1.Angeli e Demoni

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Stare con Harry quel pomeriggio mi ha praticamente rimesso al mondo, mi ha fatto dimenticare di tutti i problemi, di tutto ciò che sarebbe successo tra meno di due settimane, eravamo solo noi due, io, lui e nessun altro. Eravamo nel nostro piccolo mondo, nel nostro posto segreto, dove le cose vanno bene, dove tutto è come abbiamo sempre desiderato,dove i nostri sogni non hanno limiti, dove nessuno può dirci cosa dobbiamo fare, come ci dobbiamo comportare e dove dobbiamo andare. Era nostro, tutto nostro, solo nostro. Quel posto delle nostre menti era anche reale, ed è proprio lì che andammo quel pomeriggio,in quel posto dove all'età di 14 anni ci perdemmo mentre giocavamo ad angeli e demoni insieme a tutti i nostri amici; ma infondo riuscimmo a trovarci.
Lui era il demone, io ero l'angelo.
Già due anni fa c'erano strani sentimenti fra di noi. Senza accorgercene finivamo per rimanere sempre soli, o avanti o dietro al gruppo; scherzavamo insieme, ci saltavamo addosso, ci picchiavamo, e quando lui mi prendeva per la vita, inconsciamente, iniziavo a sentire caldo, il mio cuore saltava un battito, le mie guance si tingevano di rosso e non riuscivo a guardarlo negli occhi. Già a quell'età ogni suo tocco mi faceva dimenticare del mondo che girava, della forza di gravità, della confusione attorno a noi, delle risate altrui perché le risate che contavano erano solo le nostre, delle parole degli altri sul nostro rapporto perché la nostra amicizia la conoscevamo solo noi.
Il posto in questione era un parco/bosco grandissimo, all'entrata di questo bosco c'era una pizzeria e tutto il nostro gruppo di amici,compresi noi due, avevamo deciso di andare a mangiare qualcosa per stare tutti insieme per una serata.
Quando ci sistemammo a tavola Harry non si sedette accanto a me,era strano da un po' di giorni, non si comportava nello stesso modo con me, non c'era quell'affinità e quel rapporto speciale che c'era sempre stato, lui sembrava terribilmente arrabbiato con me e disturbato dalla mia presenza. Cercai di far finta di nulla sedendomi accanto alla mia migliore amica Taylor, ma anche lei notò lo strano comportamento di Harry e me ne chiese il motivo. Mentii dicendo che non capivo a cosa si riferisse, "Harry è come sempre, non è cambiato nulla", sorrisi falsamente. Incredibile quanto la gente credesse alle mie stupide bugie.
La cena fu tranquilla e divertente, Harry non poté fare a meno di non tirarmi qualche patatina fritta in faccia e ovviamente io ricambia la gentilezza, estremamente felice.
Finita la cena qualche deficiente propose di giocare ad Angeli e Demoni,ma fortunatamente qualcuno se ne uscì con:"Ma non siamo un po' cresciuti per giocare a questi giochi da bambini?"
"Va bene, allora ogni demone che prenderà un angelo dovrà baciarla e viceversa." Disse Harry fissandomi negli occhi. Sorvoliamo le sensazioni che i suoi occhi fissi sui miei mi provocarono.
"Ma andiamo Harry sei veramente un cretino, io non bacio nessuno!" mi opposi.
"Bene, allora sarai la prima ad esser messa alla prova. ABBY E' UN ANGELO!" gridò il deficiente.
In quel momento sarei voluta andar lì e strozzarlo, ma alle parole 'Abby è un angelo' il mio cuore non saltò uno, ma ben due battiti.
Comunque, eravamo in 15 perciò 8 erano angeli, e 7 erano demoni, tra cui Harry.
Appena iniziarono a contare io inizia a scappare più lontano possibile, addentrandomi nel bosco con Mendes e Taylor. Tutti e tre avevamo una gran paura quando nel bosco calò il silenzio e nessuno stava più contando. Restammo nascosti per un po'di tempo lì tra gli alberi, nel buio, ma l'aria era tiepida e si stava benissimo visto che era giugno ed da poco finita la scuola. Credevamo di essere i vincitori quando qualcuno iniziò a correre nella nostra direzione. Erano Harry, Niall (bastardo mi aveva promesso che non avrebbe portato Harry da me! Non volevo baciarlo, o forse si..) e Selena. Non appena li riconobbi gridai a Niall che era un bastardo, mi aveva fatto una promessa, ma lui non fece altro che ridere con quella sua risata sonora e tremendamente contagiosa. Gli altri due se n'erano già andati, correndo per i boschi; Niall rincorreva Taylor e Shawn era rincorso da Selena. Tra me ed Harry ci saranno stati tre alberi di distanza e mentre lui avanzava lentamente, io me la davo a gambe, ma per quanto fossi veloce a correre lui lo era di più. Allora smisi di seguire il sentiero che avevano intrapreso gli altri e mi addentrai tra gli alberi un po'più fitti dove la luce della luna si affievoliva sempre di più. Non sono mai stata una ragazzina paurosa, anzi, più avventura e adrenalina c'era nelle cose che facevo, più mi sentivo forte e indistruttibile.
Harry era sempre dietro di me, non mollava e allora nemmeno io ero disposta a farlo, ma il mio respiro era sempre più affannato e le gambe mi facevano malissimo, fortunatamente trovai una casa abbandonata con le mura di pietra e mi appoggiai con la schiena ad essa.
Harry aveva vinto.
Arrivò correndo verso la parete e appoggiò le sue mani, quelle dannate e perfetta mani che adoravo anche all'ora al muro, ai lati della mia testa. Eravamo molto vicini, ma lui continuava ad accorciare la distanza tra di noi.
"Adesso dovrei baciarti lo sai?" sussurrò.
"Ma non lo farai, io non mi lascio baciare da te." mentii
"Smettila. So riconoscere quando stai sparando una cazzata e questa è una di quelle." Disse sicuro di se, e mentre parlava le sue labbra quasi sfioravano le mie.
"Perché prima ti comportavi in quel modo con me?" feci un respiro e gli chiesi.
"In quale modo?"
Signore quanto era tonto a volte! O non capiva veramente, o lo stava facendo apposta per farmi morire di crepacuore.
"Mi ignoravi, sembrava che mi odiassi, che non sopportassi nemmeno che io fossi lì, con tutti."
'CON QUALE CORAGGIO ABYGAIL SEI RIUSCITA A PRONUNCIARE TALI PAROLE?!' pensai fiera e sconcertata da me stessa.
"Ah.. in quel modo.. Beh è perché non riesco a capire cosa mi succede quando sono con te. Mi rendi strano. Sono geloso di te, molto geloso di te. Mi incazzo se qualcuno che non sia io ti guarda o ti abbraccia o ti bacia. E dipendere da te non mi va bene, mi rendi debole."
Non sapevo se prendere bene quella confessione o no.
Non riuscii nemmeno a finire il mio pensiero quando mi accorsi che lui aveva posato le sue labbra sulle mie, che le sue mani non erano più sulla parete della casa abbandonata,ma sulla mia schiena e dopo sul mio sedere.
Lui era il mio primo bacio. Non avevo mai baciato nessuno, lui si invece, lui aveva un po'di esperienza; ma non mi preoccupai di sembrare ridicola perché lui mi faceva sentire a mio agio, potevo essere me stessa,e non avevo paura di mostrarmi per ciò che ero con lui.
Il nostro bacio però fu interrotto da un grido raccapricciante, che echeggiò in tutto il bosco e qualcosa iniziava a muoversi verso di noi. Potevo vederlo, non me lo stavo immaginando, era un'ombra, un'ombra grandissima che teneva qualcosa in mano. Stavo per svenire, il cuore batteva come non mai, ero pietrificata dalla paura.
"SCAPPA! ABBY MUOVITI SCAPPA!"
Corsi mano nella mano con Harry,ma era terribilmente buio e non sapevamo se quella figura ci stava ancora rincorrendo. Avevamo perso il sentiero dal quale eravamo arrivati, ci eravamo dannatamente persi, e si, quell'ombra era dietro di noi.
Inciampai più volte nei rami caduti a terra rallentando la corsa di entrambi, ma lui non mi aggredì, anzi mi aiutò sempre a rialzarmi.
Grazie a un colpo di fortuna riuscimmo ad intravedere le luci dei lampioni vicino alla pizzeria e ci dirigemmo in quella direzione. Cademmo entrambi mano nella mano, a pancia in giù uscendo dal bosco.
I nostri amici ci guardavano preoccupati, spaventati e alcune mie amiche avevano le lacrime agli occhi e si abbracciavano fra di loro per rassicurarsi.
"L'avete visto anche voi vero?" balbettò Colin.
"Dio avevano detto che questo posto era maledetto e c'era una pazza che girovagava per i boschi, ma io no ho voluto crederci!"disse Cameron.
Io e Harry eravamo praticamente pietrificati, sia per quel 'incontro' nel bosco, sia per quello che era successo tra noi due.
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Ovviamente poi poco dopo ci mettemmo insieme e siamo qui ancora desso, ad amarci come se fosse ancora il primo giorno.

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