I

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«[...] le sue pareti mi imprigionano impedendomi di andare via.
Come se potessi mai volerlo fare.
Io qui ci morirei.
Spingo ancora in questo corpo che mi accoglie senza resistenze.
L'impronta di una delle mie mani mentre stringe sul collo si imprime sulla sua pelle irradiandola di un calore violento e-»

"che leggi?"

Il «tumpf» del telefono che cade a terra e il mio respiro mozzato per lo spavento interrompono il beato silenzio in cui mi ero rinchiuso.

Cerco di camuffare al meglio il fatto che stessi lì lì per farmi una sana pugnetta su un racconto erotico e "ma te non bussi mai?"
"per entrare nel mio bagno?"
A me sto tono saccente e quel sopracciglio alzato già m'hanno rotto tre quarti.

"Anzitutto è il nostro bagno-"
"Perdonami compagno Ferro" e solleva pure il pugno sinistro sto rincoglionito.
"Te spiego na cosa compagno Balestra" sbuffo "tendenzialmente quando uno sta al cesso con la porta chiusa è perché non vuole essere disturbato..."
"potevi pure dà na mandata di chiave allora-"
"Te ricordo che la chiave de sta stanza l'hai persa tu Simò-"
"Non l'ho persa!" ribatte piccato ed è il mio turno di alzare un sopracciglio "è che non la trovo..."

"Seh vabe... e te vorrei pure far notare che stamo a fa sto discorso quando io sono colle braghe calate e-"
"Niente che io non abbia visto" e mi fa un occhiolino. Un occhiolino.
Mentre io sono ancora seduto sul cesso col culo de fori.
Surreale.

"Ma che significa Simò??? Non posso volé la mia privacy? Passare il mio tempo a cazzi miei? Mettere il mio culo su-"
"Mio, mio, mio" fa con le mani il gesto di un becco che si apre e chiude come a dire che sto blaterando "t'o dico oh che per esse uno che se professa comunista sei davvero poco aperto verso la condivisione..."
Un rotolo di carta igienica colpisce l'anta della porta che il cretino riesce a chiudersi dietro per tempo.

"E comunque compagno a me non mi ci chiami" sento ovattato da fuori.
"Ah, se te sapevo democristiano non penso mica che te prendevo!" ribatto divertito.
"No non è quello..."
"Simò" sbarro gli occhi "non scherzare che ce metto n'attimo a mollà n fascio..."

Un piccolo spiraglio si apre e una mano ci passa in mezzo poggiandosi allo stipite.
Tamburella un po' sull'anta per poi essere seguita da tutto il resto del corpo.
Un attimo prima è schiacciato contro la porta, l'attimo dopo si abbassa a carponi sulle piastrelle e mi fissa dal basso.
Ma porca puttana.

"Simò-" cerco le parole "io- starei ancora..." mo vabe che ce l'avevo in tiro ma manco così se po fa "insomma- non me pare il caso..."
Continua a guardarmi mentre posa un palmo aperto a terra e un sorriso malizioso gli si fa strada sul volto.
Ma io posso mai crepare sulla tazza del cesso per colpa di st'imbecille??

"Volevo di..." raccatta il rotolo ancora giacente accanto a lui "non me poi chiamà compagno perché..." rivolge il dorso dell'altra mano verso di me agitando le dita "ormai m'hai sposato, marito!!"
Si slancia di nuovo in piedi e afferrando la maniglia della porta "voglio vede mo come te pulisci il tuo culo!!" riesce sbattendola.

Dawn FM.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora