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parte narrata

Dopo quasi un'ora di strada di strada finalmente arrivammo, ero stremata. Le gambe erano indolenzite e la schiena era pezzi.

Per tutto il viaggio, Aziz aveva tenuto la mano sulla mia gamba e ciò non faceva altro che farmi piacere, mi sentivo amata, protetta, a casa.

«Siamo arrivati», aprii lo sportello e uscii. «Esattamente dove mi hai portata?» Voltai lo sguardo verso la sua figura esile. «Lo scoprirai tra poco» posò una mano sul mio fianco e vi avvicinò a se.

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Percorremmo un breve tratto tortuoso tra le campagne, la situazione mi creava un po' d'ansia, non avevo mai vissuto momenti simili, Mirko aveva sempre fatto di tutto per tenermi lontana da ciò.

Strinsi la sua mano nella mia, fin quando davanti a noi si notò una casetta, dall'esterno sembrava abbandonata, era mal ridotta: le finestre diroccate non permettevano una buona visone all'interno della dimora, ma, ciò non doveva interessarmi. «È noi saremmo qui per?» Lo guardai confusa, «seguimi» procedemmo verso quella piccola proprietà, «sicuro che possiamo entrarci? Sembra che possa cadere da un momento all'altro» continuammo a camminare nonostante le mie lamentele.

Dopo che oltrepassammo la soglia di quella dimora, notai subito quanto mi fossi sbagliata a descriverla in modo pessimo. L'interno era ben curato, le pareti erano tinteggiate di un candido giallo, il quale dava un tono caldo alla struttura, il mobilio era moderno, con qualche angolo rustico che però non danneggiava quella bella visone, subito alla destra potei scorgere un letto da una piazza e mezza con delle lenzuola verdi, lì potei intuire che appartenesse al mio ragazzo.

«Non mi hai mai parlato di questo posto» gli parlai calma posandogli una mano sulla spalla, «ci venivo qui quando ero piccolo, lo facevo per scappare da tutti i problemi che avevo in casa, sai, le bollette da pagare, difficoltà di ogni genere e vedere mia madre star male ogni giorno mi distruggeva, non ero più lucido, non rispondevo delle mie azioni» posai le mie braccia attorno al suo collo, mi faceva male vederlo così triste e in difficoltà.

Poco dopo spezzò il silenzio che si era creato nella stanza, «non siamo qui per pagare di me, ti ci ho portata per farti conoscere un pezzo del mio mondo, sarà il nostro covo, potremo passare giorni interi se tu lo vorrai, sarò a tua completa disposizione» mi lasciò un dolce bacio sulle labbra, piano piano feci scivolare lo zaino per terra, mi portò verso il letto facendomi sdraiare sopra dolcemente, evolvemmo così il nostro momento di passione.

;spazio autrice
ammetto che non doveva andare proprio così questo capitolo, doveva essere un po' più cruento ma non mi sembrava il caso, magari nel prossimo capitolo potrei svolgerlo, detto ciò, vi auguro buona notte o buon giorno, io vado a studiare dato che ho troppe verifiche domani.

*°•.¸☆ 𝐨𝐩𝐞𝐫𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐭𝐞𝐭𝐭𝐚 𝐝𝐚 𝐜𝐨𝐩𝐲𝐫𝐢𝐠𝐡𝐭

𝖥𝖺𝗂𝗌 𝖻𝖾𝗅𝖾𝗄 ; 𝗞𝗲𝘁𝗮 (𝗶𝗻𝘀𝘁𝗮𝗴𝗿𝗮𝗺)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora