, due anni prima. Si lasciò velocemente alle spalle la nave che lo aveva accompagnato lì, piena di quei mezzi uomini disgustosi, e con essa anche il ricordo dei due anni di inferno passati a Momoiro; presto avrebbe rivisto i suoi nakama e le sue due Dee.

E poi...

E poi c'era lui.

Gli ultimi giorni prima della partenza da Momoiro l'idea di rivedere Zoro era diventata talmente insistente nella sua mente da torcergli completamente le viscere. Sapeva che avrebbero dovuto affrontare l'argomento, quel non detto tra di loro che li aveva in qualche modo tutelati dalla realtà durante la loro navigazione insieme, e lui era pronto.

I due anni di separazione dal resto della ciurma gli avevano insegnato molto, lo avevano reso un cuoco migliore ed un combattente più forte, ma gli avevano anche permesso di affrontare quelle domande su se stesso che aveva sempre volutamente ignorato.

Inizialmente aveva pensato che con lo spadaccino si fosse risvegliata in lui una bisessualità latente, ma già dopo pochi giorni passati su quell'isola infernale popolata solo da transessuali si era convinto della sua assoluta eterosessualità. Lui amava le donne, e questa era una certezza! La vista di quegli uomini con cui era costretto a convivere suscitava in lui solo disgusto, e anche se fossero stati uomini normali e non personaggi ambigui, dubitava che li avrebbe guardati con qualche tipo di interesse.

Ma Zoro... per lui era diverso e non riusciva a capire il perché.

La risposta arrivò mentre stava praticando la sua arte, la cucina; era intento a provare la "ricetta vitale" che aveva appena guadagnato sconfiggendo il suo precedente proprietario, la pietanza era pronta, tutti i componenti erano nel piatto, ma l'insieme ancora non appagava la sua vista, poteva essere più bello, mancava ancora un tocco per renderlo perfetto. In quel momento capì.

Sanji amava tutto quello che era bello e perfetto, e di Zoro si potevano dire molte cose, ma non che non fosse bello e, a modo suo, anche perfetto. Probabilmente questa sua attrazione per il verde sarebbe rimasta solo platonica se lo spadaccino non l'avesse baciato, quella sera che sembrava così lontana; invece bastò quel piccolo contatto di labbra ad accenderlo e a guidarlo in un territorio completamente inesplorato, ma che il suo istinto sembrava già conoscere alla perfezione, e il cuoco sapeva da tempo che era inutile e stupido cercare di non ascoltare il proprio istinto.

Zoro aveva risvegliato in lui una passione primordiale che andava oltre ogni concetto di sessualità, non erano due uomini, o due amanti, o due nakama, erano Sanji e Zoro, il cuoco e lo spadaccino, loro due insieme erano qualcosa di unico ed imponderabile.

Ma non era solo questo.

Zoro gli mancava su quell'isola, molto più di tutti gli altri, molto più di Nami e Robin, e soprattutto molto più di quanto si sarebbe aspettato. Gli mancavano gli abbracci, le carezze, gli sguardi; gli costò non poco ammetterlo a se stesso, ma provava dei sentimenti per lui, non era solo passione. Sanji non riuscì a trovare un'unica parola che descrivesse quello che sentiva per il verde: ammirazione, fiducia, rispetto, affetto, complicità, passione, Zoro era tutto questo e probabilmente anche di più e adesso avrebbe avuto finalmente la possibilità di esprimerglielo.

Sarebbe stato fantastico il loro futuro ora che aveva preso piena consapevolezza delle emozioni che lo muovevano e senza più il peso di quelle domande che non aveva avuto il coraggio di affrontare prima. Sanji si sentiva entusiasta e pronto alle nuove avventure che avrebbe vissuto con i suoi compagni, avrebbe realizzato il suo sogno di trovare l'All Blue e la sua relazione con Zoro sarebbe stata una motivazione in più per raggiungerlo.

Le parole non detteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora