Febbraio

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Ho parlato poco di te ultimamente, ancor meno ho parlato con te

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Ho parlato poco di te ultimamente, ancor meno ho parlato con te. Eppure talvolta ti sogno, e da quei sogni il risveglio mi ferisce.

La verità è che amavo baciare le tue labbra, amavo fare l'amore con te. Amavo i tuoi occhi scuri e le tue ciglia arricciate, amavo le tue risate timide, il tuo arrossire mentre lambivo l'interno delle tue cosce, il tuo protestare quando scendevo oltre. Ricordo me sopra di te, che accarezzo il tuo sesso con due dita sopra le mutandine di marca che comprasti solo per me, bianche sulla tua pelle olivastra. Ricordo di averti annusata, e di averti desiderata. Ricordo il momento in cui spostai quella stoffa, ti esposi al mondo per la prima volta, e leccai lentamente il nettare da quel fiore, spargendolo ed impollinando ovunque le mie labbra si avviavano. Tale dedizione, e tale volontà di dare un piacere incontrollato a qualcuno, non penso la ritroverò mai.

Ti sogno, ti vedo camminarmi di fronte come nelle vie di Padova, o in Ortigia, o in qualche spiaggia siciliana, vedo il tuo corpo minuto e carnoso volteggiare in vestiti soffici, facili da strappare.

Ti sogno, e nel sogno piango.

Poi mi sveglio, e nel letto piango.

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