6. Prenditi cura di me

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La giornata seguente studiammo tutto il pomeriggio insieme, così da essere pronti per la verifica.

Arrivato venerdì, la prima ora erano tutti impegnati a ripetere matematica visto che la seconda ora sarebbe arrivato il prof.

Vidi il verde molto tranquillo, cosa che mi fece piacere, significa che gli ero stato d'aiuto.

Suonò la campanella, che segnava la fine della prima ora, e arrivò il prof.

Fece dividere i banchi e iniziò a distribuire i fogli.

Dopo nemmeno un'ora dall'inizio della verifica, vidi il verde consegnare il foglio e scappare fuori.

Che avesse già finito? E perché scappava di corsa fuori?

Appena arrivò l'ora di spacco, mi recai in mensa e mi sedetti accanto a lui.

K: "sei stato veloce a finire il compito"
I: "mmh.. merito tuo"

K: "come mai sei corso fuori?"
I: "Eh? No niente, avevo bisogno del bagno"
Disse leggermente imbarazzato grattandosi la nuca.

Iniziai a mangiare e vidi che invece il nerd non toccava cibo.
K: "non mangi?"
I: "non ho molta fame.. la verifica mi deve aver chiuso lo stomaco"

K: "mangia, non fa bene saltare i pasti"
I: "si mamma.."

Lo guardai, intento a urlargli contro, ma lo trovai con un sorriso stampato in faccia.. mi aveva in pugno, non potevo vincere contro di lui.

K: "Tzk! Non sono tua madre.. e che mi preoccupo per te, visto che non hai il minimo di autoconservazione"
I: "ehhhhh?!!!!! Lo hai ammesso?"

Lo vidi incredulo delle mie parole, nessuno poteva biasimarlo..
K: "si.. per questo non mi far preoccupare troppo e lasciami prendere cura di te, tu non lo sai fare"

I: "grazie.. allora prenditi cura di me"
Disse come se nulla fosse, facendo sì che le mie guance si tingessero di rosso, per poi alzarsi con il vassoio per andarsene.

I: "Ahh! E mi raccomando non innamorarti di me" disse facendomi l'occhiolino ridendo, per poi andarsene definitivamente.

Troppo tardi.. già mi ero innamorato di lui.

Non potevo veramente vincere contro di lui.. era scaltro, troppo scaltro.

Aspettai che quella sensazione dentro di me svanisse, per poi finire di mangiare e rientrare in classe dove le lezioni passarono in tranquillità.

A fine giornata tornai a casa insieme a Izuku, come ormai facevamo da un po'.

K: "Izuku.."
I: "si?"

Presi un respiro profondo e provai a darmi coraggio..
K: "ti va se uscissimo insieme qualche volta?"

Nessuna risposta.
K: "mi stai ascoltando..?"

I: "..non posso.."
K: "come mai?"
I: "in realtà ci ho riflettuto, dopo quello che ti ho detto in mensa, volevo parlarti.."

Lo vidi abbassare la testa e torturarsi le mani.. sembrava triste e pensieroso, un po' come durante la chiamata con la madre.

I: "vedi.. ho già avvisato i prof, e ho chiesto di non dire nulla a nessuno fino lunedì.."
K: "di che stai parlando?!"

I: "Katsuki io non verrò più a scuola.. e ti chiedo di non contattarmi più"
Disse guardarmi negli occhi.

K: "Bugiardo.."
I: "come?"
K: "come puoi dire cose del genere quando i tuoi occhi dicono tutt'altro? Non è vero! Non è vero che non vuoi che ti contatti, altrimenti questi occhi così tristi per cosa sarebbero?!"

Cercai di mantenere la calma, non volevo mandare tutto a puttante iniziando a urlare cattiverie.

I: "n-non è vero.. e come ti ho detto.."
K: "perché non verrai più a scuola? E che cazzata è quella di non volermi più accanto?!"
I: "e che-che dovrò fare dei servizi e salterò gironi di scuola e.."

K: "sono fastidioso? Ti ho fatto qualcosa? Mi odi!? non capisco"

Volevo urlare ma non c'è la facevo, la mia voce era come un soffio.

I: "n-non ti odio.. ma odierei me se ti permettessi ancora di vedermi"
K: "..perché? Dimmi perché!? Non capisco.."
Le lacrime minacciavano di uscire.

Eppure sembrava che stese andando tutto bene..

I: "preferirei non dirti il perché, non puoi solo far finta che io non esista più-"
K: "ti amo"

Le parole uscirono fuori da sole.. non potevo più aspettare, non potevo perderlo di vista, avevo aspettato troppo tempo..

All'improvviso vidi i suoi occhi inumidirsi e far fuoriuscire lacrime.

I: "n-non dirlo!"
K: "cosa?! Ma io ti-"
I: "n-non farlo... per favore.."

K: "Ti ho capito sai, ti stai tenendo una cazzata dentro e vuoi portarne il peso da solo come sempre.. ora dimmi cos'è!"
I: "..i-io.. n-non.."
K: "non?"

Cadde a terra in ginocchio per poi coprirsi la faccia con le mani, scoppiando in un pianto disperato.

Mi accovacciai prendendo le sue mani, vedendo guardare l'asfalto con le lacrime che gli rigavano il viso per poi scagliarsi a terra.

K: "Izuku.. sono stato uno stronzo con te, lo so.. ma mi stai dicendo veramente che non vuoi più vedermi? Se è ciò che vuoi allora farò così, ma si sincero con te.. oggi mi hai detto di prendermi cura di te, cosa ne è stato?"

I: "k-Katsuki-"
K: "non chiamarmi così per favore.."

I: "Kacchan.. anche io p-provo tutto questo per te ma-"
K: "non ci deve essere un ma"

I: "per favore.. lasciami stare, lasciami libero.. sì libero.. è un 'casino'? Non so n-nemmeno come chiamarlo! Non posso t-trascinarti con me-"

Era ormai era in lacrime e le sue frasi erano tutte spezzare da singhiozzi.. erano quasi incomprensibili.
K: "Izuku calmati, non capisco.."

too young for thisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora