Era quasi il tramonto quando Peggy arrivò a New York.
Era tutto così diverso, le strade, i palazzi e l'atmosfera.
In realtà l'aria era pesante: d'altronde non ci si può aspettare di meglio in guerra.
I cittadini non avevano perso troppo tempo a imbrattare i muri, la svastica era disegnata ovunque, insieme a varie offese su Hitler.
Peccato che non sapevano ci fosse qualcuno di molto peggiore di Hitler che nel suo piccolo stava già giocherellando con il Tesseract per creare delle armi potenti.
Peggy ricomparve in un vicolo e si apprestò a nascondere l'orologio sotto la giacca, dato che quelli con quel tipo di schermo non erano ancora stati inventati.
Questa volta Mobius le aveva dato solo 8 ore, ma sarebbero bastate.
Non sapeva dove dovesse andare, però una volta arrivata alla strada principale, vide un gruppo di ragazzi che entusiasti correva verso la piazza.
Probabilmente era lì che si stava svolgendo la fiera.
Illuminata da tante luci, nella piazza c'erano già centinaia di persone.
Alla destra stavano allestendo il palco per la presentazione della macchina volante di Howard Stark e sulla sinistra c'erano vari stand di giochi e cibi.
Peggy venne subito invasa da altre persone quando delle ballerine iniziarono a danzare sul palco dando via allo spettacolo.
Dietro di loro, comparve una normale auto e vicino ad essa un piedistallo con un pulsante.
Peggy si fece spazio tra la folla e stette a guardare, iniziando a chiedersi se avrebbe mai incontrato James o suo padre.
Howard Stark somigliava molto a suo figlio quando era giovane, a quei tempi aveva circa 30 anni e il suo stesso identico pizzetto.
Sempre con il suo solito charme e circondato da donne, Howard fece qualche acrobazia buffa per farsi ammirare e il pubblico rise.
-E' qui da sola?- le domandò una voce maschile accanto a se.
Peggy mantenne gli occhi su Howard.- No, in realtà sto aspettando...-
Non appena si voltò, Peggy vide un ragazzo con una divisa da militare, un cappello in tinta, una chioma corta di capelli neri e un sorrisetto affascinante sul volto.
Era proprio Bucky.
Peggy cercò di non apparire troppo sorpresa, ma comunque le sue guance si arrossarono.
-Sta aspettando...?-
-N-Nessuno, non aspetto nessuno, non credo che verrà.- rispose lei.
-Mi sta dicendo che un uomo ha dato buca ad una ragazza così bella come lei?- replicò Bucky.
Peggy strinse le spalle.- A quanto pare, sì...-
-Beh, ha trovato me.- affermò, baciandole la mano.- Sergente James Buchanan Barnes, è un vero piacere.-
Peggy si inventò un nome sul momento.- Piacere mio, mi chiamo Mary.-
Proprio in quel momento, Howard iniziò la sua presentazione.
-[...] tra qualche anno le macchine voleranno.-
Le ballerine tolsero le ruote alla macchina e quando Howard premette il pulsante, l'auto si innalzò in aria per qualche secondo, per poi rimbalzare a terra.
Howard fece una ridarella.- Ho detto tra qualche anno.-
Il pubblico applaudì lo stesso e si ritenne soddisfatto.