Waxing Gibbous

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Dopo aver reimpostato la giusta combinazione, abbiamo fatto un altro salto temporale.

Ci è voluto un po' per svegliarmi. Ora mi trovo distesa su un prato, aprendo gli occhi posso vedere un cielo senza nuvole, di un azzurro intenso.

Appena mi alzo, mi rendo conto di una cosa, gli altri non ci sono, sono sola.
Dove sono finiti?
Perché stavolta non siamo rimasti insieme?

Mi guardo intorno e c'è un silenzio di tomba, non si sente volare una mosca, come se tutti gli animali avessero deciso di zittirsi, anche gli uccelli non emettono il minimo canto. Ho l'impressione che ci sia qualcosa che non va.

Tutta questa desolazione è sinonimo di pericolo.

"Stanno arrivando, nasconditi o ti prenderanno!"

Non ho ancora capito da dove provenga questa voce che sento nella mia testa, ma decido di fidarmi.
Da lontano riesco a vedere una fitta boscaglia, è il posto perfetto per mimetizzarsi senza che nessuno si accorga della mia presenza.

Mi accuccio in mezzo ai cespugli e aspetto col fiato sospeso. Riesco a percepire dei passi, delle voci, sono degli uomini e camminano in gruppo, ma non sono soli, sento anche qualcos'altro: è il suono di catene che sbattono.

Poi li vedo, mi passano proprio davanti, fortunatamente però non si accorgono di me.
Non c'è alcun dubbio, sono dei cacciatori.

Anche in quest'epoca c'e traccia della loro esistenza?

Dietro di loro posso notare dei licantropi, sono legati e vengono trascinati a forza. Mi si stringe il cuore ad assistere a questa scena.
All'improvviso il mio cuore perde un battito.
I miei cugini, Byron e lo stesso Kilian sono stati catturati.
Com'è possibile?
Ditemi che è solo un brutto incubo.

È tutta colpa mia, non avrei dovuto immischiarli in questa faccenda!
Non starò di certo ferma a guardare.
Sto per andare a liberarli quando una mano mi blocca sul posto.

" Non ci pensare nemmeno, non sei in grado di sconfiggerli da sola, sono esperti nel loro mestiere."

Mi giro e vedo un ragazzo poco più grande di me. Anche se è giovane i suoi capelli sono argentanti, legati in un piccolo codino che lascia libera solo la frangia la quale gli ricade morbida sulla fronte. Gli occhi invece sono chiari, per la precisione grigi. Mi ricordano un cielo carico di nubi. Sono profondi, talmente tanto che sembra mi possano leggere l'anima.

" Tu chi sei?"

Capisco subito dal suo odore che è umano, non fa parte della nostra razza. Allora perché si nasconde dai suoi simili?

" Piacere di conoscerti, mi chiamo John Kin, e come te sto cercando di scappare da quei brutti ceffi. Diciamo che ho fatto un torto ad uno di loro, rubandogli qualcosa..."

Mi mostra un sacco, appena lo apre riesco a vedere molti oggetti preziosi.

" Ma allora sei un ladro!"

Lui mi fa cenno col dito di abbassare la voce.
Io mi zittisco di colpo. Devo fare attenzione a non farmi sentire così inizio a sussurrare.

" Hai rubato a dei cacciatori, hai davvero del fegato."

Lui mi sorride tutto fiero. Anche se non c'è proprio niente dall'essere orgogliosi di questo.
Rubare è un reato, anche se lo commetti contro delle persone spregevoli come quelle.

" Avanti non mi guardare con quella faccia. Non dovresti giudicare me, ma loro. Rapiscono molti della tua gente e poi la rivendono a degli stranieri. Cosa ne facciano proprio non lo so, forse li impiegano in qualche lavoro. E così ci guadagnano molti soldi. Io d'altro canto devo pure vivere non credi?
Così rubo ai cattivi, in questo modo mi sento la coscienza più pulita, perché so di non fare del male a nessuno."

La Maledizione della Prima LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora