2.Ferite incucibili

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HINATA POV:

mi svegliai stranamente  presto, presi il telefono e segnava le 6:30, avevo tutto il tempo del mondo per prepararmi, così decisi di alzarmi e andare a farmi una doccia, presi una maglietta e dei pantaloncini, mi diressi verso la cucina con il telefono in mano, feci colazione e poi uscii prima  per pensare un po'.

Andai su una collina vicino la scuola, buttai la cartella per terra, mi misi a guardare le nuvole, i miei pensieri ricaddero un'altra volta su di te...bakageyama che non sei altro.

Le parole di kenma mi ronzavano in testa da ieri sera.

"secondo me vi metterete insieme"

sbuffai, com'è possibile vederci insieme, come una coppia?
in fin dei conti non siamo neanche amici, siamo entrambi etero, o almeno credo, ma ho il pensiero fisso su di lui, sempre.

Mentre pensavo non mi accorsi di una figura che si accomodò affianco a me, sentivo i suoi occhi bruciarmi sulla pelle, solo una persona riusciva a farmi quell'effetto, lentamente mi misi su un fianco, e i miei occhi incontrarono i tuoi, kageyama.

Nessuno dei due aveva il coraggio di spezzare questo contatto visivo, nessuno voleva parlare, perché molto probabilmente saremmo finiti a litigare, presi il mio telefono dalla tasca, erano le 07:10, grandioso! altri cinquanta minuti con bakeyama, non poteva iniziare meglio questa giornata

"ma non ti sei opposto appena lo hai notato"

ma che-

non l'ho fatto per non litigare già di prima mattina, stupida di una coscienza.

KAGEYAMA POV:

mi svegliai troppo presto questa mattina, che palle un'altra giornata uguale come tutte le altre, mi alzai,presi lo zaino e uscì di casa, non volevo parlare con i miei genitori, non adesso, non adesso che non mi accettavano perché ero omosessuale, non adesso che mi hanno minacciato di cacciarmi di casa perché secondo loro, ero un errore, ero sbagliato.

Le mie gambe si muovevano da sole, e mi portarono alla collina dietro le scuole, ci andavo per pensare, ma appena iniziai a salirci notai un cespuglio arancione  intento ad osservare le nuvole disteso sul prato verde, mi feci forza e andai li, mi sdraiai vicino a lui, lo guardai, era così carino quando si concentrava, peccato che non si concentrava quasi mai tranne che in campo.

MA CHE COSA STO PENSANDO

È HINATA

non posso innamorarmi di lui, nessuno mi può capire, soprattutto uno come lui, mi giudicherebbe senza problemi, ed è l'ultima cosa che voglio.

Ci continuiamo a guardare, per un po' smetto di respirare, nello stesso momento in cui avvicina la sua mano alla mia, non so il motivo, ma lo lascio fare, è così piccola la sua mano, è piena di calli , come la mia d'altronde.

No, cosa sto facendo, non lo posso fare, mi agitai appena realizzai quello che stavo facendo, spostai bruscamente la sua mano, mi alzai in piedi incazzato

"CHE CAZZO STAI FACENDO"

i suoi occhi diventarono improvvisamente cupi e bui, ma non me ne importava, non potevo, non ora.

"MA CHE COSA VUOI, PER TE ANDAVA BENE"

"NON GIUSTIFICA IL FATTO CHE MI STAVI TENENDO PER MANO"

"mi sembrava ne avessi bisogno.."
disse quasi come un sussurro

rimasi paralizzato,
di che cosa dovrei avere bisogno?

del tuo conforto?

per una cosa che non sai e che non ti riguarda neanche?

Un filo che ci unisce - kagehinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora