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Per tutto il giorno io e Mirabel andammo su e giù , dalla città alle colline stracolme di coltivazioni.

Mi fece vedere tutti i suoi posti preferiti e conoscere tutte le persone che vivevano a Encanto.

Osservai con estrema meraviglia tutti i poteri della famiglia Madrigal , soffermandomi in particolare su Dolores che sentiva strappare un fiore a metri di distanza.

Rimasi molto colpita nello scoprire che Mirabel non aveva un potere , e che tutte le stanze dei membri della famiglia erano magiche e strane, tranne la sua.

Mi sembrò estremamente crudele.

Nell'arco della giornata ebbi modo di conoscerla e di capire che era una persona affidabile e gentile, ci sarei andata perfettamente d'accordo.

Camminammo senza sosta per tutto il giorno,cosa che non ero per niente abituata a fare, e quando finalmente tornammo a casa, mi stravaccai immediatamente sul letto.

TN-cavolo, sono proprio fuori forma

M- Che sciocchezza

TN- E invece si, guardati , non ti sei nemmeno seduta

M-Questione di abitudine

TN-Appunto

Arrossì un pochino e si sdraiò al mio fianco.

M-Vuoi dell'acqua?

TN-No grazie, avrei solo bisogno di andare in bagno

M- Cen'è uno di sotto e un'altro tre porte più a destra

TN- Grazie. Arrivo subito.

Mi alzai con fatica dal letto e uscì dalla stanza.

Ormai era quasi buio , il che rendeva la casa ancora più spettacolare vista dall'interno.

Decisi di andare nel bagno sotto per farmi un giro più lungo , sperando di non incontrare nessuno, anche se probabilmente Dolores mi avrebbe sentita anche battere le ciglia.

Scesi lentamente le scale a chiocciola tenendo la testa puntata verso il cielo roseo .

Non avevo mai visto una cosa simile, dove vivevo prima di giorno il cielo era tutto grigio, solo di notte si riuscivano a intravedere le stelle.

Alcune volte al tramonto si poteva scorgere in lontananza il sole che spariva dietro le montagne, cosa che non mi perdevo mai.

Passai davanti a quella che etichettai come la cucina e proseguì per un corridoio adornato da fiori rosa e lilla.

Presa dai miei pensieri iniziai a canticchiare sottovoce una vecchia ninnananna che tutte le sere, una dolce bimba di nome Lia, ci faceva ascoltare prima di andare a letto.

Persa nei miei pensieri andai a sbattere contro qualcuno che per poco non mi buttava per terra.

TN- O scusami tanto io non...

Alzai gli occhi e davanti a me c'era la minuta figura del ragazzo ricciolo di quella mattina.

Come la mattina indossava un poncho (perdonate non so come si scrive) arancione e marrone con ricamati sopra dei camaleonti.

Direi azzeccato.

Camilo- Tranquilla . Che ci fai qua sotto?

Per un po rimasi li, impiedi come una stupida a fissarlo, i suoi riccioli erano ancora più belli alla luce rosa del tramonto.

camilo × RaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora