10.

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< Perchè gattino?! > domandai perdendomi in quei suoi occhi neri nei quali mi specchiavo.
< Quando dormi sembri un cucciolo di gatto! Quindi gattino! > se la ridacchiò lui.
< NON MI DEVI FISSARE MENTRE DORMO! > lo rimproverai ancora più imbarazzato.
< Devo far passare il tempo in qualche modo no?!>
< Non usare queste scuse con me! >
< ahah dai vieni! andiamo a fare colazione! > mi disse alzandosi dal morbido materasso.
< Arrivo! > dissi alzandomi anch'io seguendolo.

Scendemmo al piano inferiore per fare colazione.
< Cosa vuoi mangiare? > mi domandò lui guardando dentro un mobile della cucina.
< Va bene qualsiasi cosa! > risposi educatamente come mio solito fare.
< Pancake?! > propose.
< Non gli ho mai mangiati...> risposi con la mia solita insicurezza
< Bene! li mangerai per la prima volta! >
< E se non mi piacciono?! > pensai al peggio.
< I pancake piacciono a tutti, nel caso tu sia l'eccezione...beh...COLAZIONE PIÙ ABBONDANTE PER ME!! > urlò euforico.
Il suo sorriso è unico, ti incanta come l'incantatore di serpenti fanno con quegli animali striscianti, la felicità che risplende.

< Perché mi guardi così? > domandò lui mettendo i pancake già pronti a scaldare in una padella.
< Niente...è che sei semplicemente perfetto! > espressi involontariamente i miei pensieri.
< cosa?- > domandò lui confuso.
< cosa?- > risposi nella speranza di confonderlo ancora di più.
< Che hai detto ? > mi invitò lui a ripetere.
< Niente-...non ho detto niente! > risposi con imbarazzato.
< Ripeti ciò che hai detto?! > mi incitò lui.
< Se mi chiedi di ripetere vuol dire che hai sentito bene ciò che ho detto! Quindi perché dovrei ripeterlo?! > risposi a tono superiore per nascondere l'imbarazzo.
< Se lo ridici adesso...> disse avvicinandosi a me < Se lo dici ora che siamo vicini...> continuò ad avanzare verso di me, io indietreggiavo ma il mio cammino fu interrotto dal tavolo sul quale lui appoggiò le sue mani intrappolandomi. < può diventare eccitante~ > disse tutto ciò con una voce seducente.
< C-che stai f-facendo? > domandai con il cuore in gola, ero agitato, il suo volto si avvicinava sempre più al mio, sono letteralmente fottuto, finché...
< OH! i pancakes! > esclamò, allontanandosi come se non fosse successo nulla.
MA È SERIO?! Lui mi provoca tutto ciò è poi...fa finta di niente?!
ASPETTA! Ma lui stava per...
E IO GLIE LO STAVO PERMETTENDO!!
La mia temperatura corporea era salita, guance di un rosso acceso, sguardo fisso sul pavimento e mani che tremavano. Ero perso completamente in quel momento, qual momento in cui i nostri respiri si incrociarono, i nostri nasi si sfiorarono, e i corpi ancora per qualche centimetro si sarebbero toccati, e al solo pensiero che ci sarebbe stato un...b-bacio: mi emoziona, mi eccita, mi fa provare cose mai provate, mi apre quel paradiso che credevo di vedere solo nei sogni, mi fa sentire me stesso, mi-

< Stre stai bene? > la domanda del rosso mi riportò alla realtà.
< Eh!- Si si sto bene! sono ancora mezzo addormentato scusa!...> usai una scusa.
< Ok...> rispose con poca convinzione. < Siediti pure i pancakes sono pronti! > mi invitò ad accomodarmi su una delle sedie.
< Vai assaggia e dimmi com'è! > disse euforico come suo solito.
< Ok...> risposi. Presi una forchetta, ne tagliai un pezzettino e lo mangiai. Era delizioso, molto dolce, ma buonissimo. < È buono!...> riposi continuando a mangiare.
< Sono felice che ti piaccia! > rispose accompagnato da uno dei suoi splendidi sorrisi.

***

Arrivò l'ora di andare in ospedale per il tirocinio, non avevo voglia, avrei tanto preferito passare un'altra giornata insieme al rosso, nella sua stanza a giocare ai videogiochi e a parlare, ma no! Il dovere ci aspetta!
E poi mia madre ha già chiamato 10 volte per dirmi di andare in ospedale e che sarebbe venuta a controllare che fossi veramente li e non da un'altra parte a divertirmi...CHE NON SIA MAI DETTO!

Arrivammo nello spogliatoio, salutammo il resto del gruppo, indossammo il camice, mi persi nel suo fisico magro e poco muscoloso, ritornai in me quando Alex mi tirò una leggera gomitata nel fianco dicendomi sottovoce < Cosa guardi sporcaccione~ > e come il solito, imbarazzato, iniziai a dire cose a caso, e in fine, iniziammo il solito giro.

***

< Cico! Stre! Voi non mi servite più! andate a continuare quel lavoro! > ci ordinó il capo degli specializzandi.
< Va bene! > rispondemmo coordinati io e il rosso.
Camminavamo lungo i corridoi bianchi tra persone in fin di vita, dottori che cercavano di fare del loro meglio, lettini abbandonati lungo le pareti, carrelli, persone che uscivano felici dalle stanza, ma la cosa peggiore, persone che salutavano per l'ultima volta i loro cari.
Vedendo quella scena, mi venne un po' di angoscia, e per sentirmi più a mio agio, involontariamente, afferrai la mano di Cico che mi guardò stranito.

< Che fai? > domandò lui non capendo il mio gesto ridacchiando.
< Niente...> risposi stringendo più forte la sua mano.
< Non è vero! > ribattè.
Penso che dal sua tono sia preoccupato.
< Si che è vero! > continuai.
< Mi spieghi che ti è preso? > mi domandò fermandosi davanti a me con le mani posate sulle mie spalle. Si è decisamente preoccupato. Non risposi, guardavo fisso a terra.
< Io...> dissi sottovoce alzando leggermente lo sguardo. Lui si guardò intorno, e mi spinse verso una direzione, più precisamente verso una porta, la aprì è la richiuse subito dopo. Ci ritrovammo all'interno di questa stanza, piccola, piena di scaffali, era un piccolo ripostiglio.

< C-cosa stai facendo?! > domandai spaventato.
< Prima rispondi tu a me!...perché in corridoi mi hai afferrato la mano? > mi domandò nuovamente.
< Beh ecco...io...> non riuscivo a rispondergli.
Come faccio a digli che vedendo le persone piangere per la morte di un loro caro mi sono immaginato io che esco dalla sua camera d'ospedale piangendo per la sua di morte.
< Sono solo preoccupato!...Ci sono già io con i miei problemi non voglio che ti capiti nulla! > mi disse guardandomi dritto negli occhi, tutto ciò accompagnato da un sorriso dolce e confortante.
A quel punto il mio corpo si mosse da solo: mi alzai sulle punte dei piedi, le braccia si intorcigliarono al suo collo e il mento i appoggiò alla sua spalla.
< Non voglio che te ne vai....> gli dissi singhiozzando.
< Lo sai che non posso promettertelo...> mi sussurrò lui stringendomi a se.
< Lo so...ma io...> che sto dicendo!
< Tu cosa? > mi incitò a continuare allontanandomi dal suo corpo e mi posò una mano sul viso.
< io voglio...un...>

continua...







SPAZIO AUTRICE

SALVE AMICI, ecco a voi un nuovo capitolo!
si lo so... sono una stronza, ma vi amo <3

INSULTI PER LA SOTTOSCRITTA :)
Grazie 🫶🏻

COOOOOMUNQUE...

6 mila grazie a tutti🫶🏻💜❤️

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6 mila grazie a tutti🫶🏻💜❤️

SE TROVATE ERRORI È COLPA DI ALFREDO
Ciauuu💜❤️

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