8.

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< Ma come hai- Ceh tu sapevi- Comandi il tempo- io non capisco- > cercai di dire una frase ma non riuscivo più a capirci nulla.
< È stata una botta di culo e basta > disse lui facendo un sorriso a trentadue denti che io ricambiai con un leggerissimo sorrisino.

***

Passò tantissimo tempo, tanti di quei minuti che non riesco neanche a spiegare, nei quali avevamo giocato solo ed esclusivamente ai videogiochi. Ero migliorato molto in sole due, forse tre, ore.
I miei occhi erano fissi sul grande schermo colorato, mentre gli occhi neri come la notte di Cico, oltre ad osservare quello schermo, ogni tanto si incrociavano con il mio volto concentrato a giocare. Mi guardava con un sorriso stampato sulle labbra,con grandi occhi brillanti come le stelle in quel grande cielo blu che arrivava alla sera. Aveva le guance rosate, più scure della sua pelle. Tutti questi dettagli li notai semplicemente con la coda dell'occhio, Mi sento come uno stolker...

< Stre, per caso hai fame? > mi domandò, fermando le sue dita intensionate a muoversi sui tasti situati sul joystick.
< un po'! > esclamai con un po' di timidezza.
< Potevi dirmelo! Dai andiamo di sotto a cenare! > disse, alzandosi dal materasso su cui eravamo seduti.
< Ok...> dissi seguendolo giù per le scale. < Cosa mangiamo? > domandai curioso.
< Che ne dici di una pizza? > propose lui, tirando fuori dal frizzer due pizze congelate, che sgocciolavano sul pavimento.
< N-non ne ho mai assaggiata una... > dissi sentendomi come sempre in difetto.
< Tua madre?! > mi chiese lui curioso.
< Si...abbiamo il menù scritto e cucinato da lei... > spiegai, con lo sguardo fisso in basso.
< capisco... allora mangerai per la prima volta la pizza! Sei contento?! > esclamò mettendo entrambe le pizze in forno a "cucinare".
< Cico, posso farti una domanda?... > dissi con timore appoggiandomi alla penisola dietro di me.
< Dimmi pure! > escla lui, invitandomi a continuare.
< Questa mia diversità non ti da fastidio? > domandai spaventato dalle numerose risposte che avrebbe potuto dire.
< No! affatto! Ti pare?> esclamò convinto. < È bello avere un amico diverso dagli altri!...Non è la classica persona monotona che ti annoia con le solite cavolate che piacciono a tutti! > continuò mentre impiattava le pizze. < La diversità è una cosa bellissima, anzi un pregio che ogni persona dovrebbe avere! > concluse con un sorriso a trentadue denti, mentre posizionava le due pizze impiattate, sui suoi palmi delle mani.
Alle sue parole rimasi scioccato, non sapevo cosa dire, è una delle poche persone a cui la diversità, se così si può chiamare, non da fastidio.
< Aspetta! ti do una mano! > affermai, seguendolo nuovamente su per le scale che portavano alla sua camera.
< Lascia stare! Ce la faccio! > disse con il fiatone, si sentiva e si vedeva che il minimo sforzo lo stancava. Strano che per due scale sia così stanco, non è che-...no no Stre non può essere, cosa vai a pensare!...però potrei provare a...

< senti Cico...> cercai di dire, sedendomi nuovamente sul letto con la mia pizza fra le mani.
< Dimmi! > mi invitò a continuare, mentre addentava la sua pizza.
< Ho notato che se fai un minimo sforzo ti viene il fiatone. Noto anche che sei stanco, hai delle occhiaie veramente molto visibili- > venni interrotto delle sue parole.
< Non è niente non ti devi preoccupare! > mi rassicurò lui, con un ennesimo sorriso.
< Ok... > risposi con poca convinzione.
Sta palesemente mentendo, mi nasconde qualcosa!

***

Passarono innumerabili ore, e si fece davvero tardi. Le finestre in quella stanza, che si affacciavano fuori, mostravano un cielo blu scuro, ricoperto di piccole lucine bianche e un'enorme palla bianca che illuminava la strana difronte alla casa.
< Stre, sei stanco? > mi domandò vendendo i miei occhi farsi sempre più piccoli.
< abbastanza > risposi grattandomi un occhio.
< Dai, andiamo a letto! > propose alzandosi dalla sedia sulla quale era seduto.
< Ma ho appena trovato un sito interessante per la ricerca! > dissi indicando lo schermo del mio computer.
< Puoi continuarla anche domani! > mi disse lui avvicinandosi a me. < Dai, vieni! > mi tese la mano che esitai ad afferrare.

Ci coricammo sul suo enorme letto matrimoniale, uno da un lato e uno dall'altro. Entrambi imbarazzati osservavamo il soffitto sopra di noi.
< Stre...> attirò la mia attenzione. < Ti da fastidio se dormo con te? > domandò con voce tremante. Credo per l'imbarazzo.
< Non lo so...non ho mai dormito con nessuno prima d'ora > confessai. Ogni volta che qualcuno mi chiedeva qualcosa che non centrasse con gli ospedali io mi sentivo spiazzato, in tutta la mia vita non ho mai fatto nulla,come posso rispondere a certe cose!
< Sicuro? Altrimenti vado sul divano! > chiese conferma proponendo le alternative.
< No! > esclamai convinto domandandomi il perché di questa risposta data dall'istante. < Resta! > perché?!
< O-ok > mi rispose, girandosi verso di me anche con il corpo, io feci lo stesso.

< sai, se mi fissi mentre provo ad addormentarmi è un po' difficile rilassarsi! > sputai freddo cercando di distogliere lo sguardo dai suoi occhi che a malapena si vedevano in mezzo a tutto quel buio.
< Scusa! hai ragione! > disse. <Ma i tuoi occhi mi hanno incantato! > disse con una naturalezza invidiabile.
< a me non sembrano così invidiabili... > continuai il discorso anche se avevo sonno.
< Almeno i tuoi hanno un colore, i miei sono neri > si lamentò lui.
< Neri come la notte d'estate! > Esclamai sentendo un certo calore sulle guance.
< Addirittura! > e con quella sua esclamazione mi accorsi di ciò che avevo appena detto arrossendo ancora di più. < È buio ma le tue guance rosse brillano come due lampioni! > se la ridacchiò.
< Non prendermi i giro! Ti ho fatto un complimento! > mi arrabbiai ancora più imbarazzato.
< Sai, sei la prima persona che descrive i miei occhi in questo modo! Grazie! > concluse lui rimboccandosi le coperte e chiudendo gli occhi.
Rimasi qualche secondo a guardare il suo corpo che si rilassava su quel materasso morbido, sotto quelle coperte calde, per poi fare lo stesso pure io. Una volta chiusi gli occhi, mi tirai su le coperte calde e confortanti e mi lasciai trasportare dalla dolce musica del silenzio che si era formato in quella stanza.

continua...

SPAZIO AUTRICE

EIII AMICI COME STATE??
Io più meno, diciamo che potrebbe andare meglio...
Vabbè...comunque scusate se ci ho messo tanto ma in sto periodo sono piena di verifiche ma appena trovo un po' di tempo cerco di continuare la storia.
Scusate ancora <33

COMUNQUE...
SE TROVATE ERRORI È COLPA DI ALFREDO
Ciauuu💜❤️

Insegnami ad amare...💜❤️ [StreCico]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora