capitolo 1: una nuova vita

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Nick pov
Mi chiamo Nick. Ho cinque anni, vivo nel Kansas e.....voglio andare via. Tutti i bambini hanno genitori buoni e stanno bene ma io no: i miei genitori non mi hanno mai voluto bene e tutto ciò che facevano è picchiarmi e farmi del male.
La mia "mamma" è occupata sempre con quella strana roba e il mio "papà" beve sempre prima di farmi male; non mi hanno più mandato a scuola e mi tengono chiuso in camera con solo un materasso e l'unica cosa che mi fa compagnia è il mio peluche Lyria.

La mia "mamma" è occupata sempre con quella strana roba e il mio "papà" beve sempre prima di farmi male; non mi hanno più mandato a scuola e mi tengono chiuso in camera con solo un materasso e l'unica cosa che mi fa compagnia è il mio peluche Lyria

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Io li odio! Odio i miei genitori! Li odio! Voglio solo andarmene via! Nella mia stanza piangevo mentre stringevo forte il mio peluche. Volevo tanto avere qualcuno che mi volesse bene davvero, volevo una mamma e un papà che mi amassero, mi andava bene anche avere fratelli. Fu allora che mi venne in mente di esprimere un desiderio.
Guardai la luna fuori dalla finestra e iniziai a pregare. Espressi il mio desiderio di avere una famiglia che mi amasse e che mi portasse via di qui. Dopo aver finito mi misi nel mio "letto" e iniziai a dormire, senza sapere che il mio desiderio si sarebbe realizzato.
Due ore dopo....
BANG!
mi svegliai di soprassalto quando sentì un rumore forte e sentii i miei genitori urlare ancora. "Che sta succedendo?! Fuori da casa mia!" Ci furono altri rumori forti che mi spaventavano e allora mi misi sotto le coperte perché avevo paura di ciò che mi sarebbe successo poi sentii delle voci. "Fatto! Due teste di cazzo in meno sulla terra." Rispose una voce femminile che non conoscevo. "Il nostro cliente ha detto che avevano un bambino in ostaggio ma io non ne vedo nessuno. Che ci abbia mentito?" "Non dire stronzate, Moxxie! Un cliente come si deve non mentirebbe mai a dei professionisti come noi." Credevo che fosse la polizia e allora ho gridato alla porta. "EHI! AIUTO! SONO QUI SOPRA!" Potevo sentire le voci da basso parlare. "Che ti dicevo? Un cliente non mente mai. Arriviamo, piccoletto!"
Ho sentito i loro passi farsi sempre più vicini finché non li ho sentiti davanti alla porta. "Ah, cazzo. Sempre con queste serrature. Stai indietro! Adesso buttiamo giù la porta!" Ho fatto come dicevano e ho tenuto stretta Lyria prima che la porta venisse buttata giù con dei rumori forti; tuttavia, ho visto che le persone in mio soccorso non erano dei poliziotti, erano dei mostri.

 Stai indietro! Adesso buttiamo giù la porta!" Ho fatto come dicevano e ho tenuto stretta Lyria prima che la porta venisse buttata giù con dei rumori forti; tuttavia, ho visto che le persone in mio soccorso non erano dei poliziotti, erano dei mostri

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