11.

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< Non voglio che te ne vai....> gli dissi singhiozzando.
< Lo sai che non posso promettertelo...> mi sussurrò lui stringendomi a se.
< Lo so...ma io...> che sto dicendo!
< Tu cosa? > mi incitò a continuare allontanandomi dal suo corpo e mi posò una mano sul viso.
< io voglio...un...>

Non controllavo le mie parole, uscivano da sole, come quando fai delle cose talmente in automatico che ti dimentichi di averle fatte. Ma per "fortuna" venni interrotto dalla porta di quella piccola stanza che si aprì:

< Cosa state facendo voi due qua dentro? > domandò l'infermiera che entrò nello sgabuzzino, penso per prendere qualcosa.

< Niente, stavamo solo parlando in privato di una cosa > rispose il rosso alla domanda della signora, mi afferrò la mano e mi trascinò fuori dallo stanzino.

Continuammo così tutto il tragitto fino alla stanza che ci avevano assegnato per quella ricerca sulla FFI, quella ricerca che ci aveva fatti conoscere, che ci aveva uniti, che mi aveva fatto affezionare a lui e che ora come ora mi ha fatto provare dei sentimenti che mai avevo provato prima.

***
In quella stanza, con solo un tavolo che ci divideva, nessuno dei due disse più nulla, non parlammo, entrambi eravamo "concentrati" sulla ricerca. Anche se in realtà io ogni tanto mi perdevo a guardarlo, guardavo i suoi ciuffi rossi scompigliati che li cadevano davanti agli occhi, gli occhi neri con il riflesso del computer acceso che li faceva brillare più del solito, labbra serrate ma rilassare di un rosato a dir poco affascinante,
e quelle sue guance leggermente arrossate penso ancora per prima. Lo studiavo sotto ogni minuscolo dettaglio, e appena lo vedevo muoversi ritornavo sulla mia ricerca come se niente fosse.

<Stre...> mi sentii chiamare da una voce che amavo.
< Si?> risposi alzando la testa per invitarlo a continuare.
<Riguardo a prima...> disse aumentando il rosso sulle sue guance. <Cosa volevi dirmi?...> mi fece una domanda alla quale io non volevo rispondere.
<Io...> silenzio, non sapevo che dire: la verità non volevo dirla e mentire sarebbe stato orribile da parte mia...<non ricordo più l'argomento!> affermai sperando di averla scampata.
< Strecatto non prendermi in giro...odio le bugie, dimmi che cosa dovevi dirmi!> alzò la voce in un tono arrabbiato.
Mi spaventai e abbassai lo sguardo.
<Ho paura di dirti la verità...> confessai.
<Perché? Sono io Cico!> esclamò cercando di rassicurarmi.
<Lo so, ma proprio perché sei tu ho paura: ho paura di perdere il mio unico amico, ho paura di perdere il mio migliore amico, ho paura di perdere la mia vita, HO PAURA DI PERDERE LA PERSONA ALLA QUALE TENGO DI PIÙ AL MONDO>
Lui non disse nulla, si limitò a guardarmi con due occhi sbarrati.
< Lo so, non è da tanto che ci conosciamo, ma quello che provo per te non l'ho mai provato per nessuno, io...io non so neanche che cosa sia tutto questo sentimento che c'è dentro di me...so solo che con te io sono felice e tutto il resto non conta più nulla...> continuavo a parlare, mi guardavo in giro, giocavo con le dita, ma in tutto questo discorso non ho mai incrociato lui con lo sguardo, non sapevo neanche se fosse ancora lì oppure se ne fosse andato.
Improvvisamente io mio discorso venne interrotto perché mi sentii una persona che da dietro mi girò su quella sedia girevole e mi abbraccio fortissimo. Era Cico, il mio Cico.
<Ti prometto che farò di tutto per non andarmene...> disse per tranquillizzarmi, ma sapevamo entrambi che alla sua malattia non c'era una cura...

***
Qualche ora dopo entrò nella stanza il dottore, o meglio, il padre di Cico.
< Cico! devi venire a fare i tuoi esami! >
< arrivo...> disse spaventato dalla parole "esami"
< Cico! vuoi che venga con te? > gli proposi.
Cico non disse nulla, si girò verso suo padre e appena l'uomo accennò un "si" il rosso si girò verso di me dicendo con un sorriso <mi farebbe molto piacere!>

Lo seguii in quei corridoi tutti uguali, per poi arrivare a una stanza dove lui entrò ed io rimasi fori ad attendere il suo arrivo. Non essendo un parente non potevo entrare con lui in quella stanza. Chissà cosa gli stanno facendo, gli staranno facendo male? starà soffrendo? quando torna cosa gli dico?

Tra un pensiero e l'altro Cico uscì da quella stanza su una sedia a rotelle, era devastato, glie li si leggeva in faccia. Corsi subito fa lui.
< Cico tutto bene? > gli domandai preoccupato.
< Si si tranquillo, mi hanno fatto degli esami e poi mi hanno provato un trattamento sperimentale, vediamo se farà effetto...> disse con fatica.
<Andiamo, tu riaccompagno a casa!> gli dissi iniziando a spingere quella carrozzina che lo aiutava a spostarsi senza faticare.




SPAZIO AUTRICE

signori sono tornata :)

scusate l'assenza ma ero rimasta bloccata e poi come ben sapete non sto passando un bel periodo e mi sono un po' persa...
ma sono tornata, scriverò con più calma e molto probabilmente anche capitoli più corti , ma voglio finire la storia ad ogni costo, per voi🫶🏻

voi come state?
che mi raccontate?

e ricordatevi:
SE TROVATE ERRORI È COLPA DI ALFREDO
Ciauuu💜❤️

e ricordatevi:SE TROVATE ERRORI È COLPA DI ✨ALFREDO✨Ciauuu💜❤️

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Grazie mille per questo traguardo, vi amo🥺🫶🏻❤️💜

Insegnami ad amare...💜❤️ [StreCico]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora