Tra un pensiero e l'altro Cico uscì da quella stanza su una sedia a rotelle, era devastato, glie lo si leggeva in faccia. Corsi subito da lui.
< Cico tutto bene? > gli domandai preoccupato.
< Si si tranquillo, mi hanno fatto degli esami e poi mi hanno provato un trattamento sperimentale, vediamo se farà effetto...> disse con fatica.
<Andiamo, ti riaccompagno a casa!> gli dissi iniziando a spingere quella carrozzina che lo aiutava a spostarsi senza faticare.***
Una volta riaccompagnato a casa, in quelle quattro mura giallo pastello, il ragazzo dai capelli rossi e ribelli sentii, dopo un lungo tragitto a piedi tra le stradine di Milano, di nuovi quella sua voce soave e devastata dalla giornata.
< Stre...stai tranquillo> mi disse con tono rassicurante e allegro come se nulla fosse, notando la mia espressione preoccupata.
<Cico non potrò mai stare tranquillo sapendo che tu stai così...come ti ho detto prima, ho paura di perderti...> dissi con la mia solita timidezza.
< Lotterò per te contro questa malattia > mi rispose girandosi verso di me, mostrandomi sempre quel sorriso splendete.
< Mh...> risposi titubante, sapendo come si conclude la vita di una persona affetta da quella malattia infernale.
Mentre ero lì perso nei miei pensieri tristi e infelici, come la situazione che si era formata, il bellissimo ragazzo se ne uscì con...
<Stre mi dai il tuo numero di telefono?> io rimasi un attimo lì immobile, ma come fa a sdrammatizzare queste situazioni così infelici come se nulla fosse?! É incredibile!
Accettai e finimmo per darci i nostri numeri telefonici a vicenda, ero elettrizzato da questa cosa, potevamo sentirci in qualsiasi momento: mattina, pomeriggio, sera, notte, attraverso una chiamata o messaggi. Questo vuol dire che parlerò di più con lui!Salutai il mio amico dai capelli rossi e mi avviai verso casa mia, o meglio dire verso quel carcere che veniva definito casa, casa è tutt'altra cosa: è quel luogo dove stai bene, dove non vedi l'ora di tornarci, da dove non vorresti andartene mai via, per me la vera casa è Cico...
Varcai la porta di quel luogo che odiavo, e nemmeno il tempo di togliermi le scarpe che spuntò lei, Satana in persona
< Spero che tu ti sia divertito> disse con tono infastidito e arrabbiato della situazione.
<Si molto!> risposi alla sua domanda con questa affermazione per infastidirla. <per una volta in vita mia mi sono sentito vivo, ero felice finche non ho pensato che sarei dovuto tornare qua da te!> le sputai tutto addosso senza esitazione.
< Bene perché questi piccoli sgarri che ti sei permesso di prenderti non li avrai mai più, devi finire questo tirocinio per avere un bel lavoro, il lavoro dei tuoi sogni-> disse convinta per poi venire interrotta da me.
< QUESTO NON È IL LAVORO DEI MIEI SOGNI!!! IO VOGLIO FARE LO STILISTA, COME TE LO DEVO DIRE??!> sbraitai senza contenermi come facevo di solito, sarà il fatto che sono stufo di questa situazione, sarà il fatto che vedere Cico cosi e non poter stare con lui mentre sta male mi distrugge, non lo so, so solo che finalmente le ho detto cio che voglio.
< È quel ragazzo che ti ha fatto cambiare idea vero? Ti fa fare questi strani pensieri? Sicuro è colpa sua, vedi purché ti dico che sono solo distrazioni!> disse lei dando tutte le colpe a quello splendido ragazzo per il quale avevo perso la testa.
< Non ti azzardare a dare la copa a lui, Cico non centra nulla, lui non mi ha fatto proprio cambiare idea, ho questa cosa in mente da anni ormai ma tu non mi hai mai dato retta, hai sempre fatto di testa tua seguendo i tuoi sogni stupidi e non i mei> risposi a tutte le sue parole che mi ferivano ed iniziarono a scendere delle goccioline salate dai miei occhi ormai rossi. Ma subito dopo questa frase che ho detto, corsi in camera mia, chiudendomi dentro cosi che quella donna spregevole non entri.
Mi buttai nel letto e piansi, l'unica cosa che mi passava per la testa era che un giorno Cico sarebbe morto e io sarei di nuovo stato solo, nessuno mi avrebbe più potuto salvare, avrei perso tutto.Arrivò la sera e nella mia stanza c'era solo buio e tristezza, non avevo acceso nemmeno una luce, non avevo alcuna forza di alzarmi però almeno le lacrime avevano cessato di uscire. Improvvisamente sentii un suono, era quello di un messaggio, provenire dal mio telefono che si trovava nelle tasche dei mei pantaloni, e notai che tra le notifiche c'era quella dell'applicazione più conosciuta per mandare messaggi, whatsapp, era un numero che non avevo ancora salvato, ma intuii fin da subito la persona che si trovava dall'altra parte.
- Chat con Cico -
* Ti ho dato il mio numero per chiamarmi o scrivermi, non per riempirti la memoria gattino cattivo ** Scusami ma è stato un rientro a casa abbastanza traumatizzante... *
* Perché? Che è successo? *
* eehh...mia madre...non mi lascia vivere allora le ho detto cio che volevo veramente
io e quel mostro si è azzardato a dare la colpa a te che non ne puoi nulla ** Non dare peso a queste parole inutili gattino, appena guarirò
da questa malattia scapperemo via, lontani solo io e te **Cico...lo sai anche tu...*
*Si lo so, ma credo che un giorno guarirò e potro finalmente vivere la mia vita nel migliore dei modi con te*
A quell'affermazione arrosii, non compresi il perché ma dentro di me sentivo che non era una brutta cosa ma la cosa migliore che mi potesse capitare nella mia vita.
*Con me?...*
*Si perché avevi qualche dubbio ?*
*Sei la cosa migliore he mi sia capitata nella mia infernale vita**E tu sei la mia... <3*
***
Continuammo a scriverci per un sacco di tempo, ore ed ore, che passarono talmente in fretta che neanche me ne accorsi, tra cose dolce e carine che due amici non si direbbero mai a scherzare l'uno dell'altro. Per scrivere con quello splendido ragazzo non andai nemmeno a cenare quando mia madre mi chiamò, ero felice e volevo rimanerci.
Arrivò la notte che porta tranquillità e pace nelle strade di milano: dove solitamente non puoi nemmeno dormire per i clacson e respirare per lo smog delle macchine, semafori, tram, pullman e migliaia di veicoli che creano una situazione invivibile. Immaginate una campagna: prati verdi e pieni di fiori, con api che volano da uno all'altro, casette singole e separate, distanti luna dall'altra con immensi giardini per ciascuna di esse, animali di diverse specie che pascolano dando tutto cio di cuoi una persona ha bisogno; in sostanza questa è la libertà.
Io e Cico in tutto ciò stavamo ancora scrivendo l'uno cin l'altro, ma ora invece di scherzare o farci complimenti, stavamo parlando della ricerca che ci era stata affidata dal padre del rosso, il dottor Tobbi.*Io ieri ho scritto a una ragazza che è guarito da questa malattia, mi ha detto
che non sa come sia possibile ma se serviva per aiutare qualcuno lei era
disponibile per qualsiasi analisi**Chiedile se mai se puo venire in ospedale per le visite, ovviamente
non tutte insieme altrimenti la distruggeremmo**Ovvio ovvio, ora le scrivo*
*Stre... posso dirti una cosa che non sa nessuno...**Certo, puoi dirmi tutto quello che vuoi*
*Mi devo preoccupare?**No no, cioè, non lo so...*
*Dimmi pure...*
Continua...
SPAZIO AUTRICE
Ciao amiciiiiiii
Eccomi quaaaaa, con un nuovo capitolo!!!!Spero che la storia, pure stando durando tanto vi stia piacendo quanto piace a me. Ci tengo un sacco che questa storia vi appassioni come le altre.
Come state? Spero tutto bene, io per fortuna bene, mi sono ripresa da un momento difficile della mia vita e ora sono carica più che mai
Ah e vi voglio dire che si ho fatto delle ricerche per spiegare al meglio la malattia ma non tutto si basa su cose scientifiche, molte sono inventate essendo una semplicissima storia, quindi non giudicate per favore.e ricordatevi:
SE TROVATE ERRORI È COLPA DI ✨ALFREDO✨
Ciauuu💜❤️
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Insegnami ad amare...💜❤️ [StreCico]
FanficStre, un ragazzo solitario, obbligato dai propri genitori a seguire dei corsi di medicina, e durante un tirocinio in uno degli ospedali migliori di Milano, la sua città natale, incontra un ragazzo dai capelli rosso fuoco. Da quel giorno il rosso da...