Due

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"Simone tu ti devi svegliare, io non posso perdere anche te. Lo so che mi odi, ma se ti svegli giuro che ti permetto di darmi un pugno dritto in faccia."

"Cazzo quando te ricapita de menà papà Simo? Io 'n opportunità così no la sprecherei." Ridacchia Jacopo prendendolo in giro. 

Simone sbuffa. "Ma perché lo sento?"

Jacopo alza gli occhi al cielo. "Cazzo ne so, sei te quello in coma mica io. Vabbè annamo a fa' un bagno così te levi quell'espressione dalla faccia."

I due ragazzi si spogliano e iniziano a correre verso la distesa d'acqua.
Jacopo si immerge subito come se non sentisse il freddo che invece sta bloccando Simone, fermo nel punto in cui l'acqua gli arriva alle ginocchia. Il fratello non ci pensa due volte a schizzarlo tutto facendolo imprecare.

"Certo che sei proprio stronzo!"

"Con orgoglio." Jacopo solleva la testa, fiero. "Uno dei due lo vede esse. Te sei troppo bono."

Simone si ritrova a pensare a quanto suo fratello sia diverso da lui nonostante siano gemelli e a come sarebbe stata la sua vita con lui presente. Sono due poli opposti, ma forse proprio per questo si sarebbero completati a vicenda: Jacopo lo avrebbe spinto a lasciarsi più andare, mentre lui lo avrebbe fermato dal fare cazzate; Simone è un perfettone, mentre a giudicare da come parlava romanesco, l'altro sarebbe stato un coatto. Simone timido, Jacopo esuberante e rubacuori.

Pensa inevitabilmente anche a quanto somigli a Manuel, e si chiede se sia per questo motivo che suo padre sembra averlo preso particolarmente a cuore.

"Sì." dice Jacopo dal nulla. 

"Sì cosa?"

"Sì, papà ha preso a cuore Manu un po'  pe' colpa mia."

Simone lo guarda sbigottito. "Mi leggi anche nel pensiero?"

"Ogni tanto. Superpoteri da morto." ridacchia indicando ripetutamente prima la sua testa e poi quella dell'altro come a dire -siamo connessi-.

Simone però si sofferma su una cosa: Jacopo l'ha chiamato Manu. Un nomignolo quasi intimo, che a stento nemmeno lui usava. Deve ancora entrare nella dinamica di questa cosa che suo fratello non fa parte della sua vita eppure ne sa più di chiunque altro.

"Manu eh? Ti piace? Cioè, ti sta simpatico?"

Simone si chiede come sarebbe stato se quei due si fossero conosciuti; forse essendo così simili si sarebbero fatti la guerra, o magari invece avrebbero legato tantissimo.

Jacopo se l'aspettava quella domanda, anzi è sorpreso che ci abbia messo un giorno intero per fargliela.

"Manuel é 'n cojone." Ridacchia. "Ma certo che me sta simpatico. Lo vorrei pure ringrazià."

"Per cosa? Per trattarmi di merda?"

Jacopo si avvicina a lui e senza preavviso gli spinge la testa sott'acqua per qualche secondo, ridendo quando lo vede riemerge e tossire.

"Ma eri così cagacazzi anche da piccolo?"

"Anche de più. Però me volevi bene lo stesso anche se te facevo i dispetti."

Jacopo sorride e Simone di rimando, mentre gli occhi gli diventano leggermente lucidi: vorrebbe ricordarsi dei loro momenti.

"E voi bene anche a Manuel pure se fa lo stronzo. Sì lo so che c'ho ragione non serve che me lo dici."

"Peccato che per lui non esisto. Sarà appena contento di essersi liberato di me."

Jacopo gli tira una pacca sulla nuca. Ma quanto è manesco?

Due metàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora