Finalmente sono tornataa!!!
Domani aggiornerò di nuovo❤️ESME:
Sono passate quattro settimane, o quasi.
La mia dolce e piccola Dellen cresce ogni giorno di più e con lei, anche la mia pancia.
Dellen è un nome particolare proprio come il mio.
Credo sia appropriato al tipo di situazione 'caratteristica', se così posso definirlo, in cui è stata concepita.
La sento dentro di me.
Lei è nel mio corpo e non esiste sensazione migliore di questa.
Sono iniziate le voglie e gli sbalzi d'umore più frequenti, la nausea è quasi scomparsa ma non del tutto mentre la sonnolenza si manifesta ogni giorno più forte.
Indosso una vestaglia sopra il pigiama bianco e mi dirigo in cucina.
È piena notte, Emanuel dorme nella sua stanza così come ogni componente di questa casa e io ho moltissima fame.
Cammino in punta di piedi tentando di non svegliare nessuno per poi aprire il frigorifero e addentare una delle fragole zuccherate che Giulia ha preparato di proposito per questi fastidiosissimi attacchi di fame improvvisi.
Chiudo gli occhi assaporando questa delizia.
Poi tutto d'un tratto questo momento viene rovinato da passi pesanti che adesso pare si stiano avvicinando.
Infilo l'ultima fragola in bocca e richiudo il frigorifero, voltandomi di spalle.
So che è lui.
Viene spesso a quest'ora della notte.
Per questo motivo mi pulisco le mani con un pezzo di carta appartandomi nell'angolo più buio della stanza, mentre percepisco il rumore della porticina del frigorifero aprirsi e successivamente quello della bottiglia di birra.
Volto leggermente la testa scoprendolo seduto a petto nudo sulla sedia.
Avvampo indietreggiando finendo con la schiena premuta contro il muro.
"Puoi uscire dal tuo nascondiglio, ti ho vista."
Il cuore schizza in gola perché non parliamo da parecchio tempo oramai.
La sua voce mi arriva dritta al petto.
Stringo maggiormente la vestaglia intorno ai fianchi e prendo a camminare, tentando di sgattaiolare in camera.
Ma il suo maledetto profumo s'insinua dentro le mie narici e le gambe senza volerlo iniziano a tremare da sole, pietrificandomi proprio davanti a lui.
Ho lo sguardo rivolto verso il basso.
Non voglio e non posso guardarlo, perché ho giurato a me stessa che quando l'avrei fatto gli avrei sputato in faccia tutta la rabbia che per colpa sua mi ha tenuta sveglia molte notti.
"Pensi di evitarmi ancora per molto?"
Ennesimo brivido che mi trapassa.
Sospiro maledicendolo mentalmente e finalmente quando trovo la forza, abbandono la cucina.
Questa brutta sensazione di angoscia è tornata a bussarmi alla porta.
Mi rannicchio sotto le coperte stringendo il cuscino e fisso il vuoto.
Non ho più avuto un dialogo con Jonatan, non perché non ci sia mai stata l'occasione, semplicemente perché ciò che ha fatto settimane fa è stato davvero deludente e non ho intenzione di sprecare le mie parole con un uomo di questa portata.
Conoscevo l'elemento, questo è più che vero ma anche lui conosceva benissimo le mie regole.
Il patto era rispettarsi a vicenda.
Gli avevo semplicemente chiesto di comportarsi da vero uomo e invece ha preferito l'unica opzione spassosa per lui.
Non pretendo che lui mi capisca.
Non pretendo che lui comprenda quanto sia stata male le prime settimane perché quell'uomo è lo stesso che mi aveva uccisa e rimessa in piedi subito dopo, dando vita alla creatura preziosa a cui tengo di più al mondo.
Desidero solo essere lasciata in pace.
Perché lui non potrà mai darmi ciò di cui ho bisogno.
Credevo di poterlo cambiare, ero sicura di aver visto una scintilla di speranza nei suoi occhi eppure rimane sempre la persona disgustosa che ho conosciuto mesi fa.
Ma ho imparato ad accettarlo.
Mentre penso e ripenso pochi minuti dopo crollo tra le braccia di Morfeo.JONATAN:
La mezzanotte è passata da ormai un paio di ore.
È il mio compleanno.
Sono nel mio studio, è tutto molto silenzioso rispetto agli anni precedenti, a quest'ora ero circondato da puttane in uno del club più eleganti del paese mentre adesso mi trovo qui, solo.
Questo giorno non è mai stato legato a bei ricordi, non è mai stato un giorno speciale né tantomeno ho mai ricevuto regali ma osservando l'ecografia di Esme tra le mani penso che forse, questa volta, il dono che ha voluto farmi Dio sia stato proprio una famiglia.
Quella che mi è sempre mancata.
Se ci penso provo un senso di rabbia verso il fottuto destino.
Mi sarebbe piaciuto avere un bravo papà.
Mi sarebbe piaciuto sentirmi amato, protetto e accudito.
Forse non sarei l'uomo di ghiaccio che tutti mi rinfacciano.
Mi sarebbe piaciuto avere un papà da chiamare per venire a prendermi quando ero nei guai.
Invece mi ha lasciato un vuoto immenso e so per certo che non lascerò mai mia figlia come ha fatto lui con me.
Potessi mettere le mani sul fuoco.
Dopo il cancro e la morte di mia madre ci ha abbandonati sul ciglio di una strada.
Non ricordo molto, Ledan a mio contrario ha tutto molto chiaro in testa ma non ne parla mai, mentre Reenel e Nazario erano troppo piccoli anche solo per riconoscere quel bastardo di loro padre.
Ingoio l'ennesimo bicchiere di whisky poggiando la testa sullo schienale della poltrona.
"Jonatan." La voce delicata di mia sorella mi risuona in testa.
Chiudo gli occhi respirando faticosamente e il giorno dell'incidente riaffiora doloroso più che mai.
La ricordo bene.
Aveva gli occhi azzurri e i capelli neri lunghi.
Impacciata e goffa ma sognatrice sin da bambina, ha sempre lasciato che la sua immaginazione prendesse largo quasi facendola vivere in un mondo parallelo dove era sempre tutto rose e fiori.
Non vedeva mai il marcio e soprattutto era l'unica persona che credeva in me.
Io ero quel ragazzino rispettato, il fratello cattivo che faceva a botte con chiunque e lei era quella persona rosea che calmava sempre le acque, nonostante la sua innocente età.
Assomiglia molto ad Esme.
Per questo motivo provo questo senso di protezione nei suoi confronti, anche se finisco sempre per ferirla.
Sfioro l'ecografia rispondendola nel cassetto prima di abbandonare lo studio e recarmi in camera sua.
Dorme sdraiata su un fianco.
Non parliamo da parecchio tempo.
Rimango ad osservarla per qualche secondo prima di richiudere la porta e, sospirando, mi reco in camera mia.
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PHILOFOBIA.
RomanceESME&JONATAN 🌹MAFIA ROMANCE🌹 ATTENZIONE: Il libro è solo per un pubblico adulto La storia contiene un linguaggio forte, scene violente e sessuali. Assolutamente vietato il plagio. Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è...