Jason

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<<La torre dei Titans>> dice Kori con soddisfazione, guardando la nostra nuova dimora.

<<Torre?>> Chiedo con un mezzo sorriso. <<Non è un po' esagerato definirla così?>>

Mi guarda sorpresa, e sembra persa nel vuoto per qualche istante. <<A Tamaran tutte le case sono così...La parola che usiamo noi per definirle equivale a "torre" sulla terra. So che sembra sciocco>> ridacchia un po' malinconica.

<<No>> mi affretto a dire. <<È perfetto: la torre dei Titans. Suona pure bene>> le sorrido.

Kori sembra spiazzata per qualche istante, poi sorride a sua volta.

<<Tra l'altro aggiunge anche una certa importanza al nostro covo. La nostra torre! Altro che la batcaverna!>> scoppiamo entrambi a ridere, nel nostro piccolo momento di complicità.

***

Mi svegliai di colpo, disturbato da dei rumori provenienti dal piano di sotto.

Cos'è tutto questo trambusto?

Poi di colpo mi ricordai di Dick e Gar che da tutto il giorno cercavano invano la nostra amica aliena nel tentativo di riportarla in casa. Nonostante dovessero sapere il codice di entrata della torre, pensai che forse stavano avendo qualche problema. Non sapevo nemmeno che ore fossero o per quanto io e Rachel avessimo dormito su quel divano scomodo, però le sfumature chiare del cielo mi suggerivano un calmo mattino. 

Secondo giorno senza Kori.

Sentii altri colpi dal piano di sotto e nervoso andai a guardare lo schermo della videocamera dell'entrata.

Mi aspettavo un viso torvo con l'aria da padre stanco e una massa di capelli verdi spettinati al suo fianco, ma ciò che vidi era ciò di più lontano da esso. Degli uomini grossi e con delle maschere sul volto tiravano pugni e calci sulla porta di vetro rinforzato e dietro di loro, con un'aria impaziente e totalmente fuori di testa, ci stava una dei criminali più temuti di Gotham, nonché spalla destra di Joker: Harley Quinn.

Appena vidi quei codini bicolore mi si gelò il sangue. Cosa ci faceva lei lì? Cosa voleva da noi?

Poi, quasi come a sentire il mio sguardo e i miei pensieri confusi, gli occhi della criminale si puntarono sulla videocamera e un sorriso sghembo le apparve sul volto.

<<Hey! Lo so che mi vedi>> disse con voce acuta. <<Che ne dici di farci entrare? Non vorrei far crollare il palazzo>> continuò, mostrando divertita una granata dipinta di rosa che teneva in mano. <<...o forse sì>>.

Prima che potessi fare qualcosa la gettò con noncuranza contro la porta. L'esplosione ruppe il monitor e il palazzo tremò pericolosamente. Probabilmente aveva ferito dei suoi, ma ridendo Harley Quinn saliva allegra le scale che portavano alla nostra stanza, come a farci sentire che stava venendo a prenderci.

<<Che succede?>> la voce assonnata e confusa di Rachel mi fece sobbalzare.

Senza pensare andai svelto da lei, la presi per mano e la portai verso la sala degli allenamenti. Nonostante continuasse a farmi domande le sue parole mi sembravano un mormorio lontano e confuso, mentre nella mia testa vi era un unico, chiaro obiettivo: uscire in fretta di lì. Non sapevo cosa ci facesse Harley Quinn nella nostra torre e tantomeno se aveva intenzione di ucciderci o semplicemente di catturarci, ma non avevo voglia di rimanere lì nemmeno un secondo di più per scoprirlo.

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